Il periodico riaccendersi di interesse per la conoscenza epidemiologica riguardo ai cittadini del SIN (Sito di interesse nazionale per le bonifiche) di Brindisi non può che essere considerato positivamente da quanti ritengono non più differibile l’approfondimento delle condizioni di salute della popolazione, sia per quel che riguarda le esposizioni del passato sia per le esposizioni attuali.

Sebbene si sia più volte sottolineato che l’analisi dei dati sanitari correnti permetterebbe di effettuare valutazioni immediate, corrette ed aggiornate sulla salute delle popolazioni, nulla si è concretamente fatto da parte delle istituzioni nazionali, regionali e locali.

Si deve evitare di incorrere in un facile errore, quello cioè di confondere

  1. il piano dell’indagine epidemiologica, finalizzata all’analisi degli effetti in ambiente di vita;
  2. il piano dello studio di coorte lavorativa per la rianalisi degli effetti delle esposizioni in ambiente di lavoro;
  3. il piano giudiziario.Per il primo aspetto, quello delle indagini sulla popolazione, l’Istituto Superiore di Sanità che già produsse alcuni dati per il solo periodo 1995-2002, dovrebbe essere affiancato dagli enti pubblici locali che in questi anni hanno effettuato ricerca epidemiologica su Brindisi e che dalla collaborazione con l’Istituto potrebbero avvantaggiarsi in termini di accrescimento delle competenze. Ciò, vale ovviamente, nel caso si tenga a cuore anche il progresso culturale di quest’area. Inoltre bisognerà evitare che in questi studi si analizzino solo gli effetti delle emissioni di singoli impianti e si tenga, invece, presente l’intero quadro emissivo.

Per la coorte dei lavoratori, già esaminati nel 1991 dall’ISS e nel 2000 dal prof. Maltoni, è stato chiesto più volte invano di rianalizzarla come è stato fatto efficacemente a Porto Marghera dal Dr Valerio Gennaro e Colleghi.

Infine bisogna considerare il diritto, delle vittime e di tutta la collettività di Brindisi, a che sia fatta giustizia per i casi di tumori in lavoratori di vari comparti produttivi comunicati in questi anni all’autorità giudiziaria, del tutto simili a quelli oggetto di due processi penali a Taranto e Mantova, quest’ultimo in un contesto produttivo del tutto analogo a quello brindisino.