LA SERA DI VENERDI 21 NOVEMRE 2014 – ALLE ORE 18 – NEL SALONE DEL CASTELLO DI CAROVIGNO (BRINDISI) – SI E’ SVOLTA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “BERLINGUER RIVOLUZIONARIO. IL PENSIERO POLITICO DI UN COMUNISTA DEMOCRATICO” –
CON L’AUTORE GUIDO LIGUORI ED ALTRI: PASQUALE VOZA, MARZIA BAGNULO. HA PRESIEDUTO E COORDINATO L’EVENTO VITO UGGENTI. HA PROMOSSO L’INCONTRO LA SINISTRA EUROPEA CAROVIGNO (BRINDISI) –
Venerdì 21 Novembre, alle ore 18.00, a CAROVIGNO, presso il Salone del Castello di Carovigno, a 30 anni dalla morte di Enrico Berlinguer (1984 / 2014) la Città di Carovigno ha ricordato lo scomparso Segretario Generale del PCI. Si è tenuta la Presentazione del Libro di Guido Liguori “Berlinguer rivoluzionario. Il pensiero politico di un comunista democratico” (Carocci Editore). E’ Intervenuto l’Autore Guido Liguori. Hanno preso parte all’Evento culturale Pasquale Voza – Professore Emerito di letteratura italiana all’Università degli Studi di Bari e Marzia Bagnulo – Assessore alla Cultura del Comune di Carovigno. Ha Presieduto e coordinato Vito Uggenti.
Venerdì 21 Novembre, alle ore 18.00, a CAROVIGNO, presso il Salone del Castello di Carovigno, a 30 anni dalla morte di Enrico Berlinguer (1984 / 2014) la Città di Carovigno ha ricordato lo scomparso Segretario Generale del PCI. Si è tenuta la Presentazione del Libro di Guido Liguori “Berlinguer rivoluzionario. Il pensiero politico di un comunista democratico” (Carocci Editore). E’ Intervenuto l’Autore Guido Liguori. Hanno preso parte all’Evento culturale Pasquale Voza – Professore Emerito di letteratura italiana all’Università degli Studi di Bari e Marzia Bagnulo – Assessore alla Cultura del Comune di Carovigno. Ha Presieduto e coordinato Vito Uggenti.
ha Promosso e organizzato la Sinistra Europea di Carovigno.
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RECENSIONE:
SCHEDA DEL LIBRO…
In breve
Uomo politico di riconosciuta coerenza, protagonista della scena italiana e internazionale, il più popolare segretario del Partito comunista italiano oggi viene ricordato soprattutto per la sua denuncia della “questione morale”. Tratto distintivo del suo pensiero fu, tuttavia, intendere il comunismo in uno con la democrazia e con la libertà e se ora, al di là della retorica celebrativa, non ci sono più partiti di massa che possano dirsi depositari del suo lascito, è forse ancora più importante tornare a riflettere su questa figura originale di politico e di comunista.
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di Guido LIGUORI
Nel 1984 (l’11 giugno) moriva Enrico Berlinguer. 1984-2014: sono passati trent’anni, e il tempo valorizza il suo pensiero, non solo la sua figura. Di Berlinguer avremmo bisogno davvero, non solo per quel che riguarda la questione morale. Bisogna recuperare le sue idee, il suo pensiero autentico di comunista democratico, se non altro per amore di verità storica, salvandolo dalle interpretazioni distorte, in buona e in cattiva fede, di chi ne fa solo un moralista o di chi lo crede un socialdemocratico. Non si tratta ovviamente di farne un santino: le sue diverse fasi e i suoi tanti scritti si possono e si devono discutere. Ma dopo averli letti bene e contestualizzati, non affidandosi alla memoria personale spesso ingannevole, ai pregiudizi, all’orrendo senso comune storiografico oggi prevalente, pure a sinistra. Anche perché Berlinguer è forse l’unico comunista (con Gramsci, ma spesso è un Gramsci che ci rimbalza dall’estero!) che oggi in Italia è ricordato o visto con stima e affetto non solo da piccole minoranze o piccoli gruppi, ma ancora da tantissime/i, anche giovani. Questo dovrebbe far riflettere. Questo dovrebbe indurre a non essere precipitosi nei distinguo, nell’arricciare il naso, nell’attaccarsi alle proprie autobiografie.
Che il 2014 (che sta per concludersi) sia stato per ENRICO… L’ ANNO BERLINGUERIANO … !
Nel 1984 (l’11 giugno) moriva Enrico Berlinguer. 1984-2014: sono passati trent’anni, e il tempo valorizza il suo pensiero, non solo la sua figura. Di Berlinguer avremmo bisogno davvero, non solo per quel che riguarda la questione morale. Bisogna recuperare le sue idee, il suo pensiero autentico di comunista democratico, se non altro per amore di verità storica, salvandolo dalle interpretazioni distorte, in buona e in cattiva fede, di chi ne fa solo un moralista o di chi lo crede un socialdemocratico. Non si tratta ovviamente di farne un santino: le sue diverse fasi e i suoi tanti scritti si possono e si devono discutere. Ma dopo averli letti bene e contestualizzati, non affidandosi alla memoria personale spesso ingannevole, ai pregiudizi, all’orrendo senso comune storiografico oggi prevalente, pure a sinistra. Anche perché Berlinguer è forse l’unico comunista (con Gramsci, ma spesso è un Gramsci che ci rimbalza dall’estero!) che oggi in Italia è ricordato o visto con stima e affetto non solo da piccole minoranze o piccoli gruppi, ma ancora da tantissime/i, anche giovani. Questo dovrebbe far riflettere. Questo dovrebbe indurre a non essere precipitosi nei distinguo, nell’arricciare il naso, nell’attaccarsi alle proprie autobiografie.
Che il 2014 (che sta per concludersi) sia stato per ENRICO… L’ ANNO BERLINGUERIANO … !