“Dal 2001 al 2013 ho segnalato all’autorità giudiziaria 5 casi di mesotelioma, 9 tumori del polmone, 3 linfomi non Hodgkin e leucemie, 2 angiosarcomi in lavoratori di diversi comparti industriali brindisini. Come me, sono certo, anche altri medici avranno fatto lo stesso per i loro pazienti. Riteniamo allora che se a Mantova per gli stessi tipi di tumore si è celebrato un processo e si sono individuate delle responsabilità, lo stesso si possa fare a Brindisi. La sentenza di Mantova è l’ultima di ordine di tempo a smentire la tesi che per i tumori non sia possibile individuare una responsabilità penale.” Questo ha affermato Maurizio Portaluri, oncologo brindisino, intervenendo alla conferenza stampa di oggi 10.11.2014 organizzata da ACLI, Cobas, Noalcarbone, Salute Pubblica, lavoratori e loro familiari.

Tra questi ultimi Nadia Stella, figlia di un lavoratore del petrolchimico morto qualche mese fa per un tumore al polmone. Dieci anni fa fece di sua iniziativa una TAC del torace che non mostrava anomalie. “Se qualcuno ci avesse informato della necessità di ripetere ogni anno quell’esame molto probabilmente mio padre sarebbe ancora vivo. Il datore di lavoro, la ASL ma soprattutto il medico curante, conoscendo il lavoro che egli aveva svolto, avrebbero dovuto sottoporlo alla sorveglianza sanitaria”.

Stefano Alparone dei Noalcarbone ha parlato di “emergenza Brindisi” lamentando la profonda differenza nell’accertamento della verità a tutti i livelli tra Brindisi e altre realtà industriali interessate dallo stesso inquinamento industriale.

Roberto Aprile dei Cobas e dell’Associazione Esposti Amianto ha ricordato gli anni di lavoro con il patronato ACLI, ancora non conclusi e pieni di ostacoli burocratici, per far ottenere il riconoscimento di esposizione all’amianto ai lavoratori che sono stati a contatto con questo pericoloso minerale. Aprile ha dichiarato di aver avanzato più volte all’assessore regionale alla salute, Domenico Pentassuglia, la richiesta che anche in Puglia sia attivata la sorveglianza sanitaria prevista da diverse leggi sin dal 1991 per i lavoratori ex esposti all’amianto e ad altri cancerogeni occupazionali. “Si cercherà di avere l’assessore a Brindisi – ha detto Aprile – per una iniziativa pubblica dedicata a questo tema.”

Il presidente del patronato ACLI, Cosimo Giumentaro, ha rinnovato la disponibilità del patronato sia a proseguire il sostegno ai lavoratori nelle richieste di natura previdenziale, sia nelle rivendicazioni che riguardano la tutela della salute.

Portaluri ha infine invitato il patronato a informare i lavoratori ex esposti, assistiti in questi anni, a richiedere al medico curante l’esecuzione di esami volti alla prevenzione secondaria dei tumori correlati con il lavoro svolto in passato, in attesa che la ASL organizzi la sorveglianza prevista dalla legge.

In Foto: Maurizio Portaluri, oncologo