Le progressive quotazioni sottocosto della Cun-Commissione prezzi unica nazionale conigli vivi da carne e della Borsa merci di Verona, abbinate alle vendite condizionate (ritiro carne contro fornitura di mangime) sono alla base della crisi che il settore stà attraversando e dei ripetuti delitti che probabilmente subisce. Lo dichiara Saverio De Bonis, rappresentante Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, e commissario Cun.

Non si era mai verificato – prosegue – nella storia della cunicoltura che a fine ottobre i prezzi all’origine fossero abbassati ulteriormente al di sotto del livello del costo medio di produzione, provocando così un’alterazione negativa del mercato, che richiederebbe subito un’approfondita indagine delle autorità competenti.

 

Nell’ ultima seduta della Commissione Cun del 30 ottobre 2014, – evidenzia il rappresentante anlac – i macellatori in preda al delirio hanno avuto il coraggio di proporre un prezzo pari ad euro 1,70, ad eccezione di Rossi (Gruppo Berti) che ha chiesto invariato, mentre gli allevatori hanno richiesto euro 2,20, un prezzo appena al di sopra dei costi di produzione. Non raggiunto nessun accordo in Commissione, è intervenuto il Comitato, uno strano organismo autarchico e anticostituzionale, formato unicamente da dirigenti e consulenti di multinazionali dell’ agroalimentare italiano, che ha abbassato d’imperio il prezzo del coniglio vivo ad euro 1,84, manipolando scandalosamente la condizione reale del mercato.

Questo Comitato – sottolinea – è un corpo estraneo dentro la Cun, prima non esisteva ed è stato inserito da alcuni mesi proprio attraverso la mediazione dei dirigenti del ministero con gli organi di Borsa merci Verona, non senza la condivisione miope e colpevole dei sindacati agricoli. Andrebbe pertanto abolito al più presto!

 

Il Comitato – aggiunge De Bonis – venerdì si è riunito oltre i tempi previsti, in quanto uno dei suoi rappresentanti più blasonati, che decide anche il prezzo del macellato a Milano, è arrivato dopo un’ ora con l’arroganza di chi muove le leve del mercato e può permettersi anche di far perdere il treno a chi lavora per la Cun. Una grave mancanza di rispetto istituzionale di cui il Mipaaf dovrebbe prendere atto, visto che non è la prima volta che succede.

 

Al contrario – ricorda De Bonis – quando i commissari arrivano in ritardo alle riunioni Cun, la commissione inizia comunque i suoi lavori e riporta come assenti i ritardatari. Siamo, dunque, sicuri che quella seduta del Comitato e la relativa quotazione non siano da annullare? Perché il Segretario della Cun non ha avviato subito i lavori del Comitato con i membri effettivi e supplenti che erano presenti?

La grave restrizione degli spazi concorrenziali, – fa notare il presidente anlac – sta sviluppando progressivamente forme d’ integrazione verticale operate da noti mangimifici italiani che speculano illecitamente sul ritiro della carne a fronte della fornitura di mangime, nonché sulle pelli, in una deriva monopolizzante pericolosa per tutta l’economia del Paese e per i consumatori.

E’ ora – conclude – che le autorità preposte intervengano per contrastare le manovre speculative in atto.