Trovato amianto nei thermos. La notizia è stata portata all’attenzione dal sistema comunitario di allerta tra gli Stati dell’Unione europea sulla sicurezza dei prodotti del Rapex – Rapid Alert System for non-food dangerous products. Sul territorio nazionale, in particolare in negozi di articoli casalinghi ma anche presso supermercati, sono offerti in vendita thermos sia per liquidi che per alimenti, con all’interno fibre di amianto nei separatori della doppia parete di vetro del thermos.
Questi thermos, come si legge alla segnalazione n° 20 dell’A12 / 1797/14 sono della società AB.M IDEA e vengono immessi sul mercato da importatori vari con numero di modello: 1. 1000 ml – Codice HX813289, 2. 450 ml – Codice HX813287, 3. 600 ml – Codice HX813288 Numero di lotto / Codice a barre: 1. Codice a barre: 8050766082897, 2. Codice a barre: 8050766082873, 3. Codice a barre: 8050766082880. Il thermos disponibili in varie dimensioni e colori, proveniente dalla Cina è venduto in scatole di cartone.Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano, anche solo come componenti interni, amianto, sostanza notoriamente dannosa per rischio cancerogeno. I consumatori che abbiano acquistato thermos che rispondono ai dati evidenziati sono invitati, perciò, a: maneggiare il prodotto con cura evitando accuratamente ogni possibilità di rottura; riportare il prodotto presso il punto vendita dove è stato effettuato l’acquisto; in caso di rottura accidentale porlo in un sacchetto chiuso senza manipolare la parte contenente amianto, perché potrebbero liberarsi fibre di amianto dannose per inalazione e avvisare la competente azienda municipalizzata di zona ai fini del corretto smaltimento.Il prodotto oltre a rappresentare un rischio chimico non è conformi al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze (prodotte o importate in quantità superiori a 10 tonnellate/anno per produttore) non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. In Italia, l’uso dell’amianto è vietato dal 1992.