BRINDISI, A2A BLOCCATA DA ISTITUZIONI E DALLA SENSIBILITA’ ASSOCIATIVA
Dalla stampa odierna si rileva la netta opposizione del Comune di Brindisi, riportata con Delibera di Giunta ed allegata al parere della Conferenza dei servizi convocata per oggi presso la Provincia, in merito alla richiesta di A2A dell’utilizzo di CSS (ecoergite) in cocombustione al carbone nella vecchia centrale di Brindisi nord-Edipower.
Legambiente esprime il più totale compiacimento per la volontà della Giunta di non aggravare ulteriormente il carico inquinante sul territorio che, invece e come riportato nel Decreto di dichiarazione di “Area ad elevato rischio di crisi ambientale”, deve tendere ad una riduzione del “carico” ed uscire dal richiamato “rischio di crisi ambientale”. Appare opportuno rilevare che nelle vicende che hanno interessato la VIA per Edipower, che si tiene a livello ministeriale e la VIA di A2A che si tiene a livello provinciale, come sancito dalle norme regionali in essere, Legambiente non ha lesinato di produrre (per prima) le “osservazioni” tecniche che riteneva necessarie per impedire che le richieste avanzate dalle aziende fossero approvate, a danno di una situazione ambientale e sanitaria che ha bisogno di veder ridotto il proprio inquinamento.
Sulla medesima valutazione degli impianti richiamati, fa piacere riportare che anche altre Istituzioni si siano espresse comunemente. La posizione comune sui due progetti è anche funzione, per Legambiente, della necessità di modificare lo sviluppo industriale di Brindisi attraverso un processo di riconversione fondato anche sulle applicazioni di green economy. Legambiente da circa 2 anni avanza la proposta dell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA), fra l’altro fatta propria dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) anche a seguito di una audizione presso la sala del Consiglio Regionale della V Commissione; proposta che vede le aziende insediate direttamente protagoniste della gestione delle aree industriali e proiettate alla ricerca ed applicazione delle migliori tecnologie in grado di rilanciare il territorio, in primo luogo, attraverso, appunto, la green economy. Legambiente è fermamente convinta che l’area occupata dalla centrale di Brindisi Nord, previa bonifica delle matrici ambientali contaminate e senza fuga di chi ha la
responsabilità di aver inquinato e come si è consentito ad EVC e DOW Chemical, debba essere utilizzata per la realizzazione di un “parco tecnologico” dell’energia rinnovabile, più volte dettagliato da Legambiente in precedenti convegni e che vedrà una ulteriore e puntuale proposizione nel Convegno programmato a Brindisi per il 20 febbraio 2015. Questa città ha bisogno di produrre idee e progetti che portino alla richiamata riqualificazione dell’area industriale, con un adeguato management in grado di mantenere ed incrementare i livelli occupazionali; ciò anche a seguito degli esempi che sempre più in Europa vedono incrementi occupazionali in aziende impegnate nell’innovazione tecnologica e, quindi, nella green economy. In definitiva, il futuro dell’area di Brindisi Nord deve necessariamente coinvolgere la stessa Edipower nella realizzazione del “Parco Tecnologico” e deve produrre ricollocazione e riqualificazione professionale ai suoi lavoratori nell’ambito dello stesso settore produttivo energetico nel quale hanno acquisito professionalità.