BRINDISI, «Il sindaco del rione Sanità»: al Verdi di Brindisi il teatro di Eduardo
Eros Pagni è l’interprete protagonista di uno dei testi più simbolici e attuali di Eduardo, in scena al Verdi venerdì 16 e sabato 17 gennaio (ore 20.30)
«Un visionario che cerca di ristabilire nel mondo un ordine andato fuori sesto». Per la stagione del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, venerdì 16 e sabato 17 gennaio (ore 20.30), va in scena «Il sindaco del rione Sanità» di Eduardo De Filippo, commedia in tre atti inserita dall’autore nella raccolta «Cantata dei giorni dispari». Il visionario in questione è don Antonio Barracano, un uomo che, come scrisse Eduardo, al posto del cuore ha una porta sempre aperta: una sorta di giustiziere che assolve ai doveri di uno Stato che non c’è. Da lui tutti si recano per chiedere giustizia, per risolvere questioni in sospeso, dalla diatriba per un posto di lavoro “soffiato” a una disputa tra padre e figlio dai toni molto più seri. È il “sindaco” riconosciuto dai deboli e dai diseredati di un quartiere popolare di Napoli. Personaggio difficilissimo, il preferito di Eduardo.
A far vivere il camorrista saggio che fu di Eduardo e poi di pochi altri attori (Turi Ferro e Carlo Giuffrè ne diedero personalissime interpretazioni), è questa volta un veterano della scena italiana come Eros Pagni, con la regia di Marco Sciaccaluga. Entrambi al loro primo incontro con il teatro di Eduardo.
«Commedia complessa che mescola comico e tragico, realismo e simbolismo», la definisce il regista. Il protagonista, Antonio Barracano, «è allo stesso tempo un capocamorra e un idealista, una specie di Robin Hood degli ignoranti, un personaggio la cui grandezza sta proprio nella capacità di mescolare il male e il bene, il positivo e il negativo, l’alto e il basso. Barracano è un grande personaggio teatrale; è un ‘santo criminale’ che in un certo senso anticipa Il Padrino di Francis Ford Coppola».
Scritta e rappresentata nel 1960, la commedia fu definita da Eduardo stesso «simbolica e non realistica». La figura di Antonio Barracano si ispirava a un personaggio «preso dalla vita» come raccontò lo stesso Eduardo in un’intervista del 1978: «Si chiamava Campoluongo. Era un pezzo d’uomo bruno. Teneva il quartiere in ordine. Venivano da lui a chiedere pareri su come si dovevano comporre vertenze nel rione Sanità. E lui andava. Una volta ebbe una lite con Martino ‘u Camparo, e questo gli mangiò il naso. Questi Campoluongo non facevano la camorra, vivevano del loro mestiere, erano mobilieri. Veniva sempre a tutte le prime in camerino. ‘Disturbo?’ chiedeva. Si metteva seduto, sempre con la mano sul bastone. ‘Volete ‘na tazza ‘e cafè?’. Lui rispondeva ‘Volentieri’. Poi se ne andava».
Così Eduardo diede forma e parola a quello strano personaggio. Eppure, proprio per questa identificazione, la commedia fu criticata e lo stesso Eduardo chiarì la sua posizione a riguardo. Barracano esprimeva un singolare punto di vista sulla giustizia, quello di chi ha subito un torto e se la fa da sé, perché la legge «è fatta bene, sono gli uomini che si mangiano fra di loro». Da un altro incontro fu invece colpito il regista Marco Sciaccaluga, ragazzo di soli undici anni, convinto dal padre, il 19 aprile del 1964, a vedere in tv «Il sindaco del rione Sanità».
«Mio padre mi disse anche che così avrei fatto il mio primo viaggio a Napoli, aggiungendo che, nelle mani di Eduardo, Napoli diventava un’immagine del mondo». Così fu, e il fascino di quella commedia gli è rimasto nel cuore fino a quando non l’ha messa in scena, convinto che sia «uno dei testi più shakespeariani di De Filippo che parla del rapporto tra legge e giustizia». Un tema che con il passare del tempo non ha perso il suo contatto con la realtà ricadendo stabilmente nel presente. «Una commedia attualissima – conclude Sciaccaluga –. Purtroppo a volte si spera che i grandi classici non lo siano più perché la società si è evoluta in meglio. Questo purtroppo non succede e quindi dico sempre che i classici passano dal futuro. Cosa distingue un grande scrittore da uno buono? La capacità profetica, di prevedere il futuro. Qui c’è una riflessione sulla camorra come istituzione alternativa allo Stato, che non riesce a fare il suo dovere».
Lo spettacolo ha debuttato in prima assoluta al «Napoli Teatro Festival» lo scorso giugno. Eros Pagni, nel ruolo non facile del capoquartiere, è affiancato tra gli altri da due straordinari attori come Maria Basile Scarpetta (Armida Barracano) e Federico Vanni (il dottor Fabio Della Ragione).
Si comincia alle ore 20.30
Durata dello spettacolo: due ore e 45 minuti (tre atti)
Per tutte le informazioni www.
Tel. (0831) 229230 – 562554