«Il nuovo Regime dei minimi sia più equo e meno discriminatorio». E’ quanto chiede l’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) che sollecita un intervento correttivo alla legge di Stabilità. Nonostante l’Ungdcec avesse presentato, già da tempo, precise indicazioni al fine di migliorare il regime di favore, previsto dal decreto legge 98/2011 (il «vecchio regime dei minimi»), il Governo non solo «non ha ascoltato i suggerimenti proposti ma è riuscito nella diabolica impresa di danneggiare ulteriormente migliaia di giovani professionisti, tartassati e beffati dalle novità introdotte».
L’Ungdcec chiede al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, un immediato intervento volto quantomeno a ripristinare l’imposta sostitutiva al 5 per cento, ad uniformare, per ogni settore di attività contraddistinto in base ai codici Ateco, il limite di ricavi o compensi percepibili ai fini dell’accesso e della permanenza nel regime (portandolo comunque ad un valore non inferiore a euro 30mila), ridurre le percentuali di redditività, rendendole standard per ogni settore di attività.
Si chiede, inoltre, che venga ripristinata anche per l’anno in corso l’aliquota per gli iscritti alla gestione separata Inps senza altra copertura previdenziale al 27,72 per cento, «aumentata, in spregio alla crisi», addirittura di tre punti percentuali.
«Nel prendere atto dell’ammissione degli errori da parte del Governo – chiosa Maurizio Renna, delegato alla “Semplificazione degli adempimenti fiscali” – si sollecita un rapido intervento correttivo e si ribadisce la necessità di un confronto continuo nell’interesse dell’intero Paese».