Quattro grandi maestri, che vengono in continuazione «ai ferri corti con la vita» (Michaelstaedter), facendone cinema sempre in movimento, rivoluzionario: Julio Bressane, ancora sorprendente con il suo Educaҫão sentimental, presentato a Locarno lo scorso anno;
Abel Ferrara che fa un film, anzi due, non su Pasolini ma di Pasolini: ed era necessario mostrare la versione originale del film, del tutto sconosciuta in Italia, a chi non fosse allo scorso Festival di Venezia. Franco Maresco, personalità straordinaria (per quanto appartata) non solo del cinema italiano ma internazionale: il suo Belluscone, nonostante sia uscito nelle sale, è fuori dagli schemi, e merita di essere rivisto e rivisto ancora. Paul Vecchiali, che come un giovane innamorato riesce ancora a commuovere con un film di tale splendore, Nuits blanche sur la jetée. E loro a confronto con due talenti: Timm Kröger, autore di un film “spaventoso”, Zerrumpelt Herz, sempre in bilico, misterioso come alcuni specchi e spazi di Tarkovskij; ed Héléna Klotz, regista de L’âge atomique, uno dei film più belli usciti negli ultimi anni, vincitrice del premio FIPRESCI nella sezione “Panorama” al Festival di Berlino 2012, da dove sono anni che escono le cose più sorprendenti del panorama internazionale. A dialogare con loro, alcuni dei critici che negli ultimi anni hanno fatto la storia (e continuano a farla) della cultura cinematografica e non solo in Italia: a cominciare da Enrico Ghezzi, per finire con Roberto Turigliatto, passando per Lorenzo Esposito, non a giudicare drenando la meravigliosa lucentezza delle immagini, ma ad arricchirle con lo scintillante plusvalore di parole, che reinventano, ogni volta, il cinema.