PROSEGUE LA RASSEGNA “REGISTI FUORI DAGLI SCHE(R)MI IV”: PAUL VECCHIALI DOMANI, VENERDI’ 27 ALLE 20.30, AL CINEPORTO DI BARI (DIRETTA STREAMING ANCHE NEI CINEPORTI DI LECCE E FOGGIA) INCONTRERÀ IL PUBBLICO CON L’INTERVENTO DEL CRITICO CINEMATOGRAFICO MASSIMO CAUSO. A SEGUIRE LA PROIEZIONE IN ANTEPRIMA NAZIONALE DEL SUO FILM “NUITS BLANCHES SUR LA JETÉE” (con sottotitoli in italiano).
Il regista francese Paul Vecchiali con il suo film “Nuits blanches sur la jetée” (Francia, 2014), sarà ospite, venerdì 27 alle 20.30, del Cineporto di Bari (diretta streaming anche nei Cineporti di Lecce e Foggia), per il quinto appuntamento della rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi”. La pellicola sarà introdotta dallo stesso regista e dal critico cinematografico Massimo Causo (Torino Film Festival, “Sentieri selvaggi”, “Filmcritica”, “Cineforum”, “Uzak”).
Considera il suo universo di immagini, di personaggi, di parole, figlio un po’ dell’amato realismo poetico francese – quello di Jean Renoir, in particolare – e della Nouvelle Vague. Al contempo, però, definisce «irriproducibile» il suo cinema. E non sbaglia. È uno straordinario regista fuori dagli schermi, Paul Vecchiali. Certamente fuori da quelli italiani: da noi solo pochissimi titoli della sua produzione sono riusciti a trovare piccoli spazi di esistenza nei circuiti irrigiditi della distribuzione. Nato ad Ajaccio nel 1930, già insegnante e aiuto regista, Vecchiali esordisce dietro la macchina da presa nel ’61 con “Le petits drames”. È, invece, il 1974 quando durante la Mostra del Cinema di Venezia, in sua presenza, Pasolini afferma: «Sono ancora commosso, sconvolto, faccio fatica a parlare perché, confesso, mi è successo raramente di vedere in questi ultimi anni un film così bello e così commovente». Si riferiva a “Femmes, femmes”, Pasolini, film che omaggerà anche in “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.
C’erano già stati “Les Ruses du diable” (1966) e “L’etrangleur” (1970), dopo sarebbero arrivati altri pezzi di un cinema radicale, potente, freddo e bruciante insieme: fra gli altri, “La machine” (1977), “Corps à coeur” (1979), “Trous de mémoire” (1985), “Rosa la rose, fille publique” (1986), “Encore – Once more” (1988), “Zone franche” (1996), “À vot’ bon coeur” (2004), “Les gens d’en-bas” (2010). Un cinema – osserva Edoardo Bruno – «come un’entrata in uno spazio chiuso, nella claustrofobia in un’esasperata frontiera del dentro e, al tempo stesso, nella intimità, aperta alle improvvise amicizie, agli incontri, ai contatti. Una filosofia dell’esperienza che costringe a rivisitare il privato». Un cinema che del melodramma, tra la finzione e la vita, ha fatto il suo mondo, e del tragico, del noir, del fantastico, del comico, del teatro, del sogno e dell’eros le sue declinazioni, le sue (im)possibilità.
Un cinema che continua a sorprendere: come dimostrano i recenti “La cérémonie”, cortometraggio, e “Faux accords”, titolo che – spiega il regista – «gioca con i falsi accordi e falsi raccordi», uno scivolare su più livelli: fra le parole, fra i corpi dei personaggi e gli spazi, fra l’assenza e la presenza, fra la verità e la bugia. Fra la vita e la morte. E l’immaginazione. Fino al suo ultimo “Nuits blanches sur la jetée” (2014), per Uzak il film più bello visto al Festival di Locarno 2014, che è prima di tutto, racconta ancora Vecchiali, un ritratto di Dostoevskij, a partire dal nome del protagonista interpretato da Pascal Cervo: Fëdor. E, forse, il cinema, lo si può sognare, vivere, ancora.
Organizzata da Apulia Film Commission (iniziativa cofinanziata dalla regione Puglia attraverso i Fondi FESR – Azione 4.1.2.) in collaborazione con UZAK, la rassegna è curata dal critico cinematografico Luigi Abiusi ed è ancora ispirata dal volume “Il film in cui nuoto è una febbre. Registi fuori dagli sche(r)mi” (CaratteriMobili 2012).
Tutti gli appuntamenti della rassegna sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, info: 349.183.10.46.