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Collettivo femminista “maistarezitte” Brindisi: 8 marzo 2015, a che punto siamo con le discriminazioni di genere?

Quest’anno l’8 marzo lo dedichiamoa chisubisce e lotta tutti i giornicontro le discriminazioni di genere:la forma di razzismo più diffusae odiosaintroiettata da uomini e donnee che si manifesta attraversola denigrazione di un altro essere umano peril suo sesso.


Gli atteggiamentidi prevaricazione normalmente usati comepaternalismo, dileggio e disprezzo,non sono altro che l’esercizio di un potere per assumere onon perdere lo status di privilegiato rispetto all’altro.
Il sessismo non colpisce solo le donne perché“inferiorizzate” da una cultura millenaria e patriarcale e la cui sessualitàè costruita all’interno di relazioni di potere, il sessismo colpisce anche il sesso maschile quandonon è conformeall’attuale sistema.
Diffuso e naturalizzato è anche una forma di sessismo morboso e violento versole prostitute che scelgono il loro lavoro, ma anche versoquelle che sono indotte e sfruttate.
E’ necessario comunquedistinguere tra le discriminazioni sessiste che hanno una visibilità pubblicae quelleche avvengono in privato all’interno delle mura domestiche. Poiché al primo tipo di discriminazione c’è un riconoscimento e ci si può organizzare in maniera collettiva per combatterlo (es il bullismo a scuola),quello che avviene nel privato è molto più subdolo ed è più difficile che abbia un riconoscimento all’esterno,difficilmente si possono trovare forme di organizzazione collettiva per arginarlo.

Come collettivo femminista ci chiediamo qual èlo stato dell’arte oggirispetto al sessismo. Abbiamo elaborato un modo meno accademico ma certamente più coinvolgente per discutere del tema.
Abbiamo quindichiestoal genere maschile a noi più vicino e con cui ci relazioniamo più spesso,di definire iltermine sessismoe di spiegarci in poche parole cosapercepiscono in quest’atteggiamento.

Le risposte ricevute confermano che, in questo senso, non c’è stata alcunacrescita sociale e collettiva di un pensiero anti sessista che potrebbe aiutare a mettere le cose in pari, come si sperava negli anni 70 dopo le potentirivendicazioni dei movimenti delle donne.
Costatiamo che l’involuzione sociale e culturale sta diventando strutturale. Mancal’educazione alpensiero criticoe filosofico, che può dare chiavi di lettura differenti ed evitare pericolose manipolazioni del pensiero. Il movimento femminista è colpito da una costante banalizzazione che ne depotenzia la forza. E’ un dato di fatto che gli attualimezzi d’informazione sfornano una quantità enorme dipensieri deboli e luoghi comuniche rafforzanostereotipi di genere incredibilmente vecchi e quindi causadi discriminazione.
La nota positiva di questa nostra iniziativa e che abbiamo acceso un po’ di curiosità e qualcuno si è interrogato, ha riflettuto e anchestudiato. La risposta maschile più autentica einteressante è stata questa:
Siamo davvero non sessisti?
Poi dentro iniziamo a interrogarci, a darci alibi morali e di comodo, tirando fuori retaggi culturali, generazionali, abitudini familiari, media che ci hanno mostrato modelli di vita cosiddetti tradizionali.
Insomma, siamo ancora sessisti inconsapevoli (ma per davvero?) per inerzia e comodità. Speriamo di cambiare.

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