Presìdio del libro di Ostuni:Hélène METZGER, La scienza, l’appello alla religione e la volontà, trad. it., a cura di Mario Castellana, Lecce-Brescia, Pensa Multimedia, 2014.
Il Presidio del Libro di Ostuni col Patrocinio della Telcom, del comune di Ostuni e dei Lyons Club di Ostuni, presenta macromedia 18 marzo alle ore 18.00 presso l’auditorium della Biblioteca Comunale, Via Rodio 1, il libro dal titolo.
Hélène METZGER, La scienza, l’appello alla religione e la volontà, trad. it., a cura di Mario Castellana, Lecce-Brescia, Pensa Multimedia, 2014.
Introduce paola Cirasino e relaziona Mario Castellana, professore di Epistemologia- Filosofia della scienza presso l’Università degli Studi di Lecce
Hélène Metzger (1889-1844) è una pensatrice francese poco nota di origine ebraica che si è occupata prevalentemente di storia e di filosofia della scienza, con studi dedicati a Lavoisier e Newton soprattutto. In questo breve saggio, scritto durante l’Occupazione nazista della Francia, ella si interroga sulle ragioni di fondo che hanno portato all’instaurarsi dell’ideologia nazista, che vanno comprese per evitare altre catastrofi per l’umanità.
Prima di Hanna Arendt parla di ‘malattia della ragione’ che è stata l’anticamera delle ideologie totalitarie; ella propone dei ‘rimedi’ di natura razionale e in nome della nuova razionalità che propone, sfida le autorità naziste, si va a iscrivere deliberatamente come ‘ebrea’ sul Comune di Lione sino ad essere deportata ad Auschwitz nel marzo del 1944. La sua, pertanto, è una pagina di Resistenza spirituale e razionale al nazismo, regime ritenuto contro la ragione e che andava combattuto in primis con le armi stesse della ragione.
Il saggio contiene, inoltre, alcuni contributi di diversi studiosi che analizzano queste tesi e quello del curatore Mario Castellana, intitolato ‘H. Metzger testimone della ragione scientifica verso Auschwitz’, si sofferma in particolar modo sulle patologie della ragione e confronta l’esperienza di questa pensatrice con quella di altre donne definite ‘cuori pensanti’, come Simone Weil, Etty Hillesum, Hanna Arendt, Edith Stein e Maria Zambrano che a vario modo hanno sofferto per lo stesso evento, ma che soprattutto non hanno rinunciato a pensare per individuarne le cause.