L’aggiudicazione dell’appalto di Micorosa costituisce un plauso di merito a questa amministra-zione che, almeno sulla carta, ha operato in maniera tale da poter dare inizio ai lavori di bonifica; ciò, però, non può essere enfatizzato attribuendosi tutti gli esclusivi meriti.


Ricordiamo che per Micorosa vi era priorità, in classe 1, nel “Piano di Risanamento Ambientale”, diamo a Legambiente il merito di aver stimolato il problema nel 1998; diamo all’allora Sindaco Giovanni Antonino il merito di aver richiesto l’intervento di ARPA ed a seguito di una attenta relazione, di aver iniziato l’iter amministrativo della bonifica, emettendo l’Ordinanza n. 56/48526 del 27/06/2001 con la quale diffidava le società Micorosa Srl (allora non ancora in liquidazione) e la Enichem Spa, ad attivare tutte le procedure previste dal DM 471/99 (Ronchi) relative alla messa in sicurezza e successiva bonifica della discarica abusiva.
Oltre a ciò, l’allora Sindaco autorizzò un Action Plain relativo alla caratterizzazione di tutte le aree pubbliche sussistenti nell’area SIN, fra cui anche ed in particolare l’area di Micorosa; caratteriz-zazione poi realizzata dal Comune negli anni 2007 e 2008 che, oltre ad aver evidenziato uno stato di “contaminazione acuto” ha permesso lo stanziamento di finanziamenti statali dedicati alla boni-fica di Micorosa.
Sussistono, come si accennava, forti perplessità sull’avvio dei lavori e sulla concreta realizzazione dell’opera in virtù del fatto che l’aggiudicazione provvisoria alla ditta che ha offerto l’assurdo (per me) maggiore ribasso del 74,31% comporterà l’attivazione di tutta una serie di ricorsi che allungheranno i tempi e metteranno a rischio gli stessi fondi.
E’ ipotizzabile che la preoccupazione di perdere i fondi stanziati per l’appalto abbia indotto a sollecitare la commissione, preposta alla valutazione delle “offerte anomale”, a chiudere la verifica in corso sulla maggiore ed anomala offerta.
Fatto salvo quanto si avrà modo di leggere dal verbale della commissione, in due precedenti note ci eravamo chiesti se il progetto sviluppato da Sogesid fosse sovrastimato nella definizione dei “prezzi unitari” e, considerate la particolare situazione ambientale da bonificare, fosse sostanzial-mente errato nella individuazione della tipologia di intervento.
Inoltre, si è ribadito che le maggiori preoccupazioni erano connesse ai pericoli rivenienti dalla corretta esecuzione dei “presidi ambientali”, previsti in progettazione, che verrebbero ad essere minati dall’eccessivo ribasso di gara.
Nel mentre Sogesid risponde a Legambiente e dimostra la fonte certa dei “prezzi unitari” riportati nella progettazione, la stessa Sogesid afferma anche che il “Quadro Economico” del progetto è stato successivamente modificato dal Responsabile del Procedimento, senza l’accordo di Sogesid e con la forte contestazione (nota Sogesid del 30/8/2014) in merito: alle spese relative al costo del personale non soggette al ribasso d’asta (andavano inserite nel ribasso d’asta), alle spese di progettazione esecutiva (incrementate rispetto al Quadro Economico della Sogesid e senza dovute motivazioni), agli oneri relativi al supporto al Responsabile del Procedimento (aumentati) ed agli oneri per lo smaltimento in discarica (eliminati e che potranno creare difficoltà operative in fase di realizzazione difficilmente risolvibili).
Le preoccupazioni in merito ai “presidi ambientali” e quelle di Sogesid circa il “Quadro economico” del progetto, così come modificato dal RUP, diventano ancor più pressanti nel momento in cui, a fronte di un importo disponibile di € 48.135.859,14 si ha che:
ben € 9.992.039,43 sono rimaste a disposizione dell’amministrazione appaltante (per spese di progettazione, direzione dei lavori, costi vari del RUP, commissioni, ecc. ecc.);
ben € 9.772.910,32 sono state destinate dal Comune al costo del personale e non soggetti a ribasso;
solo € 27.821.461,59 del progetto definitivo di Sogesid, dell’importo di € 38.312.372,35, sono somme soggette a ribasso;
solo con € 7.147.33,48 la ditta aggiudicatrice realizzerebbe le opere dell’intero progetto.

E’ il caso di dire che comune e Sogesid, se pur con posizione di contrasto nei confronti della modifica del “Quadro Economico”, hanno, come si suole dire, “messo le spalle a parete”, garantendo quanto a loro dovuto.
La domanda che viene spontanea ed alla quale mi auguro qualcuno risponda è invece connessa alla certezza che tutte le opere previste per la bonifica e per una spesa complessiva di € 48.135.859,14, con un ribasso del 74,31%, possano essere effettuate a € 7.147.333,48 e con le MEDESIME GARANZIE AMBIENTALI E DI BONIFICA.
L’assurdo è che l’azienda aggiudicatrice dell’opera di bonifica, auspicata con atti amministrativi già a far data dal 1998, realizzerebbe tutte le opere con un importo inferiore a quello previsto dal bando, sia per il costo del personale e, sia per le somme a disposizione dell’amministrazione.
Con questi presupposti vi è anche, nell’ambito dell’amministrazione chi, disconoscendo la specifica destinazione dei fondi, prevede di utilizzare il “ribasso d’asta” per opere che nulla hanno a che fare con la bonifica della zona di Micorosa e con la salute dei Cittadini, sempre più minata da carcinomi, malattie degenerative, malformazioni neonatali, ecc. dovute anche e presumibilmente alla “contaminazione acuta” di Micorosa ed all’assorbimento degli inquinanti presenti nella catena trofica umana.