Venerdì 6 marzo (ore 20.45) la prima della stagione lirica al Teatro Verdi di Brindisi: in scena il capolavoro del repertorio operistico buffo firmato da Gioachino Rossini
Grande attesa, al Teatro Verdi di Brindisi, per «Il Barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini, in scena venerdì 6 marzo alle ore 20.45. Primo titolo del cartellone lirico di quest’anno, «Il Barbiere di Siviglia» debutta in assoluto nel politeama brindisino, prologo della riedizione di un’intesa con la Provincia di Lecce che segna un momento centrale all’interno della programmazione. Il melodramma buffo in due atti, per la regia di Bruno Praticò, è la prima opera italiana rimasta sempre in repertorio e ancora oggi tra le più rappresentate in tutto il mondo. Sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Lecce tornerà il Maestro Alberto Veronesi, tra i più acclamati direttori d’orchestra internazionali, mentre il Coro Lirico di Lecce sarà diretto dal Maestro Andrea Crastolla.
«L’unico strumento per far conoscere al mondo la nostra importantissima lingua – ha spiegato il regista Bruno Praticò durante la presentazione della stagione – è la lirica. Tutte le opere liriche, infatti, su qualsiasi palcoscenico internazionale sono interpretate in italiano. Non penso che ci sia più cultura di così». Oltre a firmarne la regia, Praticò interpreta il tutore di Rosina, don Bartolo, e nella sua carriera di baritono buffo l’artista aostano ha all’attivo più di cento ruoli in un repertorio che spazia dal Settecento fino a Mozart e Rossini. Del “suo” allestimento dice: «abbiamo scelto di portare in scena un Barbiere semplicissimo, classico, ambientato nel periodo giusto. Credo, infatti, che il teatro sia un’occasione di evasione per il pubblico e lo spettatore può evadere se si cala in un altro mondo, in un’altra epoca. Ci sono costumi molto belli, anche la scenografia è ottima».
Fra le opere più conosciute e rappresentate di Rossini, «Il Barbiere di Siviglia» è considerato universalmente il capolavoro del compositore pesarese. Il titolo originale è «Almaviva, o sia l’inutile precauzione». Il libretto era già stato musicato l’anno prima da Francesco Morlacchi. Prima di lui, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo «Barbiere di Siviglia» nel 1782. La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina, a Roma, e terminò fra i fischi. A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Paisiello e della sua versione dell’opera. Il solo annuncio che Rossini stava preparando la nuova versione del «Barbiere di Siviglia» aveva suscitato non poche polemiche, anche in considerazione del fatto che all’epoca Paisiello era ancora vivo. Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche, e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello. Il contralto Geltrude Righetti Giorgi fu la prima Rosina della storia, mentre il ruolo di Almaviva fu affidato al grande tenore spagnolo Manuel Garcia.
L’opera ruota intorno alla storia d’amore tra l’irresistibile, ricchissimo Conte D’Almaviva e la bella Rosina. Il vecchio don Bartolo vuole sposare la giovane, di cui è tutore, per portarle via l’eredità. Il Conte D’Almaviva, grazie all’aiuto del vecchio amico e servitore, il furbo ed esperto Figaro, progetta un piano per rapire Rosina e fuggire con lei: da parte sua. Travestimenti, scambi di persona, bigliettini misteriosi, situazioni buffe mettono a nudo una società che si nutre di avidità, di ipocrisia e di malaffare come proprio pane quotidiano. Ma alla fine, come si conviene, trionfano l’intelligenza e l’amore.
Questi i principali interpreti del cast che saliranno venerdì sul palcoscenico del Verdi: Blagoj Nacoski (Il Conte d’Almaviva), Bruno Praticò (don Bartolo), Anna Corvino (Rosina), Maurizio Leoni (Figaro), Fulvio Valenti (don Basilio), Idilia Annese (Berta), Carlo Provenzano (Fiorello, un Ufficiale).
Si comincia alle ore 20.45
Durata dello spettacolo: 2h 30min compreso intervallo
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