Il progetto presentato dall’AdPS in merito ai lavori di dragaggio e la colmata tra il pontile Petrolchimico e Costa Morena Est (in una zona classificata col massimo rischio idrogeologico) ha dato luogo ad alcune diatribe.

Le polemiche si sono acuite in particolare dopo l’incontro nella sede brindisina dell’Ente portuale e le dichiarazioni del Sindaco Rossi che, dichiarandosi contrario alla colmata nell’area prevista progettualmente, si è detto favorevole a completare quella di Capobianco con la prospettiva di destinare tale zona a base della Marina Militare, liberando in tal modo il seno di Ponente. Scelta che condividiamo e che prefigurerebbe una città diversa più progredita, dotata di fascino e attrattiva: soluzione peraltro da più parti patrocinata.
Premessa l’assurdità di continuare a pensare di occupare spazi acquei del porto semplicemente per “discariche” senza alcuna prospettiva di altro utilizzo, riteniamo insensato utilizzare un’area, le cui conclamate problematiche sono ignote forse solo al progettista, per accogliere i sedimenti rinvenienti anche dal dragaggio di altri porti. Consideriamo assai grave che non si parli in alcun modo di un nuovo Piano Regolatore Portuale: questione questa che dovrebbe preoccupare chi ha a cuore le prospettive future del porto.
Molti interventi a favore del progetto si modellano meccanicamente sulle dichiarazioni dell’Ente portuale, senza alcuna preoccupazione di approfondire le questioni sollevate e di operare verifiche sulla loro obiettività. E ciò ignorando sia i rilievi avanzati dal Ministero dell’Ambiente sul progetto e sia, soprattutto, i contenuti delle tante osservazioni inviate al suddetto ministero.
Alla luce dello scenario che si sta profilando, sarebbe interessante che qualcuno si facesse promotore (probabilmente l’Amministrazione comunale) di incontri destinati a illustrare tutte le osservazioni presentate ricalcando lo schema di partecipazione già messo in atto per altre tematiche. Quanti hanno presentato le osservazioni al progetto sarebbe utile che possano illustrarle pubblicamente in modo che tutti, e non solo l’Ente portuale, abbiano la possibilità di interloquire e far ascoltare le proprie ragioni.