E’ iniziato alle ore 13 e terminerà alle ore 17 lo sciopero nazionale indetto dal sindacato UNICA (Unione Italiana Controllo e Assistenza al Volo). Ad aderire il 90% dei controllori in turno oggi.
“Qualora le nostre richieste non dovessero essere prese in considerazione – spiegano i rappresentanti sindacali – programmeremo un nuovo sciopero entro la fine di febbraio, questa volta di 24 ore”.
Disagi e caos si registrano in tutti gli aeroporti italiani, proprio per la massiccia adesione allo sciopero. Le maggiori criticità a Napoli-Capodichino, Venezia, Bologna, Palermo, Bari, Brindisi e Torino dove le adesioni allo sciopero sono state del 100%.
Il sindacato UNICA con lo sciopero odierno intende portare all’attenzione le notevoli ripercussioni e implicazioni sociali che il nuovo piano industriale di Enav SpA sta per riversare sul personale operativo che svolge compiti delicati e di responsabilità.
Enav intende impattare pesantemente sulle vite e le condizioni sociali di circa 700 lavoratori del comparto operativo e relative famiglie cui sono chiesti sacrifici abnormi. Il piano industriale, inoltre, a regime, ridurrà la forza lavoro di 430 unità operative sugli attuali 2300 dipendenti, utilizzando il meccanismo del turn over che però ad oggi non dà certezze riguardo l’accesso alla pensione proprio del personale principalmente interessato dal suddetto Piano Industriale.
Inoltre, a tutti gli operativi sarà richiesto uno sforzo enorme nell’acquisizione di competenze ad oggi frazionate sui vari impianti territoriali che richiederà iter addestrativi pesanti e cambierà radicalmente il modo di offrire un servizio ad oggi al top in Europa per quanto riguarda puntualità, sicurezza e risultati economici.
Questi processi si scontrano con i dati di bilancio degli ultimi anni che vedono l’utile aziendale lievitare costantemente: 66,1 mln nel 2015; 76,3 mln nel 2016 e 101,5 mln nel 2017 con previsioni di incremento anche per il 2018.
Il tentativo di dialogo instaurato nei mesi scorsi, non ha minimamente smosso l’Enav dai propri propositi.
Per questa ragione si è arrivati all’astensione dal lavoro odierna che sarà replicata anche nei prossimi mesi se non si dovesse ravvisare una netta inversione di tendenza.