Promozione last minute per la commedia di Luigi Pirandello «Pensaci, Giacomino» con Leo Gullotta, in arrivo al Teatro Verdi di Brindisi mercoledì 6 febbraio – sipario ore 20.30Il biglietto, per poltrone di galleria, è disponibile a 10 euro a partire da lunedì solo presso la biglietteria del Teatro. Info 0831 562 554.

Leo Gullotta

L’Italia di inizio secolo scorso, inchiodata nelle sue convenzioni e nelle sue ipocrisie, immutabile e sempre attuale. Con «Pensaci, Giacomino» l’autore girgentino voleva rompere i pregiudizi di una società ingessata negli status sociali e nei più opprimenti cliché: ieri come oggi, l’individuo vive della propria maschera, perdendo di vista il proprio io e vivendo in una quotidiana commedia reale – a tratti drammatica – nella quale si scorgono finali pirandelliani.

Ora «Pensaci, Giacomino» arriva in scena con la regia di Fabio Grossi e la sapiente interpretazione di Leo Gullotta nel ruolo del protagonista, il professore Agostino Toti. L’attore catanese torna a Brindisi dopo aver interpretato al Verdi un altro testo di Luigi Pirandello, «L’uomo, la bestia e la virtù», alla fine del 2007, sempre per la regia di Grossi.

«Pensaci, Giacomino» risale al periodo dei primi importanti testi teatrali destinato a culminare con il successo internazionale dei«Sei personaggi in cerca d’autore» (1921). Prende spunto dalla novella omonima che fu pubblicata la prima volta sul Corriere della Sera il 23 febbraio 1910. Agostino Toti è un umanissimo professore settantenne che decide di andare controcorrente, affrontare le chiacchiere e i pettegolezzi, offrendosi di sposare la giovane Lillina, figlia del bidello della scuola, scacciata dai genitori perché incinta e impossibilitata a sposare Giacomino, il fidanzato povero, che non può mantenerla. Lo scopo di Agostino è di salvare la ragazza madre, offrendo un futuro tranquillo e agiato al bambino che nascerà: le promette in dote la pensione dello Stato e il suo patrimonio. Lillina potrà continuare a incontrare Giacomino, ma il gesto dell’anziano professore è persino osteggiato dai genitori della ragazza. Le vicende della commedia si affiancheranno e serviranno alla maturazione del giovane Giacomino, che all’inizio non ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di affrontare la sua famiglia.

«Il finale è in perfetto stile pirandelliano – ha commentato il regista Fabio Grossicon un accento di amara speranza, nel quale il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere civile, del suo essere uomo, del suo essere padre e andrà via da quella casa che lo tiene prigioniero, per vivere con il figlio e con la giovane madre». «Da qui – ha aggiunto – si comprende il pensiero del premio Nobel nei confronti di una società che allora era misogina, opportunista e becera». Ha concluso Grossi nelle sue note di regia: «La commedia racconta di uno Stato patrigno nei confronti dei propri cittadini e soprattutto nei confronti della casta degli insegnanti, sottopagati e bistrattati».

L’anticonvenzionale salotto di casa Toti abbonda di enormi orsacchiotti di peluche, emblema della purezza dell’infanzia che il professore si propone di proteggere. Da qui l’eroe combatte in solitudine la battaglia contro le ipocrisie di turno: le maldicenze della gente, il conflitto tra coscienza individuale e maschera sociale, l’abdicazione al ruolo genitoriale in nome dell’utile immediato, la falsità di chi usa la religione per saziare i propri interessi. E ancora, i mostri sociali padroneggiano la scena anche in senso fisico, attraverso le gigantografie mobili ispirate ai volti inquietanti del pittore tedesco Ernst Ludwig Kirchner. Le musiche, composte per l’occasione da Germano Mazzocchetti su liriche di Pirandello, evocano antiche ballate popolari e sottolineano l’abbrutimento morale della società, solo in parte riscattato dai versi finali del piccolo Ninì cui si vorrebbe garantire una vita migliore.

Si comincia alle ore 20.30
Durata spettacolo: un’ora e trenta minuti, atto unico
Info
www.nuovoteatroverdi.com – T. (0831) 562 554 – 229 230