La lingua greca è viva e non ha bisogno di commemorazioni, ma di rispetto e riconoscimento con azioni e prese di posizioni a suo favore.

Con decreto del governo greco, dell’11 aprile 2017, poi approvato dal Parlamento ellenico è stata scelta la data del 9 febbraio, giorno della morte del poeta nazionale Dyonisios Solomos, per celebrare la «Giornata mondiale della lingua ellenica». L’idea è partita dall’Italia, nell’ambito delle Comunità Elleniche e, tralasciando i soliti inevitabili protagonismi e provincialismi riguardo l’idea in sé, personalmente non ho obiezioni da muovere all’iniziativa.

All’epoca, anche se non siamo stati minimamente coinvolti, abbiamo partecipato marginalmente al dibattito virtuale sui social, sostenendo che l’idea, anche se buona, non poteva partire semplicemente da ambizioni personali ed avanzare tramite le solite conoscenze politiche. Essa, invece, doveva essere elaborata e quindi articolata e proposta da un comitato promotore di prestigio che annoverasse nel suo senno personalità della cultura, dell’arte e delle scienze di calibro internazionale. Questa era, secondo noi, l’unica garanzia capace di far camminare per le strade del mondo e nei primi anni di vita una bellissima idea, senza cadere in banalità e provincialismi altrimenti inevitabili.

Naturalmente, non solo non siamo stati considerati ma siamo stati aggrediti e derisi. Il tempo ci ha dato ragione. Eventi di alta impostazione scientifico- culturale nel mondo il 9 Febbraio non sono segnalati finora e questo è un grande peccato.

La Comunità Ellenica del Grande Salento che ho l’onore di presiedere, attraverso il suo organo didattico e formativo – il «Centro per la Diffusione della Lingua e Cultura Greca – Dimìtris Glàros» che dirige dal lontano 2003 la prof.ssa Isabella Oztasciyan Bernardini già docente di lingua e letteratura neogreca dell’Università del Salento – ha deciso di non aderire ai “festeggiamenti effimeri” del 9 Febbraio, ma di onorare la lingua ellenica ogni santo giorno, tenendo vivi corsi di lingua e cultura greca, principalmente a Lecce e a Brindisi, organizzando appositi seminari, conferenze, dibattiti, incontri internazionali e soprattutto tenendo attivo a  Lecce il «Centro di Accreditamento di Lingua Greca moderna», che permette a tutti gli interessati l’opportunità di affrontare gli esami per il conseguimento del Certificato di Conoscenza della Lingua greca moderna (Pistopiitikò Epàrkias Ellinomàthias).

Questo facciamo noi dal 2002, anno della nostra fondazione ad oggi, con serietà e continuità. E non mettiamo in conto i molteplici contatti e le collaborazioni con le istituzioni e le associazioni attive della Grecìa Salentina, l’area ellenofona del Salento, dove Dimìtris Glaros, grande attivista per la diffusione della lingua greca nel mondo, al quale è dedicato l’apposito nostro “Centro”, e la prof.ssa Isabella Oztasciyan Bernardini hanno operato concretamente in tempi non sospetti, quando l’area ellenofona salentina non era «a la page», non andava di moda e parlare il grìko era quasi un tabu.

Le polemiche quest’anno nascono perché il 9 Febbraio, in occasione della «Giornata mondiale della lingua ellenica», con la benedizione dell’Ambasciata greca in Roma sono state organizzate a Lecce manifestazioni dall’Università del Salento e da un non ben definita “Grecìa Salentina” (non abbiamo notato le rappresentanze istituzionali), coinvolgendo gli alunni di vari istituti del territorio escludendo clamorosamente gli attori- protagonisti storici del territorio per la diffusione ma anche della conservazione e la sopravvivenza sia del neogreco, sia del grìko.

La prima costatazione che ci siamo posti ad alta voce è che è inconcepibile, se non provocatorio, che l’Università del Salento organizzi con tale leggerezza un evento del genere dopo avere sospeso l’insegnamento del neogreco. Se tiene tanto alla lingua greca ripristinasse l’insegnamento del neogreco.

La seconda costatazione-domanda riguarda l’Ambasciata ellenica in Roma: come mai promuove e patrocina iniziative cosi significative in una Università che ha eliminato il neogreco senza aver fatto mai nessuna azione di protesta, anche semplicemente epistolare, per rivendicare l’importanza dell’insegnamento del neogreco in un Ateneo, che ha la sede a pochi chilometri della Grecìa Salentina dove si parla il griko, lingua che è diretta emanazione del greco?

Infine la Grecìa Salentina! Ma che senso ha la partecipazione a questa giornata che più di onorare una lingua viva sembra commemora la sua presunta morte? Questo a maggior ragione pensando che non ha mosso mai un dito a livello politico- istituzionale  per creare i presupposti per l’insegnamento del neogreco alla Università del Salento.

Invece apprezziamo le proposte della prof.ssa Isabella Oztasciyan Bernardini e le facciamo nostre. Primo: proporre e adoperarsi affinché la lingua greca diventi patrimonio dell’umanità tramite l’Unesco. Secondo: organizzare un vero e proprio movimento di opinione per convincere l’Università del Salento a ripristinare l’insegnamento del neogreco nell’ambito dell’Ateneo.

Non inutili “commemorazioni”, quindi, ma modi concreti per onorare la lingua greca ogni giorno, non con le parole, ma con azioni!

 

Ioannis Davilis, presidente Comunità Ellenica del Grande Salento