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I CAN, I WILL. END OF THE STORY AIPD Brindisi ringrazia Enel per aver consentito l’avvio dei progetti di Autonomia per Adolescenti con Sindrome di Down

Si è concluso lo scorso 14 dicembre il progetto di Autonomia “I can, I will. End of the story”, destinato ad adolescenti con Sindrome di Down e realizzato da AIPD Brindisi grazie al contributo di ENEL.

I percorsi di Autonomia rappresentano il punto di partenza fondamentale per ottenere un pieno inserimento sociale della persona con Sindrome di Down e con disabilità intellettiva medio-lieve. E’ per questo che AIPD si avvale di operatori esperti per accompagnare la famiglia e la persona sin dai suoi primissimi anni di vita.

Per poter parlare di riuscita nella vita di una qualsiasi persona, bisogna partire da alcuni chiari presupposti di auto-consapevolezza generale: delle proprie capacità, delle proprie risorse, delle attitudini personali e dei propri limiti oggettivi e/o soggettivi. In particolare, al fine di acquisire i requisiti fondamentali per il raggiungimento di una collocazione sociale adeguata della persona è necessaria una suddivisione del lavoro per fasce d’età e, talvolta, anche per competenze.

Il lavoro sull’autonomia, come già detto, ha inizio già nei primissimi anni di vita del bambino, attraverso l’intervento della famiglia. In questa fase il lavoro può essere coadiuvato da interventi educativi specializzati che offrano formazione e/o supporto alla famiglia e/o che prevedano incontri cadenzati di piccoli gruppi incentrati sul gioco. Successivamente, nel periodo scolare e pre-adolescenziale l’intervento educativo professionale diventa ancora più importante, in quanto si instaurano diverse dinamiche sociali che presuppongono un graduale allontanamento dall’ambiente familiare e, pertanto, avvicinano il bambino/ragazzo alla necessità di “fare da solo”.

Andando avanti con l’età ed entrando nel periodo dell’adolescenza gli obiettivi cambiano ancora, in quanto si intensificano le dinamiche emozionali, affettive e relazionali tipiche della vita di qualsiasi persona. In questa fase l’intervento sociale, educativo e psicologico diventa un punto di riferimento fondamentale per il ragazzo e per la stessa famiglia che spesso necessita di aiuto nella gestione delle differenti problematiche.

I can, I will. End of the story.”, è un progetto che ha coinvolto 7 persone con disabilità intellettiva dai 14 ai 18 anni, le loro famiglie e le relative scuole, interessando i dirigenti scolastici, gli insegnanti e gli educatori di ogni singolo partecipante, con l’obiettivo di incentivare l’autonomia nei suoi diversi aspetti ed approcci: Personale – a partire dalla conoscenza dettagliata e dall’adeguato utilizzo dei    vari strumenti per l’igiene personale, fino ad arrivare, ad esempio, alla consapevolezza dei momenti e delle situazioni in cui sia necessario provvedere al disbrigo delle pratiche della propria igiene e pulizia; Domestica – si è lavorato sulla conoscenza, sulla gestione del proprio ambiente domestico e sulle varie pratiche quotidiane, come il saper lavare i propri indumenti, preparare ricette semplici (attraverso l’utilizzo di ricettari facilitati), provvedere alla pulizia degli ambienti, ecc; Sociale – finalizzata al raggiungimento di obietti di inclusione sociale nel senso più ampio. L’autonomia sociale comprende la conoscenza di sé, della propria identità, della propria collocazione spaziale, quindi della propria città e del proprio quartiere; la conoscenza delle proprie emozioni e dei propri stati d’animo e, di riflesso, di quelle dei propri vicini, parenti, amici, docenti e conoscenti; la consapevolezza del tempo che si ha a disposizione, che ne favorisca un’adeguata gestione, quindi l’utilizzo dell’orologio o di altri strumenti facilitanti per il riconoscimento spazio-temporale; l’organizzazione di un’uscita con gli amici; la gestione di un’emergenza, come perdersi per strada o sentirsi male; la gestione dell’affettività e della sessualità. E tanto altro ancora….

Altri obiettivi del progetto sono stati: il ben-essere psico-sociale della persona in generale; la motivazione all’apprendimento di abilità didattiche e logico-matematiche, sviluppata attraverso una loro collocazione pratica all’interno di obiettivi ben precisi, strutturati e soprattutto utili per la persona stessa (ad esempio, imparo a leggere per riconoscere un segnale stradale, oppure imparo a contare per saper leggere l’orologio); la sensibilizzazione del contesto socio-culturale, a partire dai ragazzi, fino ad arrivare alle loro famiglie e al resto degli attori sociali che non sono solitamente “vicini” alla disabilità.

Il lavoro ha previsto 12 incontri a cadenza settimanale della durata di tre ore finalizzati al raggiungimento degli obiettivi preposti e differenziati sulla base del periodo di vita di ciascun ragazzo. Sono stati realizzati altresì incontri con i diversi gruppi delle famiglie, che hanno visto la formazione, il monitoraggio ed il supporto della famiglia, sia individuale, che di gruppo. In ultimo il lavoro con la scuola ha compreso un’operazione di sensibilizzazione che ha visto il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, e che prevederà nel tempo una collaborazione stabile con insegnanti, educatori e con lo stesso gruppo-classe. Nell’ambito della programmazione scolastica sarà avviata l’organizzazione di una serie di incontri di inclusione sociale, all’interno del gruppo-classe, che avranno l’obiettivo di indirizzare i compagni e gli insegnanti di sostegno verso un’ottica inclusiva del bambino/ragazzo disabile. Attraverso giochi, tecniche e strumenti di socializzazione si lavorerà sulla concezione della parola “disabilità “ e sulle modalità di rapportarsi allo stesso disabile in maniera adeguata. “I can, I will. End of the story.” è infatti un progetto che ha avuto una durata di 3 mesi, ma che è finalizzato all’avvio di un percorso di autonomia che seguirà i ragazzi anche successivamente, durante l’intero percorso di vita, verso il pieno inserimento sociale.

Con il presente progetto infatti l’AIPD Brindisi si propone di promuovere ulteriori percorsi di autonomia a livello territoriale, incentivando le famiglie e le persone con disabilità intellettiva a credere in un futuro basato sulla reale autonomia della persona disabile, partendo dal presupposto che esiste un’autonomia possibile per tutti, anche per le situazioni di gravità che possono apparire destinate ad un assistenzialismo ad oltranza. Ci si propone inoltre di formare dei gruppi di persone con disabilità che abbiano dei pre-requisiti educativi, cognitivi e comportamentali, per poter essere adeguatamente inseriti nella società, al fine di non essere più considerati “un peso” o “persone da aiutare”; diffondere nel territorio la metodologia AIPD incentrata sullo sviluppo delle abilità di autonomia, preparando i vari attori sociali ad accogliere la persona con disabilità intellettiva nel rispetto del suo “Saper fare” e di conseguenza “Saper essere” una persona adulta come tutti gli altri; sensibilizzare gli operatori sociali rispetto al concetto di AUTODETERMINAZIONE della persona con disabilità intellettiva; e, in ultimo, infondere nella scuola il principio fondamentale secondo il quale è importante fare “Un passo alla volta, ma anche un solo passo! ” .

L’evento conclusivo, che si terrà l’11 Gennaio 2020 a Brindisi, a partire dalle ore 9.00, presso l’Aula Magna del Polo Universitario “Vittorio Valerio” – ASL Brindisi, ex Ospedale Di Summa, consisterà in un convegno che prevederà l’intervento diretto dei ragazzi, delle famiglie, degli operatori coinvolti nel progetto e degli operatori esperti nella metodologia AIPD di altre sezioni d’Italia. Il fine sarà quello di sensibilizzare il territorio circa l’unicità e l’utilità delle metodologie utilizzate nell’ambito del percorso di vita della persona con disabilità e della sua famiglia.

Per informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria AIPD Brindisi dal lun. al ven. dalle 9.00 alle 17.00 tel. 0831/523073 ovvero al numero 348/9343609.

Ci piacerebbe concludere questa presentazione con una citazione molto significativa:

Quando guardate, guardate lontano. E quando credete di guardare lontano guardate ancora più lontano.” R. Baden-Powell.
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