“Lavoro: il nostro impegno per uno sviluppo razionale e sostenibile”: è stato il tema dei lavori del Consiglio Generale CISL Taranto Brindisi, riunito stamani giovedì 5 dicembre, alle ore 9.30 precise, presso l’Auditorium del Castello di Mesagne, in via Castello. I lavori sono stati introdotti da una relazione del Segretario generale Antonio Castellucci, cui è seguito il dibattito. Sono intervenuti Daniela Fumarola, Segretaria generale Cisl Puglia e Piero Ragazzini, Segretario nazionale confederale Cisl che ha concluso i lavori.
Sintesi relazione introduttiva di Antonio Castelluccci
Orientati dall’esortazione di Papa Francesco contenuta nella “Laudato si” abbiamo deciso di donare alla Città di Mesagne, simbolicamente al Sindaco, una pianta che si tradurrà nel dono di un albero per ogni bambino nato nel 2019. Sia a Taranto che a Brindisi l’eco-compatibilità e la sostenibilità non si raggiungeranno mai azzerando i sistemi industriali o fantasticando su soluzioni irrealizzabili ma ad effetto mediatico; è vero anzi, che è proprio quando si dismettono i siti industriali i problemi di inquinamento insorgono. All’estremismo ambientalista e anti-industriale continueremo a rispondere con tutti i livelli dell’Organizzazione con fermezza, razionalità, rigore scientifico e propositivo e con la nostra forte iniziativa politica.
Siamo alle prese con una Legge di Bilancio ancora insufficiente, dove mancano investimenti su infrastrutture materiali, digitali e sociali; non ci sono adeguate risorse sulle politiche industriali ed occupazionali, non si dà la giusta centralità all’innovazione ed alla necessità delle PMI di accedere a leve di sviluppo 4.0. Dal 10 al 17 dicembre realizzeremo unitariamente nel Paese una forte mobilitazione con iniziative nei territori e tre manifestazioni/assemblee nazionali aperte, sulle questioni Mezzogiorno, industria, servizi e sviluppo sostenibile, contro i licenziamenti, a sostegno dell’occupazione e delle vertenze aperte; per il rinnovo dei contratti pubblici e privati, il superamento dei contratti pirata, la riforma e le assunzioni nella Pubblica Amministrazione; per la riforma fiscale, una redistribuzione a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per ridurre il fenomeno dell’evasione.
L’ex Ilva è un patrimonio industriale del Paese da preservare e reputiamo da sempre condizioni non negoziabili la produttività dello stabilimento con un piano industriale chiaro e coerente con le potenzialità del mercato mondiale dell’acciaio, la salvaguardia occupazionale dei dipendenti diretti, dell’appalto e dell’indotto, il processo di ambientalizzazione, garantito da tempi e condizioni già previsti nell’accordo sottoscritto a settembre 2018.
Per quanto riguarda la sanità, dopo una cauta fase positiva di avvio del confronto sia con la ASL di Taranto che con la ASL di Brindisi nei primi mesi di quest’anno e pur avendo fatto ad agosto una buona convenzione con la ASL di Taranto sull’utilizzo dei CAF confederali per le pratiche di accesso ad alcuni importanti servizi sanitari e socio sanitari, siamo di nuovo in una fase di rallentamento. Stiamo perciò sollecitando le due Direzioni Generali a convocare a breve una ripresa del confronto, per completare la verifica sull’offerta sanitaria ospedaliera e territoriale, a valle del Piano di Riordino e sulla reale situazione delle Liste di attesa, anche alla luce del Piano attuativo Aziendale per il governo delle stesse.
Taranto e Brindisi sono due delle maggiori città industriali del Mezzogiorno che si affacciano sul Mar Mediterraneo ed ospitano sistemi produttivi industriali considerati tra i perni del sistema Italia, per numero di addetti e per tipicità delle produzioni, senza dimenticare una serie progressi in atto che coinvolgono sul versante dello sviluppo altri settori imprescindibili per la determinazione del PIL regionale pugliese e nazionale, come il Turismo e l’Agroalimentare. Taranto e Brindisi sono, al contempo, parte di quel Sud che ha perso due milioni di persone dal 2000 ed altri 5 milioni ne perderà nei prossimi 50 anni, soprattutto giovani e laureati, mentre il PIL calerà di quasi il 40%.
Per il Cis di Brindisi, avviato formalmente circa tre mesi fa, con la presentazione di quaranta progetti dal Comune capoluogo, auspichiamo che possa avviarsi al più presto la fase operativa per dare risposte concrete. Quanto invece alle Zes interregionali che ci riguardano, a settembre scorso il Ministero dell’Economia ha dato il via libera anche a quella Adriatica Puglia-Molise, facendo seguito a quella Ionica, mentre lo scorso 29 novembre con l’avvenuto insediamento del Comitato di indirizzo si è dato avvio alla piena operatività della Zes Ionica che potrà finalmente e formalmente attuare le iniziative finora pianificate e condivise tra le istituzioni coinvolte a favore dei territori interessati.
Nel nostro territorio di Brindisi e di Taranto la Cisl, da anni, ha introdotto nel lessico sindacale i concetti di co/evoluzione e di resilienza, come nuova dimensione della concertazione sociale e come capacità di reagire alla crisi utilizzando tutte le risorse di cui si dispone.
Sintesi intervento di Daniela Fumarola – Segretaria generale Cisl Puglia
Sviluppo sostenibile, progetto di sistema, occupazione aggiuntiva: per la Cisl è il percorso lungo cui proseguire con decisione, perché siano recuperati i seri rischi di marginalità dei nostri territori e del Mezzogiorno in generale. I diritti costituzionalmente previsti, buon ambiente, occupazione, salute e sicurezza, per quanto ci riguarda vanno salvaguardati, così come sempre da noi sostenuto anche divenendo oggetto di dileggio.
No alla demagogia a buon mercato, come quella che in Puglia evoca la decarbonizzazione dei processi produttivi pesanti ma poi ci si dichiara contrari alla Tap; né comprendiamo chi si dice oggi preoccupato per le reazioni dei lavoratori che potrebbero perdere la propria occupazione, mentre fino a ieri si è cavalcata l’onda del populismo pseudo ambientalista.
Aspettiamo il Governo nazionale sui contenuti della Piattaforma unitaria Cgil Cisl Uil, spiegati e rispiegati al Governo Conte senza avere ottenuto finora risposte serie, credibili, esigibili in termini di sostenibilità sociale.
Supporteremo l’azione vertenziale nazionale/territoriale dei prossimi giorni messa in campo dalle confederazioni e sappiamo già che da Taranto e da Brindisi ci sarà una forte partecipazione.
Innovazione e ricerca: la Cisl pone questa sfida al Paese perché non sia schiacciato nei prossimi anni dalle super potenze economiche come USA e Cina.
Continueremo ad insistere sui temi della sanità, delle politiche sociali, dei Fondi europei, tentando di rimuovere le persistenti sordità della Regione Puglia che, oltretutto, non possiede un proprio progetto di sviluppo ed è impermeabile alle sollecitazioni sindacali.
Sintesi conclusioni di Piero Ragazzini – Segretario nazionale confederale Cisl
La presenza nelle periferie è il segreto per cui la Cisl è orgogliosamente radicata nella coscienza comune che è la nostra forza, anche nei confronti di chi fa della paura la propria cifra politica. Il ‘900 è finito con le sue miserie ma anche con le grandi opportunità offerte, tra cui lo Stato sociale; il terzo millennio offre situazioni inedite e nulla può considerarsi scontato.
I populisti cercano i colpevoli, i riformisti soluzioni; la globalizzazione per alcuni è un problema per altri può divenire opportunità, come per il Sud, ad esempio, prospiciente al grande mercato del Mediterraneo che nei prossimi 20 anni vedrà investimenti ingenti. ExIlva; si confermi l’accordo di settembre 2018. Il Paese ha, comunque, bisogno di una vera politica industriale, nel segno della democrazia economica e della partecipazione. No al turbo-capitalismo che fa i soldi con altri soldi e non già con il lavoro.
Bene l’unità sindacale che non significa sindacato unico. Piattaforma unitaria di Cgil Cisl Uil: se non ci saranno date risposte le attese, faremo tutte le iniziative necessarie per portare a casa le nostre rivendicazioni.
Relazione Antonio Castellucci
Saluto e ringrazio le amiche e gli amici presenti ai nostri lavori; e ringrazio, a nome di tutti, il Sindaco di Mesagne Antonio Matarrelli, per il suo gradito intervento.
Saluto Daniela Fumarola Segretaria Generale Cisl Puglia e Piero Ragazzini, nostro Segretario Cisl Confederale, che concluderà i lavori di questo Consiglio Generale.
La relativa distanza con i lavori del nostro precedente Consiglio (17/9) se da un canto ci porta istintivamente a ripercorrere alcune questioni già approfondite, dall’altro ci obbliga a mettere in fila ancora questioni vertenziali che coinvolgono le nostre aree di Brindisi e di Taranto.
Vertenze che si innestano in criticità più generali riguardanti queste nostre aree e in un Mezzogiorno in cui, secondo recenti dati forniti dalla Banca d’Italia, la Puglia è cresciuta in misura più contenuta rispetto all’anno precedente e alla media nazionale.
Obiettivi come la sicurezza sui luoghi di lavoro, la difesa dell’economia e del sistema produttivo esistente, lo sviluppo aggiuntivo sostenibile, una migliore qualità della vita, il superamento delle attuali marginalità sociali, culturali, economiche, persino imprenditoriali, come ampiamente dimostrato, negli ultimi anni, dalle varie graduatorie prodotte da istituti specializzati, sono ancora tutti da raggiungere.
L’ ultima graduatoria, in ordine di tempo, quella stilata da Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma, il cui studio si basa su nove dimensioni d’analisi (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, istruzione formazione e capitale umano, sistema salute, tempo libero e tenore di vita) mette in evidenza un dato:
per incontrare le prime province del Sud bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera e per quanto riguarda la Puglia, se meglio del capoluogo regionale fa solo Lecce (81°), più in basso si trovano Brindisi (87°), Taranto (da 88 (2017) a 89°), la Bat (97°) e Foggia (102°).
Analizzando le criticità, la sicurezza sui luoghi di lavoro è purtroppo ancora una grande emergenza, per cui siamo costretti a contare altri morti sul lavoro, più di ottocento fino ad oggi, in Italia, in questo 2019, ai quali si aggiungono in Puglia gli ultimi lavoratori deceduti a Galatone qualche giorno fa.
Ribadiamo, instancabilmente, che occorre investire in tutti i cicli produttivi su innovazione, ricerca, informazione, formazione in nuove competenze per creare condizioni di maggiore sicurezza, per implementare cultura della prevenzione; e, inoltre, che siano attivati sempre più necessari controlli con personale qualificato, accelerando il più possibile i tempi di assunzione.
Su questi temi specifici abbiamo anche riflettuto lo scorso 28 novembre, nella nostra iniziativa su Salute Sicurezza Ambiente insieme con la dirigenza della Asl Taranto; iniziativa riservata al Gruppo Dirigente della UST e conclusa da Daniela.
Va preso atto che nel dibattito pubblico e culturale del Paese, schiacciato spesso da questioni non rilevanti, a volte persino da fake news, il tema della vigilanza nei luoghi di lavoro è stato considerato come a margine delle formali note di cordoglio, dopo l’ennesima, cosiddetta, morte bianca.
Rilanciamo perciò anche da questo Consiglio Generale un segnale forte alla politica, ai rappresentanti parlamentari, ai consiglieri regionali pugliesi eletti in questi territori, alle imprese, alle istituzioni centrali e periferiche, al sistema pubblico di controllo, affinché siano individuate e implementate tutte le buone pratiche utili a preservare la centralità del benessere fisico, mentale e sociale di ogni persona impegnata in qualunque sistema produttivo.
Per la Cisl la sicurezza sul lavoro e le misure di salvaguardia dell’incolumità personale non sono mai un optional ma costituiscono condizione indispensabile, affinché il valore della vita umana preceda e sottintenda a qualsiasi altro interesse.
Dunque, formazione, conoscenza, competenza, dovranno essere implementate nei confronti delle nostre Rsu, dei nostri Rls e questo compete a noi, come UST e come Federazioni.
A sostegno di ciò, con il Coordinamento salute e sicurezza della UST stiamo proseguendo il percorso già avviato in collaborazione con l’Inail di Taranto e di Brindisi, incontrando i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls).
Riteniamo, tuttavia, che i dati attualmente in nostro possesso meritino di essere aggiornati, perciò abbiamo chiesto, recentemente, alle segreterie delle federazioni, di compilare una scheda segnalandoci gli attuali Rls in carica o i dati di Rsu, Rsa od attivisti, ai quali la UST possa offrire una ulteriore formazione specifica ed aggiuntiva a quella garantita dalle Federazioni di appartenenza, al fine di attivare una rete sempre più efficace rispetto alle criticità esistenti.
Un altro argomento su cui ragionare come è quello dei cambiamenti climatici.
Nubifragi e trombe d’aria hanno allagato, anche recentemente, le campagne di Taranto e di Brindisi, hanno sdradicato alberi, inondato di fango campi e strade rurali, hanno buttato a terra le olive, danneggiato ortaggi e verdure in campo.
Reputiamo, dunque, necessario riproporre sull’intera materia l’idea di un Patto tra Istituzioni per rilanciare tutto il Paese sui grandi assi dell’infrastrutturazione e della tutela dell’ambiente.
Negli ultimi mesi le nuove giovani generazioni stanno dettando l’agenda ai grandi della terra, grazie alla giovane attivista svedese Greta, nata nel 2003, che sta scuotendo le sensibilità ambientali con strenua determinazione.
Come UST abbiamo aderito e partecipato il 27 settembre u.s. alla manifestazione indetta dalla Cisl di Puglia in occasione del terzo sciopero globale per il clima, con due distinti presidi territoriali presso i luoghi di lavoro nei quali, insieme con delegati e Federazioni, abbiamo spiegato le ragioni di tale iniziativa e consegnato simbolicamente delle borracce in alluminio.
Lo abbiamo fatto, riscuotendo un forte apprezzamento da parte dei lavoratori, presso le rispettive portinerie dello Stabilimento Heineken Italia a Massafra, per l’area di Taranto e dello Stabilimento Sanofi a Brindisi.
Ispirati e orientati dall’esortazione di Papa Francesco contenuta nella “Laudato si” (Par. 13): “La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare…” ed ispirati dalla campagna nazionale denominata ‘60 milioni di alberi’ promossa dalla Comunità Laudato sì che in pochi anni il nostro Paese accolga almeno 60 milioni di nuovi alberi, uno per ogni italiano; anche noi oggi abbiamo deciso di donare alla Città di Mesagne, simbolicamente al Sindaco, un albero per ogni bambino nato nel 2019.
Al riguardo, ci piace segnalare che si terranno dal 4 al 7 febbraio 2021 a Taranto i lavori della 49^ settimana sociale dei cattolici.
A Roma, lo scorso 28 novembre è stato presentato in conferenza stampa il primo documento preparatorio dell’ appuntamento, sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro #tuttoèconnesso“.
Si offriranno alle diocesi italiane ed alle comunità territoriali varie piste tematiche, in vista della stesura del testo sul quale poi verterà il confronto durante la stessa Settimana sociale .
La scelta di Taranto, attualmente sotto i riflettori appunto, per la questione dell’ex Ilva, stimolerà senza dubbio, negli intenti degli organizzatori, tra i quali l’Arcivescovo Filippo Santoro, una riflessione più articolata sui temi ambientali e sociali.
Il faro rimane, anche in questo caso, la richiamata Enciclica del Papa che pone al centro la categoria dell’ecologia integrale; gli stessi temi cui la nostra Cisl territoriale, ha riservato nel tempo iniziative di approfondimento e di confronto.
L’intento degli organizzatori è quello di far ripartire un progetto di vita sociale e di comunità che ascolti il grido, diffuso e sofferto delle persone e della terra e che parta dal nostro territorio, inoltre, il dialogo con il mondo giovanile, lo consideriamo un bel segnale.
Naturalmente come UST, con tutto il Gruppo dirigente, saremo attenti a cogliere quanto di positivo scaturirà dalla 49^ settimana cattolica e, se ci sarà richiesto, non ci sottrarremo dall’offrire il nostro contributo di idee e di proposte radicate nei principi valoriali della Cisl.
Valori che sono il rispetto per ogni persona, il dialogo, la partecipazione, il pluralismo, la corresponsabilità sociale, la prossimità, l’accoglienza.
Sicuramente Taranto, come abbiamo abbiamo avuto modo di evidenziare con la Cisl di Puglia e la Dirigenza Asl nella citata nostra iniziativa del 28 novembre scorso, non è la città/territorio più inquinata d’Italia, né con Brindisi può concepirsi come città/territorio dove sia sconsigliabile vivere o dove, prima o poi, tutti si ammaleranno per l’inquinamento di falde acquifere, di terra, di mare oltreché di aria.
E’ vera, invece, la necessità che vengano adottate le migliori tecnologie perché sia reso sostenibile, oltreché preservato, il ciclo di tutti i rispettivi sistemi produttivi qui esistenti, con conseguente valutazione d’impatto ambientale per tutte le Aziende, così come simultaneamente per la prevenzione e per la cura dei cittadini e per l’offerta di una sanità efficiente ed efficace.
L’eco-compatibilità e la sostenibilità non si raggiungerà mai azzerando i sistemi industriali o fantasticando su soluzioni irrealizzabili ad effetto mediatico, parlando solo alla pancia delle persone; è vero, anzi, che è proprio quando si dismettono i siti industriali i problemi di inquinamento insorgono; all’estremismo ambientalista e anti-industriale continueremo a rispondere con tutti i livelli dell’Organizzazione con fermezza, razionalità, rigore scientifico e propositivo e con la nostra forte iniziativa politica.
Quanto attuali noi reputiamo i contenuti dell’iniziativa Cisl Taranto Vision 2020 di cui sarà il caso di trarre un bilancio ad oltre 15 anni da quel 2003, allorquando con un approfondimento tematico di respiro anche internazionale essa aveva individuato percorsi di sostenibilità, mettendo a confronto realtà industriali avanzate in Paesi non solo europei, nostri competitori, dove la sostenibilità sociale ed ambientale della produzione siderurgica era stata positivamente realizzata da tempo.
La Cisl dimostrò come, con un’azione sinergica ed illuminata da parte di tutti, anche il sito produttivo ionico, tanto discusso, sarebbe potuto divenire sostenibile grazie all’introduzione delle migliori tecnologie presenti sul mercato.
Oggi a quel 2020 stiamo per giungere e purtroppo c’è il rischio, da scongiurare, che il precipitare degli eventi possa portare allo spegnimento dello stabilimento ionico.
La nostra analisi riguardante la sostenibilità delle produzioni industriali presenti nel nostro territorio, ci propone altri versanti di valutazione.
Come i dichiarati investimenti, per quasi 29 miliardi, contenuti nel piano strategico 2020-22 di Enel, di cui la metà destinati alla decarbonizzazione degli impianti entro il 2025; ed inoltre, il rivoluzionario cambiamento anticipato da Eni che nel 2050 produrrà energia – non più tanto da gas e petrolio – in gran parte dai rifiuti.
Elementi, questi, in linea con quanto da sempre auspicato e che figurano, insieme con tantissimi altri, tra le priorità del sindacalismo confederale su questioni sensibili e tutte alla base, peraltro, della serie di appuntamenti nazionali unitari che dal 17 settembre u.s. ad oggi, sono stati realizzati per ribadire tutta l’insoddisfazione per il mancato riscontro dato dal Governo alle complessive rivendicazioni di Cgil Cisl Uil.
Un’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati, il 9 ottobre u.s. al forum di Assago-Milano, ha rilanciato la piattaforma unitaria “Le priorità di Cgil Cisl Uil per il futuro del Paese”, definita a gennaio scorso.
Citiamo alcune iniziative, il 15 novembre ed ancora il 2 dicembre scorsi i Vigili del Fuoco hanno portato la loro protesta prima nei rispettivi territori poi su scala nazionale a Piazza Montecitorio, poiché questi lavoratori non hanno visto concretizzarsi gli impegni assunti per migliorare le condizioni degli stipendi, della previdenza, del riconoscimento delle malattie professionali.
Nella stessa giornata del 15 novembre, i lavoratori Edili hanno dato vita a manifestazioni unitarie in 100 piazze italiane – comprese Taranto e Brindisi – chiedendo una vera politica industriale nei settori delle costruzioni e dei materiali, il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità, una reale riforma del Codice degli appalti, ecc.
Il giorno dopo, il 16 novembre, a Roma le Federazioni dei Pensionati hanno tenuto una partecipata manifestazione nazionale unitaria, con una piattaforma rivendicativa per
• il ripristino di un sistema di rivalutazione equo
• l’allargamento della platea dei beneficiari della 14^;
• la separazione della previdenza dall’assistenza;
• il taglio delle tasse anche per i pensionati, perché le pagano più di tutti;
• una seria lotta all’evasione e all’elusione fiscale;
• un adeguato finanziamento del Servizio Sanitario nazionale per permettere a tutti
• di curarsi;
• il superamento delle liste d’attesa;
• livelli essenziali di assistenza sanitaria garantiti e uguali in tutto il Paese;
• maggiori investimenti nella medicina del territorio
• una legge nazionale sulla non autosufficienza a sostegno di milioni di anziani e delle loro famiglie;
• un paniere Istat più rappresentativo dei consumi specifici delle persone anziane.
Il 20 novembre, a Roma anche i lavoratori metalmeccanici riuniti in assemblea nazionale unitaria, hanno chiesto che il Governo fermi le crisi industriali e occupazionali, faccia ripartire gli investimenti, riorganizzi il sistema degli ammortizzatori sociali e faccia di più per la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro, investendo nella transizione industriale per fermare la chiusura di stabilimenti e investire sulle persone che lavorano a partire dai grandi gruppi, le multinazionali, fino alle piccole imprese, affinché si assumano la responsabilità della salvaguardia dell’occupazione e del miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso l’innovazione.
Un motivo ricorrente, nelle rivendicazioni evocate, è stato l’appello ai segretari generali nazionali di Cgil Cisl Uil a realizzare una mobilitazione generale forte, sui temi della crescita, di un fisco che rispetti i lavoratori ed i pensionati, dei contratti, dello sblocco delle infrastrutture; e sulla necessità di trovare soluzioni urgenti alle tante vertenze industriali aperte, a partire dall’Alitalia e dall’ex Ilva.
Concordiamo e facciamo nostro quanto dichiarato, al riguardo, dalla nostra Segretaria Generale Annamaria Furlan, ovvero che le questioni poste sono tutte importanti ed aperte, che erano e rimangono centrali nella nostra piattaforma unitaria.
Si tratta di rivendicazioni su cui trovare quella capacità ulteriore di sostegno e di mobilitazione generale da stabilire unitariamente.
“Deve essere chiara – ha aggiunto Annamaria Furlan – la discontinuità che il sindacato confederale chiede nelle scelte del Governo, dai contenuti della legge di bilancio alle troppe vertenze ancora aperte al Mise.”
Il 27 novembre scorso, Cgil Cisl Uil confermando e ribadendo il proprio giudizio in merito alla manovra economica, il cui iter parlamentare è ancora in corso e ritenendo insufficienti le risorse messe in campo sui capitoli della piattaforma unitaria, hanno deciso di dare continuità alla mobilitazione, per chiedere di avviare una stagione di riforme, da condurre in porto già nei prossimi mesi.
Infatti, al netto degli annunci, siamo alle prese con una Legge di Bilancio ancora insufficiente per qualità ed intensità d’intervento, dove mancano investimenti su infrastrutture materiali, digitali e sociali; non ci sono adeguate risorse sulle politiche industriali ed occupazionali, non si dà la giusta centralità all’innovazione ed alla necessità delle piccole e medie imprese di accedere a leve di sviluppo 4.0.
Uguale insufficienza si rileva sul fronte sociale, dei servizi, della terza età e del Pubblico impiego.
Lacune che vanno colmate subito.
Dunque, si sono decisi giorni di forte mobilitazione con iniziative nei territori e tre manifestazioni/assemblee nazionali aperte, che si svolgeranno anche con iniziative territoriali con seguenti obiettivi:
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Il 10 dicembre sarà dedicata alle questioni del Mezzogiorno, dell’industria, dei servizi e di uno sviluppo sostenibile, contro i licenziamenti, a sostegno dell’occupazione e delle vertenze aperte, in particolare Ex Ilva dopo l’esito dell’incontro di ieri con un piano industriale shock .
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Il 12 dicembre per chiedere il rinnovo dei contratti pubblici e privati, il superamento dei contratti pirata, la riforma e le assunzioni nella Pubblica Amministrazione.
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Il 17 dicembre sulla riforma fiscale per una redistribuzione a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per ridurre il fenomeno dell’evasione.
Questa è una modalità che vuole essere anche una ulteriore strada per rendere protagonisti i lavoratori, i pensionati i cittadini, i loro problemi, e la nostra capacità di proposta.
Come sempre, anche questa volta, non faremo mancare il nostro importante apporto alla mobilitazione.
Sulla questione exIlva, come territorio, a partire dallo scorso 4 novembre, da quando cioè ArcelorMittal, dopo solo un anno di fitto dell’ex Ilva comunicò al Governo, ai Commissari straordinari ed ai sindacati la volontà di ritirarsi, continuiamo a vivere, insieme con le nostre Federazioni che organizzano i lavoratori diretti e dei settori appalto e indotto, settimane di attesa, preoccupazione e tensioni che auspichiamo possano evolvere in esiti finali non negativi.
Naturalmente non è questa la sede per fare cronaca, per cui ci limiteremo a ribadire le nostre posizioni più volte espresse, che l’ex Ilva è un patrimonio industriale del Paese, da ambientalizzare e da preservare.
Avendo a cuore le sorti economiche e sociali del territorio con riguardo al siderurgico tarantino, come anche alle prospettive della politica industriale del Paese, abbiamo espresso iniziali riserve sulla qualità di gestione della crisi, pur avendo riconosciuto al Primo Ministro Giuseppe Conte – anche venuto a Taranto dove ha incontrato la città in tutte le sue componenti – una capacità di iniziativa che, se pur positiva, tuttavia, rischia ancora di essere influenzata da controspinte interne al suo stesso Esecutivo.
Reputiamo da sempre condizioni non negoziabili la produttività dello stabilimento con un piano industriale chiaro e coerente con le potenzialità del mercato mondiale dell’acciaio, la salvaguardia occupazionale dei dipendenti diretti, dell’appalto e dell’indotto, il processo di ambientalizzazione, garantito da tempi e condizioni già previsti nell’accordo sottoscritto di settembre 2018.
Questo è il momento, anche dopo l’esito dell’incontro di ieri, di fare rete e stare affianco con determinazione ai tanti delegati e lavoratori – metalmeccanici, servizi, pulizie e mense, edili, trasporti, portuali, elettrici – che continuano a difendere quotidianamente e caparbiamente le rispettive aziende, ovvero il loro futuro, la loro salute e quella dei loro familiari, le bonifiche all’interno e all’esterno degli stabilimenti e della relativa sicurezza dei luoghi di lavoro.
In tema di qualità della vita, non sono ininfluenti le politiche sociali e socio-sanitarie, rispetto alle quali, come UST con il nostro specifico Dipartimento, continuiamo a svolgere ruolo sempre più determinante, pur nella consapevolezza che la politica non si mostri capace di corrispondere alle legittime attese delle comunità amministrate.
Sui Servizi Sociali con particolare riferimento ai Piani Sociali di Zona dei nostri 10 Ambiti Territoriali, tra Brindisi e Taranto, la recente tornata di incontri con gli stessi Ambiti per la rendicontazione e la Relazione Sociale 2018, sta evidenziando una serie di criticità.
Pensiamo, così come la nostra Cisl di Puglia, che vada messo in atto un confronto ancor più stringente con gli enti interessati – Regione e Comuni – per facilitare e qualificare meglio l’azione degli Ambiti nella gestione dei Piani Sociali di Zona, sulla base di un’analisi delle Relazioni Sociali, nella maggior parte dei casi risulta essere ancora una gestione di basso profilo, proprio su servizi essenziali da rendere ad utenti fragili (minori, disabili, non autosufficienti, ecc.).
Come Cisl è dal 1950 che abbiamo fatto la scelta della prossimità, dei più deboli, ed è in tale quadro che ci piace sottolineare l’iniziativa realizzata il 9 novembre u.s. la Carovana della Salute organizzata dalla Fnp Cisl a Brindisi, credendo nell’importanza della prevenzione per tutte le generazioni e fornendo informazioni (sono risultate circa un migliaio) consulenze e visite mediche (circa 400) gratuite.
Le criticità che stiamo rilevando, e che in alcuni casi vengono lamentate dagli stessi Ambiti Territoriali (nei quali registriamo limiti e difficoltà crescenti), dipendono senza dubbio dal modo in cui essi sono organizzati derivando in gran parte dagli errori e dalle ambiguità di impostazione e di gestione della Regione Puglia e da un Piano Regionale che a suo tempo, nonostante le nostre osservazioni e proposte, non è stato possibile migliorare.
E non riteniamo sia un caso che le maggiori criticità siano, oggi, le stesse che con il nostro Dipartimento delle politiche sociali, circa due anni fa, avevamo già paventato, individuato e che sono oggetto di approfondimento con il nostro livello regionale confederale e categoriale.
Tali criticità riteniamo che vadano affrontate puntando a recuperare il rispetto di Leggi importanti come la Legge 328/2000 nazionale – Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali – e la 19/2006 regionale, con la gestione degli interventi e servizi sociali programmati per ogni Ambito territoriale all’interno dei Piani Sociali di Zona.
Per quanto riguarda la sanità, dopo una cauta fase positiva di avvio del confronto sia con la ASL di Taranto che con la ASL di Brindisi nei primi mesi di quest’anno e pur avendo fatto ad agosto una buona convenzione con la ASL di Taranto sull’utilizzo dei CAF confederali per le pratiche di accesso ad alcuni importanti servizi sanitari e socio sanitari, siamo di nuovo in una fase di rallentamento.
Infatti, per varie ragioni – per la verità non tutte dipendenti dalle due ASL – fatta eccezione per un incontro sulle problematiche della prevenzione a Taranto, si fa fatica a fissare altri incontri con entrambe le ASL.
Stiamo perciò sollecitando le due Direzioni Generali (nonché Cgil e Uil) a convocare a breve una ripresa del confronto con Cgil Cisl Uil e relative Federazioni, per poter completare la verifica sull’offerta sanitaria ospedaliera e territoriale, a valle del Piano di Riordino ed ovviamente sulla reale situazione delle Liste di attesa, anche alla luce del Piano attuativo Aziendale per il governo delle stesse.
E a proposito di liste di attesa, la nuova Legge regionale approvata lo scorso febbraio non ha sortito alcun effetto positivo, se non in qualche settore, come quello oncologico.
Come appare chiaro, il novero delle vertenze ad ampio spettro aperte nel nostro territorio, impegna l’intero nostro Gruppo Dirigente con forte spirito di confederalità, essendo in gioco i destini non solo dei nostri associati e delle rispettive famiglie ma anche quello delle nostre comunità in generale che, ai fini di un riscatto sociale ed economico, guardano ancora al sindacalismo confederale e alla Cisl in particolare, con fiducia e speranza.
Taranto e Brindisi sono due delle maggiori città industriali del Mezzogiorno che si affacciano sul Mar Mediterraneo ed ospitano sistemi produttivi industriali considerati tra i perni del sistema Italia, per numero di addetti e per tipicità delle produzioni, senza dimenticare una serie di progressi in atto che coinvolgono sul versante dello sviluppo altri settori imprescindibili per la determinazione del PIL regionale pugliese e nazionale, come il Turismo e l’Agroalimentare.
Taranto e Brindisi sono, al contempo, parte di quel Sud che ha perso due milioni di persone dal 2000 ed altri 5 milioni ne perderà nei prossimi 50 anni, soprattutto giovani e laureati, mentre il PIL calerà di quasi il 40%. (SVIMEZ)
Si consideri che la soglia di povertà per una famiglia con tre persone è di 1.027 euro al mese in una grande metropoli del Nord del Paese, mentre in un piccolo comune del Sud è di 684 euro e questi sono numeri tanto allarmanti quanto ampiamente veri e denunciano il doppio arretramento, del Mezzogiorno dal resto del Paese e di conseguenza dell’Italia rispetto all’Europa.
Tale andamento conferma l’urgenza di mettere, il riscatto sociale ed economico delle aree sottoutilizzate del Sud, al centro della strategia di sviluppo nazionale e rilanciare già in Legge di Bilancio gli investimenti rivolti all’occupazione produttiva, a specifiche leve di sviluppo industriale, ad infrastrutture materiali e sociali indispensabili per spezzare le diseconomie e garantire a tutti i diritti di cittadinanza.
Inaugurando a settembre sc. la Fiera del Levante a Bari il presidente del Consiglio aveva preannunciato “un piano straordinario per il Sud, che vogliamo rendere strutturale e si svilupperà lungo quattro direttrici principali: lo sviluppo del capitale fisico, la valorizzazione del capitale umano, il potenziamento del capitale sociale e la cura del capitale naturale”.
Ad oggi non c’è ancora evidenza di quel “Piano” che non dovrà prevedere, come troppo spesso in passato è avvenuto, una semplice ricollocazione di risorse già stanziate ma dovrà, invece, cogliere finalmente la sfida di trasformare le criticità in opportunità di crescita per tutti.
Frattanto, prendiamo atto del fatto che il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli abbia convocato, in qualità di Presidente, il Tavolo Istituzionale Permanente (TIP ex CIS) per la riconversione economica e sociale dell’area di Taranto, per il 18 dicembre p.v., in Prefettura a Taranto.
La dotazione finanziaria del Contratto, quando venne sottoscritto nel 2015, era di 1 miliardo e 8 milioni di euro, somma disponibile per finanziare interventi in otto ambiti; a dicembre 2018, l’avanzamento finanziario della spesa erogata era pari a 311,4 milioni di euro (pari al 31% della dotazione finanziaria).
Al Tavolo che, secondo quanto fatto intravvedere alcune forze politiche diventerà permanente, e verranno illustrati gli interventi prossimi programmati nel periodo 2020-2023.
Così come per il Cis di Brindisi, avviato formalmente circa tre mesi fa, con la presentazione di quaranta progetti dal Comune capoluogo, auspichiamo che possa attivarsi al più presto la fase operativa per dare risposte concrete.
Quanto invece alle Zes interregionali che ci riguardano, a settembre scorso il Ministero dell’Economia ha dato il via libera anche a quella Adriatica Puglia-Molise, facendo seguito a quella Ionica, mentre lo scorso 29 novembre con l’avvenuto insediamento del Comitato di indirizzo si è dato avvio alla piena operatività della Zes Ionica che potrà finalmente e formalmente attuare le iniziative finora pianificate e condivise tra le istituzioni coinvolte a favore dei territori interessati.
Dallo scorso 9 ottobre, ha iniziato a decorrere – facendo ben sperare – la concessione per i prossimi 49 anni delle aree e delle banchine del Molo Polisettoriale di Taranto alla società controllata da Yilport Holding AS, tredicesimo operatore mondiale; infatti, il concessionario San Cataldo Container Terminal Spa, società controllata da Yilport Holding AS, ha adempiuto all’ultimo degli impegni assunti a luglio.
Ricordiamo che la concessione, ha lo scopo di rendere operativo un terminal multiuso promuovendo lo sviluppo dei traffici commerciali e della logistica.
Grazie a tutto questo, il nostro auspicio è che per i 500 ex dipendenti Tct, collocati presso l’Agenzia per la somministrazione del lavoro nel porto e per la riqualificazione professionale dal 2017 in mobilità dopo la fine della cassa integrazione a dicembre 2016, possano riaprire finalmente una stagione… di lavoro attivo.
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, con base il porto di Taranto, è il nuovo soggetto attuatore del Progetto Distripark, per il quale la delibera Cipe n. 155 del 2000 aveva assegnato un importo di 12 milioni di euro.
Tale decisione è stata assunta dal Cipe e già nelle scorse settimane presso il Dipartimento della Programmazione economica (Dipe) era stato convocato un tavolo per sbloccare un progetto che si era arenato con la messa in liquidazione della vecchia società.
Il Distripark nasce come piattaforma logistica nell’area retro portuale con un auspicato ed un significativo impatto in termini di crescita economica e occupazionale.
Ora il progetto è nelle mani dell’Autorità portuale che dovrà nel breve procedere al completamento dell’opera ed all’avvio operativo della struttura.
Nel nostro territorio di Brindisi e di Taranto la Cisl, da anni, ha introdotto nel lessico sindacale i concetti di co/evoluzione e di resilienza, come nuova dimensione della concertazione sociale e come capacità di reagire alla crisi utilizzando tutte le risorse di cui si dispone.
Tra queste, la Pubblica Amministrazione e, in generale, il lavoro pubblico cui, però, ridare valore investendo su salari, diritti, formazione e professionalità, pari opportunità di discipline normative del rapporto di lavoro e medesimi incentivi fiscali tra lavoratori pubblici e privati.
Reputiamo che i cambiamenti, le risorse e gli strumenti di intervento finora prospettati, siano ancora insufficienti, per cui anche in questo comparto serve un piano straordinario di investimenti e a sostegno di un nuovo sistema di contrattazione, che sia realmente in grado di rispondere alle sfide della nuova organizzazione del lavoro e alle esigenze dei lavoratori.
Non per ultimo occorre avviare, anche su tali aspetti, un confronto di merito sulla legge di Bilancio 2020 e definire una programmazione mirata delle prossime previsioni di spesa, per trovare tutte le risorse utili a garantire buoni contratti e salari dignitosi per tutti i settori pubblici.
Pensiamo, anche, al turismo e all’agriturismo, che noi consideriamo ormai alla pari di qualsiasi altro settore produttivo e, come tale, definitivamente tolto dal limbo di una marginalità che per troppo tempo ha impedito di considerarne le potenzialità, funzionali all’ulteriore incremento della ricchezza disponibile nel Paese.
In effetti la Puglia vince, finora, perché nel quadro di una crescita sostenibile ha scommesso sulla diversificazione produttiva, puntando non più solo sulla combinazione “Sole-Mare” ma anche sulla cultura ed anzi sull’industria culturale e creativa, sull’enogastronomia, sull’agroalimentare, sui prodotti tipici locali, sulla valorizzazione del patrimonio territoriale con attività connesse al turismo grazie, anche ai suoi parchi nazionali, ai mari, alle città d’arte, ai musei, ai castelli, alle colline, ai siti archeologici, alle grotte, alla Valle d’Itria, ai tantissimi luoghi sacri, ecc.
E poi l’Agricoltura dei nostri territori, che a fronte di mercati ormai globalizzati può e deve continuare ad affermare la sua piena tipicità, con in più il settore Agroalimentare, che in Puglia occupa il 50% dei lavoratori del comparto agricolo e vale nel Mezzogiorno quasi 30 miliardi, con un export di oltre 7 miliardi.
Un paesaggio che oggi però, è in forte sofferenza e chiede soluzioni concrete contro la xylella fenomeno che a partire dal basso Salento ha interessato finora, oltre un terzo di superficie del territorio pugliese ma rispetto al quale, non esitiamo ad affermare che sta anche mettendo in ginocchio tutta la filiera dell’olio pugliese, a causa di una gestione rivelatasi a dir poco impropria da parte della Regione Puglia e poco meno che sufficiente del Ministero alle Politiche Agricole Forestali Alimentari e del Turismo.
Il sistema Agroalimentare italiano non può perdere il proprio patrimonio di lavoro e di produzione agricola, per diventare una grande piattaforma speculativa ad esempio con l’ampio spettro che regola le importazioni di prodotto straniero.
Non possiamo sottacere come ancora oggi l’agricoltura – e non solo essa – continui a manifestarsi flagellata dal lavoro nero, dal sottosalario, dalla piaga del caporalato, dall’evasione contributiva, dalla concorrenza sleale tra imprese, dalla carenza di infrastrutture e dalla mancanza di una seria politica agricola di programmazione a medio e lungo periodo da parte delle Istituzioni regionale, nazionale ed europea.
La sfida coinvolge tutti, Governo, sindacati e rappresentanze datoriali ed ognuno deve assumersi una parte di responsabilità.
Una responsabilità che sui grandi temi oggi non va oltre le enunciazioni di un Governo nazionale che, tra ipotesi di nuove formule di contratti politici non rassicura il Paese né, in particolare, il Mezzogiorno.
Di contro, come sindacato, il senso di responsabilità si è sempre evidenziato in tutte le circostanze vertenziali in cui anche le controparti sia pubbliche che private abbiano accettato di mettersi in gioco, mostrando di avere effettivamente a cuore le sorti produttive del territorio.
Pensiamo al Gruppo Dema-Dcm-Dar, per restare ancora in area brindisina ed alla nostra necessità di conoscere qual è l’intenzione reale dell’azienda sito per sito, per gestire la transizione mediante l’eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali e per dare seguito a concrete soluzioni, ripartenza, investimenti e rilancio, ascoltate da parte dell’Azienda in sede di Prefettura.
Riguardo alla Jindal Films Europe, premessa la necessità che gli investimenti previsti per lo stabilimento di Brindisi, in parte sovvenzionati dalla Regione Puglia siano portati a conclusione; condividiamo e sosteniamo la richiesta scaturita dai lavoratori dello stabilimento, ovvero che venga raddoppiato il sito di produzione già realizzato, in quanto opportunità che porterebbe nel territorio occupazione aggiuntiva.
E con riferimento alla torcia del Petrolchimico continuiamo a ritenere stucchevole il susseguirsi di improbabili prese di posizioni, per lo più negative, sulla sostenibilità industriale di Brindisi, del Petrolchimico ed in particolare di Versalis, atteso che i nostri rappresentanti aziendali insieme con i lavoratori dipendenti, in stretto raccordo con le Segreteria territoriali, sono efficacemente impegnati in prima linea a tutela della sicurezza e della salute e dell’ambiente, oltreché a condividere percorsi organizzativi e concertativi per ovviare a questo intenso periodo di attività straordinarie e non adeguatamente preventivate e programmate.
Noi siamo per una politica industriale rispettosa dell’ambiente e dello sviluppo produttivo di tutte le aree del Paese, a partire dal Mezzogiorno.
Per tutto questo servono scelte eque e sostenibili finanziariamente, ricercando con pragmatismo le giuste alleanze a livello nazionale ed europeo, senza fare la voce grossa o con ricette del tutto velleitarie.
In tale contesto, la clausola del 34% di investimenti al Sud, in base cioè alla percentuale della popolazione residente, sembra ancora una chimera.
Eppure il riformismo dei Governi e di tutte le forze politiche si misura sui temi del lavoro, della crescita, dello sblocco dei cantieri per le infrastrutture di cui il Paese ha urgentemente bisogno.
Il futuro FSE + (fondo sociale europeo) raggrupperà il FSE, il Fondo di aiuti europei agli indigenti, l’iniziativa per l’occupazione giovanile e i due fondi a gestione diretta, cioè il Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale e quello per la salute.
Con questo genere innovativo di interventi sarà possibile affrontare le nuove sfide del mercato del lavoro in modo più organico, con un impatto economico importante per i cittadini.
Per Taranto e per Brindisi, viste le grandi potenzialità e opportunità che si stanno delineando, auspichiamo che venga evocato il concetto di competitività e non di concorrenza, in un quadro più generale di economia del mare, coinvolgendo anche gli altri settori produttivi trainanti come Mitilicultura, Turismo con un trasporto aereo sempre più competitivo, Agricoltura, Agriturismo, Commercio, ecc.
Va detto che il Governo regionale pugliese lascia ancora irrisolte tutta una serie di questioni da tempo aperte in materia di politica sanitaria, trasporti, infrastrutture materiali e immateriali, agricoltura, agroalimentare, politiche abitative, ecc.
Importante aver ragionato, nelle ultime settimane, sui gravissimi ritardi di realizzazione della strategica infrastruttura – del Grande Salento – viaria Regionale 8, ovvero la Taranto/Talsano-Avetrana e su un’inversione di tendenza rispetto a ritardi che oggi vedrebbero appaltata l’opera entro il 31 dicembre 2021.
Bloccata per circa 40 anni dall’approvazione del progetto originario, a nostro avviso per varie responsabilità istituzionali, la Provincia di Taranto, al pari dei comuni del versante orientale del territorio, tale strada/percorso non può né deve rivelarsi oggi una pia illusione per il territorio ionico.
Passa proprio da tali esempi negativi la presa d’atto su queste nostre aree del Mezzogiorno in profondo ritardo di sviluppo, anche a causa di carenze infrastrutturali che, nel caso specifico della Regionale 8, quando realizzata potrà rappresentare una grande opportunità per la valorizzazione turistica dell’area costiera orientale tarantina e salentina.
L’infrastrutturazione, in generale, perfeziona l’offerta più complessiva di uno o più territori, non solo a vantaggio dei propri abitanti ma anche per chi, dal resto del Paese o dall’estero, viene qui richiamato grazie alle peculiarità geografiche ed alle tipicità possedute.
Ricordiamo, al riguardo, che è ancora vigente il protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso anno alla Bit di Milano tra la Regione Lombardia e la Puglia, per Brindisi, che intende anche in questo modo, giocare un ruolo di primo piano grazie all’aeroporto, al porto e, più in generale, all’appeal del territorio.
Tra gli obiettivi del protocollo che ha avuto in dote uno stanziamento iniziale di 100mila euro per ognuna delle due Regioni, c’è la promozione nazionale e internazionale, che andrà di pari passo, mirando grazie ad una campagna specifica di marketing territoriale, all’aumento della destagionalizzazione dei flussi turistici, in modo da far comprendere all’estero che in Puglia si può venire tutto l’anno e non solo per le vacanze estive.
Anche per questo cogliamo, con soddisfazione, il dato fornito da Aeroporti di Puglia, di arrivo di passeggeri al Karol Wojtyla di Bari ed all’ Aeroporto del Salento di Brindisi, che ha registrato nel mese di ottobre un aumento rispetto al 2018, con 748.152 unità; arrivi in crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Altrettanto importante è il settore portuale-crocieristico che rientra a pieno titolo in quello più ampio del brand Puglia caratterizzandone la vocazione marittima, la storia, la cultura, le tradizioni, costituendone fattore competitivo e driver di sviluppo, pur con modalità diversificate, rispetto alle sei aree provinciali in cui la Regione è suddivisa.
Le infrastrutture portuali di Taranto e di Brindisi (con Bari) sono riconosciute, infatti, asset strategici dell’economia nazionale e contribuiscono in misura significativa a determinarne il Pil, segnatamente nei comparti del crocierismo di linea, dei charter e low coast, del commerciale, del cargo, del trashipment.
Il Paese, il Mezzogiorno, Taranto e Brindisi, hanno bisogno di una visione stabile di futuro e di progetti consistenti di media-lunga prospettiva.
Sfide queste, che richiedono forte governance istituzionale, responsabilità condivisa, senso civico, dialogo e contrattazione sociale, cura del patrimonio, capacità di offerta occupazionale, sostenibilità dei cicli produttivi, possibilità di elevare la qualità della vita e del tempo libero per i cittadini di tutte le età.
Per i giovani in particolare e per quanti abitano le periferie geografiche ed esistenziali.
Sarà, questo, un esempio di investimento anche del nostro Sindacato in quella che abbiamo prefigurato quale nuova, impegnativa stagione di ri-sindacalizzazione del mondo del lavoro e della società e come condizione per affrontare le nuove sfide del terzo millennio, cui è chiamato rispondere anche il movimento sindacale.
Per noi, ciò significa rilanciare il nostro ruolo di sindacato di prossimità, in periferie che sono le nuove frontiere dove il disagio continua ad essere forte e la dignità delle persone viene quotidianamente messa in discussione.
A proposito di impegni assunti, sarà on line dalla prossima settimana il sito web della Cisl Taranto Brindisi (www.cisltarantobrindisi.it).
Proseguiamo, inoltre, con efficacia nell’attività dei Progetti di proselitismo territoriali, come abbiamo approfondito nel corso del Consiglio Generale di settembre u.s. e nei Comitati Esecutivi; vi sono coinvolte le nostre Fai, Fisascat, Fnp, First e Ugc Brindisi nella nuova veste sia politica che organizzativa, da qualche settimana, di Terra Viva.
Tale coinvolgimento ci ha consentito di stabilizzare sia nell’area di Taranto sia in questa di Brindisi, un congruo numero di nostre operatrici ed operatori con l’obiettivo di rilanciare la Cisl con tutte le sue Federazioni, anche sul piano dei Servizi Cisl, il valore dei nostri presidi sociali nelle periferie attraverso i nostri: Inas, Caf, Uffici Vertenze, Ial, Iscos, Anteas, Sicet, Adiconsum, Anolf, Vivace.
Care amiche e cari amici, avviandomi alle conclusioni e confidando in un dibattito che metta a fuoco le direttrici della comune azione sindacale e vertenziale, che trova nella confederalità il proprio punto di forza.
E’ necessario che si prosegua, tutti insieme, lungo tale percorso caratterizzando ogni circostanza quotidiana con i valori propri della Cisl e così confermando, la nostra Organizzazione come soggetto di speranza per ogni persona che decide di fare di noi autentici e leali compagni di strada.