RAPPORTO IMU-TASI 2019 A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE TERRITORIALI UIL.

A LECCE LA SPESA SI CONFERMA PIÙ ALTA DELLA MEDIA NAZIONALE  L’ESBORSO MEDIO È DI 621 EURO PER LE SECONDE CASE, 86 EURO IN PIÙ 

Giannetto: “A Lecce situazione invariata, nessun ritocco al ribasso delle aliquote”

Scade il prossimo 16 dicembre il termine di pagamento della seconda rata (saldo) di Imu e Tasi 2019. A Lecce-città, l’esborso-medio sarà di 621 euro per le seconde case, lo stesso importo del 2018. Rispetto al dato medio nazionale, le famiglie leccesi verseranno 86 euro in più. Mentre l’esborso per i possessori di prime case di lusso sarà di 1.701 euro, contro una media nazionale di 1.305 euro. È quanto emerge dal rapporto Imu/Tasi 2019 elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil.

«Anche quest’anno è in arrivo un mini-salasso soprattutto per lavoratori dipendenti e pensionati, che rappresentano il 41% dei proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale e sono dunque i soggetti più penalizzati da queste imposte»,commenta il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto.

A livello nazionale, il costo medio complessivo di Imu e Tasi sulla seconda casa è pari a 1.070 euro (535 da versare con la rata di dicembre), mentre a Lecce l’importo a saldo raggiunge quota 1.242 euro. Spesa che risulta tuttavia la più bassa in Puglia: a Bari spenderanno in media 1.702 euro (851 per la rata di dicembre), a Brindisi 1.344 euro (672 euro per la rata di dicembre), a Foggia 1.487 euro (744 euro per il saldo di dicembre) e a Taranto 1.289 euro (645 euro per il saldo di dicembre).

Chi possiede a Lecce-città una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), quest’anno dovrà sborsare in media 60 euro (35 per la cantina e 85 per box-posto auto), contro un costo medio nazionale di 55 euro.

Secondo il rapporto Uil, il costo complessivo di Imu-Tasi più alto per una seconda casa si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro. Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro; a Sondrio con 674 euro. Non sono molti i Comuni che hanno aumentato le aliquote, dopo tre anni di blocco, anche perché, soprattutto nei capoluoghi di provincia, le aliquote sono già al massimo. Nella maggioranza dei casi, sono state riconfermate le aliquote del 2018 (a Lecce l’11 per mille per le seconde case).

«La situazione è sostanzialmente invariata per Lecce rispetto allo scorso anno, non c’è stato alcun ritocco al ribasso delle aliquote e questa imposta continua a gravare sempre in maniera pesante sui cittadini», sottolinea il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto. «Come sindacato – osserva – siamo d’accordo sull’unificazione dell’Imu con la Tasi in quanto, venendo meno il concetto di “tassa sui servizi”, riteniamo corretta la semplificazione del meccanismo con la creazione di un’imposta unica, a maggior ragione dato che Imu e Tasi agiscono sulla stessa base imponibile. Tuttavia, come già ribadito dalla nostra segretaria confederale Ivana Veronese in occasione dell’audizione parlamentare sulla manovra di Bilancio, non comprendiamo del tutto l’aumento dell’aliquota base dal 7,6 all’8,6 per mille. Siamo inoltre convinti che serva la riforma del catasto, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni, per riportare equità nella tassazione sul mattone. E ribadiamo con convinzione che questo processo deve essere accompagnato da una lotta più incisiva all’evasione fiscale sulla tassazione immobiliare che ogni anno produce un minor gettito, pari ad oltre 1 miliardo di euro».