La Funzione Pubblica della CISL di Taranto Brindisi rilancia sul problema della sicurezza per gli operatori sanitari e annuncia una manifestazione pubblica se tarderanno ad arrivare le risposte.

Una decina di giorni addietro scrivevamo ai vertici delle ASL di Brindisi e di Taranto, ai Prefetti e ai Sindaci delle due province, chiedendo l’attivazione dei tavoli di confronto per arginare il fenomeno degli episodi di violenza, ma non abbiamo ricevuto ancora alcun riscontro agli allarmi lanciati e questo provoca dispiacere.I professionisti sanitari sentono la vicinanza di molti, ma la percezione che arriva loro dalle istituzioni a volte è nettamente diversa. Essi sono la faccia, le braccia e la mente della sanità, verso i quali alcuni cittadini esasperati e stanchi si scagliano, a volte purtroppo in maniera aggressiva.Il termine sicurezza richiama al concetto di rispetto della persona e non è accettabile che non si rispetti chi si adopera per garantire il bene comune….la salute.Nell’ultima settimana, nella sola ASL BR si sono verificati altri due episodi di gravi aggressioni, quello a danno di una operatrice che subiva un paziente ricoverato nel reparto di Psichiatria del Perrino di Brindisi e l’altro a discapito di due operatori del 118 inseguiti per strada da un paziente che fortunatamente sfogava la sua violenza sull’ambulanza, fino a distruggerla. Questi sono solo i casi noti, purtroppo si sa, in molti subiscono senza trovare il coraggio di denunciare.Quel che è certo è, che in Italia tre operatori sanitari al giorno subiscono violenza e da queste parti non si fa eccezione.Su questo la CISL non fà spallucce e ri-estende l’invito a riflettere sul valore della sicurezza, su come si possa concretamente operare per contrastare questa piaga e far cessare la sensazione d’impunità per chi delinque.Vogliamo che i sanitari siano ascoltati da vivi, evitando di ricordarli in passerella quando l’aggressione finisce in tragedia, proprio come è accaduto ai malcapitati sopra citati e come accadde qualche anno fa alla Psichiatra Barese, la dottoressa Paola Labriola, uccisa da un paziente con 70 coltellate. Una vittima di una morte annunciata!Tutti i datori di lavoro, compreso i Direttori Generali delle ASL, sono obbligati alla salvaguardia della salute dei propri dipendenti sia fisica che psichica, lo prevede il D.Lvo 81/2008, per questo se dovessero tardare ad arrivare le risposte, la CISL Funzione Pubblica si preparerà alle diffide formali e ad una mobilitazione pubblica.