La gravità dei problemi di questi giorni presentati alla cittadinanza brindisina che hanno prodotto il dissesto finanziario denunciato dal Sindaco Rossi è il risultato di anni di mal governo di coloro che hanno amministrato la nostra città, dilapidando risorse economiche ed occasioni di sviluppo con la politica del NO! a tutto quello che poteva dare a Brindisi certezze e sicurezza.
Le battaglie contro il sistema industriale, contro gli investimenti di qualsiasi tipo che continuano anche con l’amministrazione comunale che oggi ci governa, ostinatamente alla ricerca di un cambiamento, tanto inseguito quanto impossibile da realizzare, ha permesso la definitiva consacrazione delle politiche fallimentari fino ad oggi attuate. È la drammatica conseguenza che ci ha portato alla situazione attuale. Ancora una volta, a pagarne le conseguenze sono i cittadini, le persone comuni che negli anni sono stati colpevolmente raggirati da posizione e decisioni politiche che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo, con la creazioni di nuovi posti di lavoro, con la politica a favore dei giovani, con il welfare per tutti, con un sistema sanitario inadeguato a tutela dei meno abbienti, degli anziani (i provvedimenti annunciati per ADI e SAD sono particolarmente rilevanti e dovranno essere garantiti), dei disabili, dei bambini.
Tutti i settori produttivi e non sono colpiti dalla inadeguatezza e dalla incompetenza di una classe politica che anche in questa circostanza non fa altro che manifestare costernazione, fingendo rincrescimento e amarezza nel dover essere costretta ad attuare decisioni che, se non aiutate da investimenti di sviluppo seri ed attuabili anche dai privati, non permetterà un VERO CAMBIAMENTO che possa fornire risposte certe per il recupero del dissesto finanziario.
Anche in questo momento, così delicato, la UIL territoriale è disponibile a partecipare per costruire un percorso in cui la città ed i Brindisini possano ritrovare l’entusiasmo ed essere parte attiva per il raggiungimento di importanti obbiettivi necessari a recuperare dignità sociale e tranquillità.
Antonio Licchello