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LA NATURA CHE CURA LA NATURA. A Brindisi, progetto di riforestazione volto a bonificare un terreno contaminato.

La mattina del 7 febbraio scorso a Brindisi, in zona Perrino, sono stati piantati circa 40 alberi tra conifere, querce e ginepri e altrettante ghiande.

Il progetto, proposto dal comune di Brindisi, in collaborazione con l’Agenzia Regionale attività Irrigue e Forestali (Arif Brindisi), ha coinvolto gli alunni di alcuni istituti Secondari di Secondo Grado, tra i quali gli studenti delle classi quinte del Liceo Classico B. Marzolla, che hanno accolto l’invito con entusiasmo e spirito di collaborazione, con lo sguardo volto ad un percorso che ha come obiettivi il rispetto, la cura e la salvaguardia dell’ambiente.

Il progetto sulla “riforestazione urbana” è stato esposto ampiamente il giorno precedente, nell’incontro previsto dalla settimana dello studente, tenutosi nell’Auditorium del Liceo, dove sono intervenuti i dirigenti e i responsabili degli uffici preposti al Territorio e all’Ambiente del Comune di Brindisi.

Durante la fase attuativa del progetto i ricercatori dell’Agenzia Regionale hanno spiegato ai ragazzi che il terreno utilizzato è fortemente contaminato da metalli pesanti e altre sostanze tossiche, i quali rendono impossibile la coltivazione, e che questi giovani pini e lecci piantati dovranno servire a risanare, nel corso degli anni, il sottosuolo.

A tal proposito sono stati prelevati dagli studenti alcuni campioni di terra che verranno poi analizzati in laboratorio; questo renderà possibile accertare la presenza di sostanze contaminanti, seguire il loro sviluppo nel tempo e verificare la bonifica naturale attuata dagli alberi sani.

Gli alunni, i professori accompagnatori, gli esperti e i ricercatori dell’Arif, insieme al sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, si sono dunque ritrovati in questo quartiere della periferia brindisina, con la consapevolezza di poter cambiare le cose e la voglia di vivere numerose altre esperienze di questo tipo.

Affondare pale e picconi nella terra, farla scorrere tra le dita, sporcarsi i vestiti, contribuire con le proprie mani alla rinascita di una nuova vita, dare il proprio nome agli alberelli che i ragazzi potranno veder crescere, è un’occasione straordinaria per sentirsi protagonisti e al contempo parte integrante di un processo vitale unico e indispensabile.

È stata questa l’atmosfera che si respirava nell’aria durante i lavori, un’atmosfera fatta soprattutto di piccoli, grandi gesti dal sapore di cambiamento.

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