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IL CORONAVIRUS COLPISCE AL CUORE IL TESSUTO PRODUTTIVO LOCALE.

SAVINO MONTARULI (UNIBAT): “ABBIGLIAMENTO, ABITI DA CERIMONIA, RISTORAZIONE, BAR, PASTICCERIE, SALE RICEVIMENTI E COMMERCIO AMBULANTE TRA I SETTORI PIU’ COLPITI. UNO SFACELO, IN MOLTI NON CE LA FARANNO A RIPARTIRE. DISOCCUPAZIONE VERSO IL 75%”


L’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dal Coronavirus sta mettendo letteralmente in ginocchio l’economia dell’Italia ed in particolare quella già molto fragile del meridione. In particolare alcuni settori produttivi che hanno caratterizzato positivamente alcuni territori, come quello della provincia Barletta Andria Trani, sono stati colpiti duramente e l’analisi della situazione è stata affidata al leader sindacale presidente UNIBAT, l’andriese Savino Montaruli, il quale ha dichiarato: “il momento che stiamo vivendo è tutto concentrato sull’emergenza sanitaria quindi le conseguenze sul piano economico, produttivo ma anche sociale non sono ancora state analizzate nella loro drammatica realtà e quando lo faremo scopriremo che davvero bisognerà ripartire da zero. Quanti saranno in grado ed avranno forza, volontà ma anche la giusta predisposizione psicologica per farlo, di fronte a cambiamenti, anche nei rapporti sociali, di portata storica? Se dovessimo concentrarci sulla città di Andria ma anche delle altre città della provincia, con un tasso di disoccupazione già prima del Coronavirus pari al 56%, cioè per dieci volte rispetto a quello dell’Emilia Romagna e del 500% in più rispetto a quello medio italiano, il futuro si preannuncia disastroso. Altro che le belle parole di chi crede che il piccolo commercio si rilanci con una locandina affissa sulle vetrine e con iniezioni di fiducia vuote e senza antidoto. La crisi di settori di importanza fondamentale per la città: la ristorazione, le sale ricevimenti, bar, pasticcerie e l’indotto che viene generato in termini occupazionali; le attività storiche del settore abbigliamento, per bambini e per cerimonie, il Settore del Commercio Ambulante che conta oltre duemila imprese attive è un segnale di cui non si sta per nulla tenendo conto, visto che a parte qualche incontro semi-segreto in stanze chiuse con Soggetti e Sodalizi PES che per nulla rappresentano il mondo produttivo locale, quindi inutili e persino negativamente compiacenti con la politica inefficiente ed inefficace che ha trascurato completamente gli interventi in materia occupazionale e di sviluppo economico territoriale, per il resto nessun Tavolo di Crisi né locale, né provinciale né regionale; alcun minima iniziativa territoriale per comprendere gli scenari che saranno in grado di lasciare sul campo altre centinaia di piccole imprese definitivamente estintesi e nessuna capacità di dialogo né di interlocuzione, neppure a livelli superiori, qual è quello prefettizio al quale pure ripetutamente ci siamo e ci stiamo rivolgendo. Un senso di abbandono istituzionale drammatico ed imperdonabile. L’economia del territorio della provincia BT è in fortissimo pericolo e questa volta con pochissimi spiragli di ripresa ma tutti da rimodulare in una visione nuova e mai sperimentata prima d’ora. La conseguenza di quello che sta accadendo e di quello che accadrà significherà dover affrontare problemi preesistenti che saranno aggravati in modo esponenziale quindi la criminalità, il ricorso a prestiti ad usura, il manifestarsi di nuove forme di abusivismo e di violazione della legge che coinvolgerebbero fasce di soggetti prima estranei a queste pratiche illegali. Uno scenario disastroso con tassi di disoccupazione reale che potranno anche superare il 75% in un contesto straordinario che le istituzioni già oggi dimostrano di non essere in grado di governare né di affrontare, credendo, ingenuamente, di poterlo fare con qualche riunione in videoconferenza o facendo gli sceriffi di strada senza neppure la capacità di indossare con stile e con autorevolezza quel cappello da cowboy di cui proprio questo territorio non ne sente alcun bisogno” – ha concluso Montaruli di UniBat.

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