Le caratteristiche naturali e la necessità di favorire e rilanciare la fase di crescita intorno a questa infrastruttura diventa condizione fondamentale ed indispensabile.

Sappiamo che sono stati già presentati dall’Autorità Portuale e finanziati dal Governo, ma tutt’oggi non ancora autorizzati, esempio adeguamento dei fondali per ospitare
senza problem  le navi da crociera, banchina a briccole in grado di garantire la massima sicurezza per l’accosto, ecc. Per l’area industriale, confinante con il porto, alcune aziende di caratura internazionale: ENEL, A2A, TEDISON, SANOFI AVENTIS, ENI intendono investire in nuove attività produttive, con tecnologie avanzate ed hanno la necessità di usufruire di spazi e terreni nell’area portuale. La UIL di Brindisi ritiene che la realizzazione di questo progetto nel suo complesso, deve avvenire in maniera integrata, rispettando con razionalità le esigenze di tutte le aziende interessate per il riutilizzo di quelle aree del porto che saranno dismesse e, quindi, liberate dagli attuali vincoli di proprietà potranno essere disponibili per le nuove concessioni. Tutto ruota intorno a come verranno approntate e gestite le strutture ed i terreni attualmente in uso per la movimentazione del carbone nel momento in cui non saranno più impegnate per questa attività. È chiaro che tale condizione deve essere discussa ed accettata da tutti in tempo utile per permettere la piena funzionalità di quelle aree messe in disuso al fine di soddisfare e razionalizzarne l’impiego futuro. La decarbonizzazione della centrale Federico II di Cerano è diventato l’investimento strategico da cui deve iniziare il cambiamento. L’ENEL quindi deve nel più breve tempo possibile
far conoscere quali sono le sue reali intenzioni in merito e come intende gestire la fase di transizione che è il vero banco di prova da cui inizia il rinnovamento. La banchina di costa Morena e le aree limitrofe sono al centro di questa strategia. Diventano quindi fondamentali le decisioni che devono essere prese in merito. L’A2A ha già presentato il progetto di investimento per la produzione di energia elettrica con compressori alimentati a gas. La restante area, occupata attualmente dalla centrale Brindisi nord di sua proprietà ferma da alcuni anni e destinata alla demolizione, deve essere bonificata e successivamente utilizzata per le nuove esigenze e per le future necessità di uso e destinazioni diverse, compatibili con i traffici turistici ed attività commerciali. Analogo ragionamento vale anche per l’investimento presentato da EDISON. In questo caso esistono già all’interno del petrolchimico aree, infrastrutture e servizi tecnici che possono essere, previo adeguamento alle nuove esigenze produttive e di stoccaggio, utilizzate dalla nuova azienda. Lo stesso dicasi per la SANOFI AVENTIS, l’azienda farmaceutica, anch’essa interessata a spazi da utilizzare per i nuovi investimenti. La sinergia tra le Società è lo strumento
innovativo per determinare il nuovo modello di sviluppo. Siamo convinti che se si lavora insieme si raccoglieranno sicuramente i risultati!

Antonio Licchello