Apprendere che a breve la nostra “Casa della salute” diventerà operativa, è certamente una bella notizia, soprattutto per chi in questi anni ha lavorato affinchè fosse prima costruito il Centro Alzheimer (con 1 milione di euro di fondi regionali) e poi fosse completato il primo piano già nel 2016 (con 600 mila euro a cura della Asl), quando altri erano contrari. Ringraziamo quanti, aziende, lavoratori, tecnici, si sono adoperati in questi giorni.
Però PECCATO:
– che per 4 anni colpevolmente si è fatto poco o quasi nulla per rendere operativa la struttura;
– che per vedere un interessamento e l’apertura della struttura abbiamo dovuto attendere un’epidemia anzi una pandemia;
– che sarà operativa solo per pazienti che hanno sfortunatamente contratto il Corona virus;
– che la struttura, che ospiterà i pazienti Covid post acuzie, ha solo 4 stanze su 14 con bagno interno e che quindi la maggior parte dei pazienti sarà costretta a utilizzare i bagni nel corridoio, quasi tutti peraltro sforniti di bidet;
– che così, molto probabilmente, non si rispetti il principio di precauzione che prevederebbe stanze dotate di tutti i servizi, al fine di evitare che i pazienti escano spesso dalle stesse e limitare così al massimo i contatti con gli operatori;
– che sembra non vi siano percorsi differenziati per i pazienti rispetto a quelli degli operatori.
– che la struttura al momento non risulta fornita di gruppo di continuità per l’energia elettrica e di impianto di ossigeno, per quanto ci è dato sapere;
– che non ci risulta sia stata trovata una soluzione per far alloggiare, separatamente dalle famiglie, gli operatori sanitari che lo volessero, per non correre il rischio di contagiare i familiari.
Abbiamo dovuto attendere oltre alla pandemia la “benevolenza” di un Consigliere regionale che, forse per “qualche voto in più”, ha trovato l’occasione di farsi selfie, foto, servizi televisivi, individuando un nuovo oggetto/giocattolo di propaganda, vista la momentanea chiusura del cantiere del nuovo ospedale di Monopoli.
Lo stesso Consigliere che non sembra essersi preoccupato invece della deficitaria gestione dell’emergenza da parte della Asl Brindisi e dei suoi vertici, vedi i problemi dell’ospedale Perrino denunciati da più parti, e che, quando in un Consiglio Comunale monotematico del 2017 veniva contestato il Piano di Riordino Ospedaliero, fortemente penalizzante per la provincia di Brindisi ed in particolare per la zona nord della stessa provincia, non ha fatto nulla per impedire la chiusura dei reparti ospedalieri di Fasano e di alcuni reparti di Ostuni, almeno sino alla apertura del nuovo ospedale di Monopoli.
In questi 4 anni si è sempre detto che per Cisternino non poteva farsi nulla con la scusa della necessità di allargare la strada da Piazza Navigatori e di non poter utilizzare la strada di via Magellano, nonostante nella Consulta della Salute in diverse occasioni venisse sollecitata apertura dei Poliambulatori al primo piano con accesso proprio da Via Magellano. Ad oggi nessuna progettazione risulta essere stata approvata relativamente alla realizzazione del secondo piano, che dovrebbe contenere l’Ospedale di Comunità con tutti gli standard previsti dalla normativa. Saremo costretti ad assistere alla chiusura del nostro Ospedale di Comunità per chissà quanto tempo nell’attesa che questa pandemia termini, quando si sarebbe potuto utilizzare un’unica struttura per l’intera provincia, come avvenuto in provincia di Taranto con l’ospedale di Mottola.
Ci auguriamo che quando la pandemia sarà finita, la nuova Casa della Salute, così come è stata “adattata” in
pochi giorni, impiegando oltre 300 mila euro, potrà ospitare l’Ospedale di Comunità nel rispetto delle caratteristiche strutturali previste dall’accordo stipulato in conferenza Stato Regioni nel febbraio scorso,
anche se dubitiamo. Ad oggi non sappiamo se, come e quando potranno essere utilizzati i 5 milioni di euro previsti per realizzare il secondo piano da destinare ad Ospedale di Comunità e completare l’opera affinchè accolga tutti i servizi del Pta, incluso l’indispensabile Punto di primo Intervento Territoriale. Purtroppo non si è avuta la volontà di ascoltare, nemmeno i nostri preparatissimi medici locali, e coinvolgere quando invece veniva offerta collaborazione.
Insomma non ci resta che affidarci alla Fede, altro che alla Scienza. L’unica scienza messa in campo finora pare quella della “propaganda” e non della sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, anche se speriamo di sbagliarci. Restiamo comunque fiduciosi e ci auguriamo che “andrà tutto bene”. Auguriamo la guarigione ai pazienti che saranno ospitati nella Casa della Salute e buon lavoro a medici ed operatori sanitari, ai quali rappresentiamo la nostra gratitudine.
Certamente non resteremo a guardare, leggeremo le carte, sempre che ci siano date tempestivamente, e se errori sono stati commessi o saranno commessi faremo le nostre azioni per tutelare gli interessi dell’intera comunità. Solleciteremo la riapertura dell’Ospedale di Comunità ed il vero completamento della Casa della Salute.
Noi abbiamo sempre dichiarato la nostra disponibilità a lavorare unitariamente e lo abbiamo sempre dimostrato, soprattutto su questi temi, a differenza di altri.
Parafrasando una nota pubblicità: “il nostro modo di fare politica è stato sempre differente”.