BrindisiFocusItalia

“Lavoro in sicurezza per ricostruire il futuro”. Con questo prioritario obiettivo CGIL, CISL e UIL celebrano il 1° maggio 2020.

Un presupposto essenziale che il Sindacato confederale pone per iniziare il difficile percorso di ricostruzione sociale ed economico/produttiva dell’Italia che gradualmente consentirà di superare la situazione che l’emergenza coronavirus sta causando.

Il contagio ha assunto dimensioni mondiali e gravità assoluta. Tante sono le cause e le variabili che hanno contribuito alla sua comparsa ed al suo incontrollabile sviluppo. Lo scenario ipotizzato e il tempo necessario per venirne fuori rischia di essere sottostimato e, quindi, destinato nella peggiore previsione a continuare per molto tempo procurando danni enormi per l’umanità intera. Non lo possiamo permettere. Per questo si deve procedere con convinta fermezza e decisa azione di contrasto per evitare di assumere provvedimenti dannosi e non coordinati, frutto di affrettate quanto irrealizzabili decisioni dei tanti autoreferenziali protagonisti in circolazione. Le ragioni sono molteplici e datate nel tempo. Denunciate da anni da CGIL, CISL e UIL e sostenute con manifestazioni di protesta e il coinvolgimento di lavoratori, pensionati e cittadini, sono rimaste irresponsabilmente inascoltate. Il blocco, deciso dal Governo, di tutte le attività produttive e commerciali non riconosciute essenziali, le decisioni assunte da marzo in poi e le successive provvidenze economiche per garantire a milioni di lavoratori rimasti senza occupazione di ottenere le risorse economiche necessarie alla loro sopravvivenza, procedono a rilento con molte difficoltà, intralci burocratici dovuti anche a carenze strutturali ed organizzative da parte degli istituti di credito e dell’INPS. A quasi 2 mesi dal decreto governativo la maggioranza di essi non ha ancora ricevuto l’unica fonte di reddito attesa. Le gravissime lacune nel settore sanitario, un tempo invidiato e preso a modello, sono il risultato della unilaterale politica dei tagli indiscriminati praticata dai governi nazionali e regionali che si sono succeduti negli anni. La perdita giornaliera di vite umane causata dal Covid 19 ne è, verosimilmente, una delle cause. Dobbiamo dire grazie all’impegno dei medici e del personale sanitario che si sono prodigati nonostante il rischio di infezione ed hanno sacrificato la loro vita per assistere e curare le persone contagiate. Al termine di questa tragica vicenda sarà necessario un immediato confronto con le Istituzioni a tutti i livelli per costruire un nuovo modello di tutela della salute dei cittadini in grado di bloccare il degrado della sanità pubblica. L’azione politica del Governo nazionale in Europa per raccogliere i capitali necessari a finanziare l’enorme costo della ripresa procede con inaccettabile discontinuità anche per le posizioni assunte da alcuni governi della Comunità Europea che ne rallentano l’azione. Per allestire al meglio la fase 2, quella della graduale ed omogenea ripresa delle attività sociali e produttive senza protagonismi e fughe in avanti come si sta verificando, serve un’azione unitaria e coordinata con il Sindacato confederale per contrastare inaccettabili scelte che non fanno altro che complicare ed appesantire la situazione. Occorrono linee guida nazionali condivise con le parti sociali ed applicate anche a livello territoriale, cosa che peraltro non sta avvenendo, in grado di assicurare certezze e regole precise da adottare in tutte le regioni e provincie, attenti a non trascurare nessun settore e categoria di lavoratori, e regolamentando le modalità organizzative del lavoro per evitare assembramenti nelle fabbriche e negli uffici, affollamenti nel trasporto pubblico utilizzato per recarsi a lavoro. Per questo è necessario prepararsi al meglio. CGIL, CISL e UIL hanno confermato nell’incontro in video conferenza del 22 aprile con il Governo nazionale, a cui sono seguiti in rapida successione altri con i ministri, l’esigenza di continuare a discutere di argomenti tematici per disporre, in maniera condivisa ed omogenea, adeguate misure alle nuove necessità in termini di distanziamento, orari di lavoro, tenendo conto delle specificità e situazioni produttive territoriali ed aziendali. Tutte le attività lavorative devono essere tutelate per riprendere gradualmente la produzione in assoluta sicurezza. È fondamentale programmare il progressivo ed ordinato rientro dei lavoratori nel processo produttivo con una organizzazione del lavoro rispettosa delle norme di protezione sancite dall’accordo del 14 marzo e dal protocollo firmato con il governo il 24 aprile. L’urgenza delle decisioni da prendere impongono scelte non più rinviabili, per disporre ed ottenere le necessarie garanzie e riprendere gradualmente la produzione e le attività in tutti i settori nei tempi stabiliti. Nella nostra città dal primo momento in cui si è manifestata l’emergenza vi è stata da parte di CGIL, CISL e UIL territoriali una unitaria e completa convergenza di idee ed azioni per fronteggiarla. Le Istituzioni locali, in primis il Prefetto dott. Guidato attraverso la cabina di regia permanente con le parti sociali, composta dai rappresentanti delle istituzioni, Enti pubblici e privati e già attiva da tempo per affrontare lo stato di crisi e le numerose vertenze occupazionali del territorio, si è riunita più volte in video conferenza condividendo le decisioni e le indicazioni assunte a livello nazionale e regionale, discutendo come affrontare al meglio le nuove criticità presenti nel territorio ed i criteri da seguire per superarle. L’attività delle grandi aziende è continuata con buon ritmo produttivo. Vi è l’esigenza di far rientrare al lavoro le maestranze delle piccole e medie imprese metalmeccaniche, elettriche, edili in appalto. La maggior parte di questi lavoratori sono in CIG da marzo. Pur con qualche iniziale difficoltà per il confronto costruttivo, sempre rivendicato dalle OO.SS. ma non riconosciuto con la frequenza che meritava dall’ASL locale, la Direzione sanitaria generale ha iniziato a discutere delle risapute e più volte denunciate carenze organiche, strutturali ed organizzative del sistema sanitario della nostra provincia, drammaticamente aggravate dall’epidemia coronavirus. Il riordino ospedaliero da sempre criticato dal Sindacato provinciale ha mostrato tutte le sue pecche. Dai dati ufficiali, e questo è un dato di fatto, risulta che la nostra provincia a livello regionale è quella più colpita per contagi e positività da Covid 19. CGIL, CISL e UIL sono intervenute più volte con puntuali e circostanziate proposte, rimaste senza risposta, per evidenziare le difficoltà ed i ritardi con cui sono state applicate le misure e le strutture di sicurezza previste per i pazienti, i medici, gli infermieri e il personale di servizio impegnati ad assistere gli ammalati contagiati da coronavirus. A questa difficile situazione si è aggiunto il dramma della casa di riposo “Il Focolare”. L’annuale celebrazione del 1° maggio, partecipata quest’anno in maniera virtuale e non fisica, è da sempre la massima espressione dei valori universali del lavoro ed è il riconoscimento dei sacrifici che i lavoratori compiono per assicurare il progresso e lo sviluppo della società. Ha un significato particolare ed una importanza eccezionale. Bisogna viverla nella consapevolezza che deve essere il momento di verifica e di attenta valutazione per cambiare in meglio un modello di società che ha mostrato i suoi limiti. I drammatici giorni che stiamo vivendo impongono una seria riflessione su come l’umanità intera deve comportarsi per mettere in sicurezza abitudini e certezze scontate ed irrinunciabili messe seriamente in crisi. Il 1° maggio è l’occasione giusta per rimettersi in moto.

Condividi: