Rizzo: “Alcuni lavoratori vivranno la Pasqua senza stipendio, altri continueranno ad operare in strutture sanitarie rischiando la vita, per poche centinaia di euro al mese.

A tutti loro il mio augurio più sincero, nella speranza che questa festività, da sempre sinonimo di pace e rinascita, segnino la discontinuità rispetto al passato con riferimento a diverse questioni, sindacali e non”.

Una Pasqua anomala quella che vivremo tra poche ore, dettata dall’esigenza di osservare in maniera rigorosa le indicazioni per poter evitare qualunque rischio di contagio da Covid -19. Una Pasqua senza stipendio per alcuni lavoratori. Infatti prosegue nel suo atteggiamento indifferente e arrogante Arcelor Mittal che ancora non ha corrisposto alle ditte dell’appalto gli arretrati; ci risulta che se, come abbiamo saputo, dovesse pagare solo il 20% dello scaduto, molte realtà imprenditoriali locali potrebbero andare incontro, nel prossimo autunno, addirittura al fallimento.

Un pensiero va in questo momento agli operatori del Cup, della Sanitaservice e delle mense ospedaliere: tutti rischiano la propria vita continuando a lavorare per poche centinaia di euro al mese. Sarà nostra preoccupazione in particolare mettere in piedi tutte le azioni utili ad ottenere l’internalizzazione di coloro che si occupano del servizio delle mense nelle strutture ospedaliere.

Coloro che sono in cassa integrazione prenderanno lo stipendio dopo le festività, a causa del nostro balordo sistema bancario: l’Italia è l’unico Stato europeo in cui il sabato e la domenica le banche tramite i calcolatori non lavorano!

Un augurio particolare ai lavoratori ex Ilva in AS che stoicamente resistono da oltre 15 mesi. Per Usb la vertenza non si è mai chiusa e non mancheranno occasioni in cui ricorderemo al Governo che ci siamo e pretendiamo rispetto.

Non possiamo che ringraziare inoltre tutti coloro che sono in prima fila: personale medico e sanitario in genere, appartenenti alle forze dell’ordine, lavoratori dei supermercati, operatori dei call center e ovviamente delle fabbriche che continuano a marciare, come appunto l’acciaieria tarantina.

Un augurio che vuole essere ancora più forte in questa delicatissima circostanza affinché davvero la Pasqua segni la discontinuità rispetto al passato e sia sinonimo di rinascita vera.