Il Popolo degli Ulivi:Gli innesti secchi dell’ulivo millenario di Piazza Sant’Oronzo a Lecce
La Gazzetta del Mezzogiorno del 26 dicembre 2019 gridava al “miracolo per ulivo millenario di piazza Sant’Oronzo: gli innesti crescono”, come anche il TGR RAI Puglia sempre il giorno di Santo Stefano 2019: “Rigogliosi gli innesti sull’ulivo millenario di piazza sant’Oronzo” su comunicato di Coldiretti Lecce con Gianni Cantele.
“L’ulivo di almeno 1000 anni che campeggia in Piazza Sant’Oronzo, affetto da Xylella e sintomatico”, un Ogliarola, era stato capitozzato e innestato con varietà secondo Coldiretti Puglia resistenti alla Xylella l’ 8 marzo 2019 e i pochi innesti avevano preso inizialmente, ma gli ulivi sono più forti e resistenti dell’uomo, e l’albero millenario ha fatto i suoi ricacci da Ogliarola, e ora gli innesti estranei all’albero si sono dapprima ammalati, poi sono seccati, lasciando la folte chioma dei getti originari dell’albero, verdi e rigogliosi.
Fatevi un giro in Piazza Sant’Oronzo: i rami sugli spacchi dell’innesto sono seccati, i polloni nati spontanei sono verdi e vegeti. Gli innesti non funzionano e i getti nuovi sono sani e rigogliosi.
Tanto che questo scempio dell’ulivo di piazza Sant’Oronzo non si sa chi l’abbia autorizzato a marzo 2019. Inoltre marzo è già un mese sbagliato per rimondare o fare innesti sugli ulivi millenari: devono essere effettuati entro febbraio. Chiediamo spiegazioni al Comune di Lecce, proprietaria dell’albero. Poi, come c’è arrivata la sputacchina in mezzo al cemento intorno a Piazza Sant’Oronzo?
Tutta questa messinscena di Coldiretti Puglia per sostenere il DM n.1785 del 14 febbraio 2019 che nel capitolo “Salvaguardia olivi secolari/monumentali”
recita “……. Ai fini della salvaguardia degli olivi monumentali, si rendono necessari interventi che promuovano la pratica dell’innesto con varietà resistenti”. Stiamo condannando tutti gli ulivi della Piana degli Ulivi Monumentali a questa triste mozzatura inutile e fallimentare, come dimostra questo albero…
Innestare le varietà di leccino autosterile che dicono essere resistente alla Xylella, ma che ha bisogno della impollinazione incrociata, perché è autosterile, o la Favolosa FS17, cultivar nano da intensivo che vive pochi decenni, non è scientificamente una soluzione: non ci sono prove del “miracolo gli innesti crescono” su più anni.
Anzi, dopo un anno, gli innesti sono seccati.
Chiediamo che l’ulivo millenario di Piazza Sant’Oronzo non sia più usato come cavia da Coldiretti e che sia invece tutelato dal Comune e che siano applicate le buone pratiche agricole che facevano i nostri nonni: potature nei tempi utili, lasciare l’impianto originario dell’albero, irrorare il tronco con solfato di ferro (non necessario su questo albero, perché il tronco è sano), trattamento con rame e zinco a maggio sulle chioma per abbattere la presenza di Xylella fastidiosa, come sperimentato dalla cura del prof. Scortichini in diverse pubblicazioni scientifiche…
SalviAMO l’ulivo di Sant’Oronzo, albero simbolo di Lecce, e tutti gli ulivi monumentali, come quelli della Piana degli Ulivi Monumentali da Carovigno a Ostuni a Fasano, che qualcuno vuole sottoporre invece allo stesso trattamento fallimentare e non scientificamente validato del millenario di piazza Sant’Oronzo.