Uil Brindisi:Coronavirus, gestione della fase 2.
Cosa si intende per fase 2. Recuperare gli errori del passato, o perseverare con la politica degli annunci e del NO che tanto danno hanno causato? Gestire la fine della pandemia e il ritorno alle abitudini di vita ed ai comportamenti a cui eravamo abituati? Nubi minacciose si sono addensate nel nostro futuro e non si intravedono chiari segnali di guarigione per il rilancio economico-sociale del nostro Paese e del territorio in cui viviamo.
Al contrario le previsioni degli esperti non sono per nulla incoraggianti, atteso che l’Italia continua ad occupare stabilmente, a livello europeo e mondiale, i primi posti della classifica della decrescita e del debito e gli ultimi per l’abbassamento della qualità della vita. Ci mancava la pandemia per peggiorare la situazione. Le drammatiche notizie giornaliere nel settore sanitario, i lutti che continua a provocare, i danni in quello sociale: disoccupazione e perdita di migliaia di posti di lavoro, chiusura di attività produttive, piccole e grandi ne sono la prova. Tuttavia la politica continua a perseverare in atteggiamenti e comportamenti non consoni alla realtà del momento. Ultima dimostrazione il varo del decreto RIPRESA ITALIA in ritardo rispetto alle iniziati previsioni di aprile. In questa tragedia gli italiani hanno dimostrato, rispettando le regole imposte dal confinamento, di avere senso e responsabilità civica. Ci hanno ordinato di fermarci ed abbiamo subito obbedito. Ci hanno chiesto di rispettare le misure per il contenimento della diffusione del virus e le abbiamo osservate.
Lo abbiamo fatto perché crediamo in un futuro diverso e migliore, in un futuro che rimedi e corregga gli errori del passato, dandoci la possibilità di risentirci vivi e utili al nostro Paese. Una Società diversa, densa di speranza, fiducia, certezze e tranquillità. Ed allora, se gli obbiettivi sono questi e si vuole veramente cambiare, tutti dobbiamo partecipare! Per questo è necessario ricostruire con grande volontà e convinta partecipazione, individuando modelli innovativi di sviluppo in tutti i settori economici e sociali, integrati tra di loro in una situazione, come quella attuale, arrivata al massimo degrado e molto penalizzante soprattutto nei settori più deboli. È necessario, quindi, mettere mano ad un piano di investimenti globale che coinvolga tutti i settori produttivi. Il grido di dolore dei commercianti, dei ristoratori, degli artigiani, delle PMI, dei braccianti e di tanti professionisti costretti a chiudere i propri negozi, gli uffici, i lavoratori in cassa integrazione guadagni “con l’assegno che non arriva mai”, sono circostanze che non debbono più accadere nonostante le specifiche indicazioni e le denunce fatte! Un progetto che nella prima fase si è limitato a garantire la primaria assistenza, ma che nel prossimo futuro dovrà essere molto più ampio ed articolato con risorse adeguate per una risalita che si annuncia molto difficile ed impegnativa. Non per niente è stata paragonata a quella del dopoguerra. La politica ha questo ruolo, i cittadini ne devono essere guardiani attenti ed interessati! In questo quadro di autentica gravità si inserisce la nostra Città e la sua Provincia in particolare affanno. Un territorio ultimo tra gli ultimi che ha la necessità di una rapidissima risalita dalla enorme crisi in cui ci troviamo. L’affluenza più che triplicata dei nuovi bisognosi che ogni giorno affollano le sedi della CARITAS è la prova della vastità e dell’urgenza del problema.
Ed allora la UIL chiede, non è la prima volta che lo facciamo, che è necessario da subito superare lo stallo permanente, aprendo i cassetti delle scrivanie, rispolverando i progetti pubblici già finanziati che non sono stati presi in considerazione ed abbandonati alla muffa degli anni. Una colpevole dimenticanza che non possiamo più accettare che ha contribuito a ridurre la nostra città, un tempo non tanto remoto al centro di interessi molto significativi e gratificanti, ma attualmente a rischio di estinzione economica e sociale. Tutto ciò deve far riflettere su “QUALE E’ IL FUTURO CHE VOGLIAMO” ed agire immediatamente. La Fase 2 ci deve vedere protagonisti della RINASCITA. Non possiamo permetterci di perde questa ennesima occasione in nome della politica del NO! e del non fare che tanto danno ha procurato!
Antonio Licchello