Dopo la lettera di un dipendente di Sanitaservice che denunciava di non aver ricevuto dispositivi di protezione nel reparto di Chirurgia plastica, la Asl di Brindisi ha approfondito la vicenda.
“Quanto riportato da alcuni organi di stampa – spiega il primario di Medicina interna, Pietro Gatti – non coincide con la nostra ricostruzione. Alle 14 del primo maggio il personale che stava prendendo servizio in Chirurgia plastica-sospetti Covid appurava che da circa mezz’ora si era in attesa degli ausiliari per il trasporto in urgenza nell’Unità di terapia intensiva coronarica di un paziente risultato negativo alla ricerca del Covid-19 su tampone oronasofaringeo. Era già stata effettuata la sanificazione, pur considerando che il paziente era negativo al Covid ed era l’unico degente in reparto in quel momento. Al loro arrivo gli ausiliari hanno richiesto una nuova sanificazione del paziente: medico e infermieri hanno chiarito che i nuovi protocolli non prevedono questa operazione sull’uomo e hanno specificato che il paziente era Covid negativo, nonché proveniente da un reparto vuoto e sanificato. A questo punto gli addetti al trasporto hanno chiesto i dispositivi, che sono stati consegnati e il paziente è stato trasferito.
Successivamente è giunto un altro paziente con barella di biocontenimento perché sospetto. È stata effettuata la sanificazione del percorso e della barella vuota come da protocollo e sono stati chiamati gli ausiliari per riportare la barella al pronto soccorso. Di fronte alla richiesta di nuovi kit per trasportare la barella vuota e sanificata il personale in servizio nel reparto di Chirurgia plastica ha ritenuto di non consumare ulteriori dpi e ha autonomamente provveduto al trasporto della barella”.