Torna alle normali attività la Residenza sociosanitaria assistenziale Il Focolare di Brindisi: non ci sono più degenti positivi al Covid. Ieri si è conclusa l’attività di supporto clinico alla struttura da parte della Asl: la direzione sanitaria era stata affidata al direttore del Distretto sociosanitario di Brindisi, Angelo Greco.

A guidare l’equipe medica, invece, Pietro Gatti, direttore del reparto di Medicina interna dell’ospedale Perrino. La notizia della ripresa delle attività, al termine di un incontro che si è tenuto ieri pomeriggio nella sede della direzione generale Asl Brindisi: oltre a Greco e Gatti, erano presenti il direttore generale Giuseppe Pasqualone, e per il Focolare, l’amministratore delegato Alessandra Ruggeri e l’area manager Carla Ciracì. Subito dopo la riunione la Asl ha comunicato al Dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia la conclusione dell’affiancamento nella struttura, iniziato il 16 aprile. Al momento sono presenti 54 ospiti, tutti negativi, dei quali 6 non hanno mai contratto il virus in nessuna forma e 48 sono stati dichiarati guariti perché in possesso di almeno due tamponi negativi a distanza di quarantott’ore.

In poco più di un mese – dice Pasqualone – abbiamo costruito un modello replicabile di collaborazione tra pubblico e privato. Riconsegniamo alla gestione del Focolare una struttura completamente rivista nei percorsi, con i pazienti tutti negativi al tampone. In poco tempo abbiamo realizzato un grande lavoro di squadra, con il decisivo supporto di manager e operatori della residenza. Il risultato è stato raggiunto non solo per la cura dei degenti, ma anche perché le attività possono riprendere in una condizione di massima sicurezza. Il supporto della Asl continuerà per le visite specialistiche e per tutte le azioni mirate a prevenire nuovi contagi”.

Sul territorio della provincia di Brindisi – sottolinea il dottor Greco – sono 69 le strutture residenziali con circa 1650 posti letto e 1200 operatori. Il Focolare è una residenza a gestione interamente privata con 90 posti e 76 operatori. L’equipe di professionisti impiegati nella struttura – prosegue – comprendeva sette medici di varie specialità, dodici infermieri, un coordinatore infermieristico e un’assistente sociale, mentre gli aspetti igienico-sanitari e organizzativi sono stati affidati al Servizio di Igiene e Sanità pubblica e allo Spesal, il Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro”.

Nel periodo di affiancamento – aggiunge Gatti – abbiamo proceduto a monitoraggio costante di tutti i pazienti: saturazione periferica, temperatura corporea, elettrocardiogramma, valutazione dei parametri vitali e, dove necessario, di quelli emogasanalitici con un emogasometro. Di caso in caso sono state effettuate le terapie ritenute opportune, anche attraverso supporti nutrizionali o multivitaminici. Tutte le decisioni terapeutiche sono state condivise con la dottoressa Anna Gigli, direttore sanitario della Rssa. Durante il supporto clinico sono stati ricoverati in ospedale venti pazienti per patologie non gestibili nella struttura. Dal 10 aprile al 21 maggio, invece, ci sono stati 7 decessi con causa addebitabile alle pluripatologie. Dal primo gennaio al 21 maggio – conclude il dottor Gatti – il numero totale dei decessi degli ospiti della struttura è stato di 23: un risultato uguale a quello dello stesso periodo del 2019 senza alcun incremento di mortalità”.