La revoca dell’ordinanza che ha disposto il fermo degli impianti di Versalis rappresenta il positivo epilogo di una dura vertenza che si è, di fatto, risolta grazie al confronto avvenuto presso la Prefettura alla presenza di tutti i livelli Istituzionali, di Versalis e delle Parti Sociali da cui è scaturita l’intesa al successivo tavolo istituzionale richiesto, con larga condivisione, dal Presidente della Task Force regionale.

L’accordo ha previsto, tra l’altro, l’istituzione di un tavolo permanente sul petrolchimico di Brindisi, la cui prima riunione si terrà l’8 giugno p.v., finalizzato a programmare un piano di sviluppo della chimica per il territorio, contemperandolo con salute, lavoro e ambiente: la piattaforma della CGIL che abbiamo ribadito a più riprese anche in questa difficile vertenza. Queste per noi sono le parole chiave per tutti i siti industriali presenti nel territorio.

Ora, speriamo che il ritrovato clima di confronto possa determinare unità d’intenti tra le istituzioni ed i principali stakeholder territoriali per programmare il “Just Transition Mechanism” che veda Brindisi ricompresa nel Piano di Investimenti del New Green Deal Europeo.

E’ questa la grande sfida da cogliere. Il Piano dell’U.E. rappresenta un’opportunità che non bisogna sprecare se aspiriamo veramente a realizzare sviluppo sostenibile, modernizzare il nostro territorio e creare nuovi posti di lavoro stabili e di qualità.

Per fare questo, occorre delineare una sorta di roadmap per la giusta transizione, che traguardi la decarbonizzazione e che rafforzi l’ecosostenibilità. Ma per poter anche Brindisi, oltre a Taranto, accedere ai finanziamenti Europei, l’amministrazione Comunale deve elaborare di concerto agli attori portatori d’interesse dei “piani di transizione territoriale” coerenti con gli obiettivi previsti dal Piano di Investimenti New Green Deal Europeo.

Tale Piano sarà basato su tre pilastri: un fondo ad hoc, un sistema specifico nell’ambito di InvestEU, uno strumento di prestito della BEI. Un pacchetto da 100 miliardi di euro complessivi da distribuire tra il 2021 e il 2027 per sostenere e facilitare la riconversione di attività che causano emissioni nocive, la riduzione del consumo dei carboni fossili, la promozione dell’efficienza energetica e il passaggio a tecnologie meno inquinanti in tutti i settori produttivi.

Prime destinatarie degli investimenti dovranno essere quelle regioni con un alto tasso di occupazione nei settori del carbone. Ecco perché Brindisi, avendo programmato la cessazione della produzione elettrica della Centrale ENEL con carbone entro il 2025, non deve farsi trovare impreparata, elaborando e disponendo già da ora scelte, investimenti tecnologici ed economia verde, attenuando le conseguenze economiche e sociali della trasformazione e soprattutto creando nuovi posti di lavoro.

Dunque, un primo intervento deve riguardare la decarbonizzazione e sostenibilità che veda coinvolta la Centrale Enel di Cerano, prevedendo, oltre a quanto già annunciato, una riconversione di più ampio respiro, con la creazione di nuovi poli di eccellenza sulle rinnovabili, sull’accumulo, e sulle tematiche ambientali. Si può rivendicare, pertanto, l’insediamento di una sede strutturata di rilevanza nazionale di Enel Green Power, realtà in forte espansione per attività di realizzazione, gestione e controllo dei nuovi impianti di energie rinnovabili. Ciò eviterebbe, oltretutto, di veder scomparire altri migliaia di posti di lavoro, con evidenti riflessi di carattere sociale.

E’ evidente tuttavia che il “Piano Territoriale” per la giusta transizione, partendo da alcune particolari criticità presenti sul territorio, deve soprattutto considerare che la sostenibilità ha molteplici aspetti e prospettive future: dalle politiche ambientali, alla mobilità green, alla smart energy, ai nuovi modelli pubblici e privati di pratiche dell’economia circolare.

Il Segretario Generale

 

f.to Antonio Macchia