Lettera al Governatore e al Prefetto di Taranto per una rivisitazione delle assegnazioni alla Puglia. Impossibile, ad oggi, garantire la regolare irrigazione delle colture con turnazione ogni dieci giorni
“La Puglia è comproprietaria al 50% della Diga di San Giuliano, invaso del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, ma preleva acqua solo per il 30%, pur sostenendo la metà delle spese di gestione. È una incongruenza che, evidentemente, penalizza il nostro territorio e i nostri agricoltori. È il caso che la politica rimedi per riequilibrare l’utilizzo della risorsa idrica”. Lo affermano il presidente provinciale CIA Agricoltori Italiani Due Mari (Area di Taranto e Brindisi) Pietro De Padova e il direttore provinciale Vito Rubino che hanno scritto una lettera, contenente anche questa sollecitazione, al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, nella sua qualità di titolare della delega alle Risorse Agroalimentari, e al Prefetto di Taranto Martino Demetrio, per chiedere il loro intervento in materia di fornitura dell’acqua per la stagione irrigua corrente e, in particolare, sulla distribuzione dei volumi d’acqua dalla Basilicata alla Puglia. La missiva è stata inviata anche al segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale Vera Corbelli, all’Ente Irrigazione, al Commissario Unico dei Consorzi di Bonifica Ermenegildo Renna e al Consorzio di Bonifica di Stornara e Tara (nelle persone del sub-commissario Paolo Ferrante, del direttore Angelo D’Andria e del direttore del Servizio Agrario Pietro De Simone).
“Esattamente un mese fa abbiamo inoltrato una formale richiesta all’Autorità di Bacino Distrettuale e al Consorzio di Bonifica affinché venissero rivisti i volumi d’acqua assegnati alla Puglia non solo dalla citata diga di San Giuliano ma anche dall’invaso di Monte Cotugno per l’impianto Sinni Vidis, alla luce dell’impossibilità di garantire la regolare irrigazione delle colture con turnazione ogni dieci giorni, e per questo il Consorzio Stornara e Tara di Taranto ha già paventato lo spostamento dei turni ogni 15 giorni. La sollecitazione del 19 maggio non ha sortito, però, gli effetti sperati. Ecco perché ci vediamo costretti a richiedere un incisivo intervento da parte della Regione Puglia e della Prefettura – proseguono De Padova e Rubino – Nei mesi di maggio e giugno, a seguito delle piogge in Basilicata e dei minori attingimenti, peraltro, il livello delle dighe è aumentato”. Alla data del 18 giugno erano presenti 175.788.000 metri cubi utilizzabili per la Diga di Monte Cotugno e 54.100.555 metri cubi per la Diga di San Giuliano.
Per quanto riguarda l’invaso di San Giuliano, la Basilicata, prima della derivazione di San Marco, attinge acqua che va a finire in cinque vasche e solo successivamente avviene la divisione al 50%. “È del tutto ingiustificata, inoltre, la proposta di riduzione al 25% per entrambe le dighe, pur considerando il minimo vitale che deve restare negli invasi – aggiungono il presidente e il direttore di CIA Due Mari – Tale riduzione tende a penalizzare principalmente la Puglia, in quanto la Basilicata utilizza l’acqua delle dighe già nei mesi di gennaio e febbraio”.
Considerate le temperature fino a 40 gradi, non consentire l’irrigazione delle colture secondo una congrua turnazione determinerebbe inevitabilmente stress idrici sulle piante e perdita delle produzioni. “Tale situazione, peraltro – conclude nella missiva CIA Due Mari – si innesta in un quadro negativo di crisi del settore agricolo e non è escluso che nelle prossime settimane possano determinarsi problemi di ordine pubblico”.