Un possibile disastro ambientale, con rischi per il deflusso acque verso le paludi del Parco delle Saline di Punta della Contessa e dei suoi fenicotteri e le paludi costiere sopra a Cerano.
Durante gli scavi per interrare il tubo del megagasdotto TAP/SNAM, vicino all’abitato di Tuturano, nel Comune di Brindisi, si è verificato uno spillamento di una falda, che ha allagato la trincea di scavo. Sono stati interrotti i lavori e l’agenzia ARPA ha scoperto che è acqua salinizzata: nessuna sorpresa: la zona di Tuturano è area ad altissima concentrazione salina media, secondo i dati di ISPRA, ed è inserita nelle aree sottoposte a tutela idrogeologica, ed ARPA dovrebbe saperlo. Così SNAM, in accordo con ARPA, stanno prosciugando la falda, smaltendo “adeguatamente” l’acqua con centinaia di autocisterne, bloccando il deflusso della falda verso le paludi di Punta della Contessa, dove sostano e nidificano i fenicotteri, a 4 km dal cantiere SNAM.
Non è sufficiente che SNAM porti le analisi dell’acqua ad ARPA e siccome l’acqua è salina, decidano in autonomia di smaltirla “adeguatamente”, secondo la nota rilasciata da SNAM. Per una grande opera, come TAP/SNAM, inserita nei Progetti di Interesse Comune dalla comunità Europea, c’è un Valutazione d’Impatto ambientale con le sue prescrizioni, dopo un iter di decine di osservazioni fatte dagli organi coinvolti. E questi non sono incidenti che possono accadere “normalmente quando si fa una grande opera”: SNAM ha fatto 2 anni di studi idrologici e morfologici prima di fare il megagasdotto, e molte Autorità hannno dovuto dare il consenso all’opera e prevedere prescrizioni per le criticità che possono emergere. Ci sono organi di controllo, come l’ Autorità di Bacino e la Commissione Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, Difesa del suolo, Risorse Naturali della Regione, la Sovraintendenza per il Paesaggio e il Comune di Brindisi a cui stiamo denunciando il fatto.
La falda che SNAM sta prosciugando porta acqua meteorica superficiale al Canale Foggia di Rau (che sfocia presso le Saline di Punta della Contessa, quegli acquitrini che ospitano i fenicotteri rosa) e al Canale Siedi, che sbocca a mare verso Cerano. Interrompere il deflusso di queste acque compromette tutta la fauna e flora dei parchi a sud di Brindisi, e ciò in un periodo di siccità.
E ricordiamo che il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Brindisi, all’art. 16 NTA prevede che “Al fine di invertire la tendenza alla salinizzazione delle acque, sono vietati emungimenti di acque sotterranee nelle aree sottoposte a tutela idrogeologica. E’ da incentivare l’introduzione di pratiche di ricarica degli acquiferi”
Ci sono nella Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera, le prescrizioni
- A4. (garantire la compatibilità idraulica e geomorfologica degli interventi, in base ai criteri previsti dalla competente Autorità di Bacino della Puglia),
- A6. (al fine di verificare la sussistenza di interferenze sulla falda acquifera, generate dagli scavi e dalle perforazioni, al fine di definire eventuali ulteriori misure di tutela della falda stessa),
- A7. (dovranno essere valutati tutti i rischi di incidenti, ed in particolare eventuali spillamenti e spandimenti in fase di cantiere, e definiti dalla Regione gli eventuali ulteriori accorgimenti per limitarli)
che non vengono rispettate da SNAM con l’intervento di emungimento della falda di Tuturano.
Non può decidere solo SNAM, sentita l’ARPA, che deve solo monitorare la qualità e i livelli della falda, non la compatibilità idraulica e geomorfologica degli interventi.
L’immagine inclusa è una mappa di ISPRA Ambiente, agenzia governativa, che mostra che l’area della falda di Tuturano era già inserita nelle aree a tutela idrogeologica ad altissima concentrazione salina media: perciò prosciugare la falda meteorica in periodi di siccità non ha senso: tutte le falde in quella zona sono saline (ad alta concentrazione di cloruro), e si poteva in qualche modo reimmettere tale acqua preziosa nella rete idrogeologica, per non compromettere il flusso acquifero verso le poco distanti paludi costiere, aree di elevato interesse ambientale. Ma SNAM avrebbe dovuto almeno sentire l’Autorità di Bacino e la Regione Puglia, competente per le acque, che aveva bocciato la Valutazione d’Impatto Ambientale di TAP/SNAM nel 2017, proprio per l’impatto su paesaggio, flora e fauna e sui pochi fiumi e canali che vengono attraversati dal megagasdotto inutile, costoso e dannoso.
Il Movimento No TAP/SNAM Brindisi aveva già denunciato spillamenti simili l’estate scorsa all’attraversamento TAP/SNAM sulla strada Torchiarolo – Lendinuso, devono erano stati espiantati anche ulivi monumentali senza l’autorizzazione della Commissione della Regione. Altri scempi.
SNAM deve essere fermata in questo ulteriore scempio del nostro territorio, che non deve passare come piccolo incidente di percorso.
Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi