Sulla vicenda dell’ impianto Marimisti ( in una conferenza stampa, i dirigenti della Società hanno praticamente illustrato le motivazioni per cui non è possibile accettare la proroga di un anno della concessione proposta dall’ Amministrazione comunale di Brindisi), riceviamo e pubblichiamo un intervento di Marco Simone, un operatore impegnato nella struttura ( sita al quartiere Sant’ Elia).
“ Senza fare calcoli in tasca alle persone, pensiamo alle cose serie, perché di calcoli e numeri della lotteria in questi giorni ne ho letto tanti ….
Parlo a nome di tutte quelle centinaia di persone che fanno riabilitazione, che hanno problemi motori , problemi di salute, che fanno riabilitazione post operatoria, “ bambini speciali che fanno terapia multi sistemica “, categorie protette, persone con problemi psicologici che utilizzano l’ acqua come medicina terapeutica, persone anziane che fanno nuoto benessere prescritto dai medici, quale piscina utilizzeranno signor Riccardo Rossi, il canalicchio, il porto, la diga di Punta Riso ?
Non c’è spazio d’acqua soprattutto con le regole Anti Covid, dove in sostanza la distanza di sicurezza è la prima regola da rispettare ed è un numero matematico ben preciso che si calcola in base ad alcuni parametri ben definiti .
Si dice “ Brindisi Bene Comune” o, meglio, erano dei beni comuni ? Queste sono scelleratezze, scelte affrettate e non approfondite . Se a settembre le due piscine comunali non saranno in funzione, avrete centinaia e centinaia di persone sulla coscienza. Cosa direte a queste persone ? Cosa direte ai genitori di questi bambini, nonni, ziii ….
Lo sport va protetto, custodito come un bene prezioso assoluto , lo sport è salute, crescita culturale . QUI SI PARLA DI BUON SENSO ……
Forse è il caso di fare un passo indietro e riformulare il tutto , salvatene almeno una delle due strutture , visto che una è già in completo stato di degrado e abbandono.