L’imprevedibilità di un futuro prossimo fortemente condizionato da dinamiche sociali e economiche preoccupanti e da scadenze politico-istituzionali, in un quadro di persistente pandemia da Covid19, rendono nei nostri territori di Brindisi e di Taranto oggettivamente incerta la ripresa post feriale di questo strano 2020.
I postumi del primo distanziamento sociale raccontano di un Paese che arranca, di progettualità di rilancio appena accennate, di incertezze manifeste circa l’effettivo avvio dell’anno scolastico 2020-2021 in sicurezza, di appuntamenti elettorali e referendari probabilmente a rischio, di uno stato di emergenza prorogato al 15 ottobre per le misure anti Covid19.
E, poi, di una economia che nel Mezzogiorno e in queste nostre province in particolare fatica e tarda ad allinearsi con quella delle aree più forti del Paese, in tal modo determinando forti criticità sociali di cui il Governo nazionale al momento fatica a farsi carico.
Ci attende, quindi, un autunno non facile; perciò tutte le forze politiche, quelle sociali, imprenditoriali, associative, non devono abbassare la guardia ma riprendere in mano i propri destini rilanciando sia una vertenzialità per lo sviluppo economico strutturale di queste aree, sia per l’appropriatezza dei servizi sociali e socio sanitari territoriali a vantaggio di tutti i cittadini, in particolare dei non autosufficienti.
I tempi ristretti con cui si sta per giungere all’election day del 20-21 settembre, hanno amplificato in queste settimane in Puglia alleanze politiche, generando più liste a sostegno dei vari candidati Presidenti ma adesso attendiamo altrettanto interesse nella presentazione di programmi e in seguito nell’impegno concreto per affrontare e contrastare i problemi che insistono su questi territori.
Rileviamo, quasi non bastasse, una visione finora parziale delle questioni da parte della politica ai vari livelli e registriamo sovente la scelta di prediligere interventi tampone mentre essa avrebbe l’obbligo di comprendere compiutamente, parlando molto, molto di più con i cittadini e contestualmente attivando un confronto serrato e di maggiore condivisione delle strategie con la rappresentanza sociale.
Si pensi, ad esempio, oltre alla questione lavoro, alla questione sanità, alla corretta fruizione del diritto costituzionale alla salute e alla necessità che essa venga riportata al centro nelle dinamiche sociali ed economiche, in modo da poter cogliere i veri bisogni di una medicina territoriale esigibile, rivendicata insistentemente dal sindacato confederale, per determinare quell’appropriatezza oggi non riscontrabile in maniera omogenea nei territori.
Da qui la necessità, di ripartire con le due Asl territoriali dalle cabine di regia che fino ad oggi non hanno funzionato come, invece, avrebbero dovuto.
La corrente fase pandemica su questi delicati argomenti ha rilanciato, a livello nazionale, il dibattito politico e sociale; anche in considerazione delle significative risorse finanziarie messe in campo, rispetto alle quali si procede con fatica e con l’aggravio di una burocrazia spesso troppo invadente.
Anche questi bisogni si innestano in una situazione di disagio economico e sociale delle migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori con le rispettive famiglie, per una crisi che rischia ormai di diventare strutturale, mentre nel frattempo numerose attività economiche hanno ancora troppe difficoltà a ripartire ed altre non ripartiranno mai più.
Come Cisl continueremo a proporre, sia per Taranto che per Brindisi, di concerto con le nostre Federazioni di categoria, la necessità di una riprogrammazione non unicamente difensiva dello sviluppo territoriale ed uno sforzo di progettualità con il pieno coinvolgimento e confronto delle parti sociali, di quelle professionali e delle Istituzioni locali.
La necessità di tale rilancio va declinata contestualmente, rivendicando il mantenimento dell’attuale forza lavoro e l’assoluta opportunità di creare realmente lavoro aggiuntivo, in modo da poter offrire nuove opportunità, atteso anche che la politica non può decidere da sola, come spesso in questi anni ha agito.
Va rilanciato concretamente, perciò, il valore della partecipazione e della contrattazione sociale, a tutti i livelli, considerata l’articolazione democratica, civile e sociale costituzionalmente regolate nel nostro Paese.
Sullo sfondo del recente Decreto Agosto, positivi sono gli sgravi contributivi sul costo del lavoro concessi alle imprese insediate nel Mezzogiorno; misura sicuramente utile che, tuttavia, assumerebbe valenza strutturale di sostegno se fosse prolungata nel tempo.
Opportuna è risultata anche nello stesso DL, la proroga degli ammortizzatori sociali ma in questa parte del Paese restano da consolidare le politiche attive del lavoro, come resta urgente mettere in campo progetti e iniziative produttive che attraggono nuovi investitori, capitalizzino e moltiplichino ogni euro delle ingenti risorse europee rese disponibili, con particolare riferimento al Fondo Sure, al Mes e al Recovery Fund.
E’ questo dunque, il momento di investire celermente nel capitale umano, nella formazione, nella ricerca, in politiche creditizie sostenibili, nelle politiche abitative, nelle infrastrutture materiali e immateriali, nella banda larga e ultralarga, nel sistema 5G – per ridurre il digital divide territoriale – nell’economia circolare e, per quanto ci riguarda, nelle tante realtà produttive di eccellenza e nelle peculiarità sociali, economiche, produttive e culturali delle nostre aree.
Per il rilancio dei sistemi economici territoriali va recuperata, come più volte abbiamo avuto modo di proporre anche la logica e la razionalità insita nei Patti territoriali, esperienze che qualche anno fa hanno esaltato i territori, concepiti come offerta di sistemi e di reti che possano consentire agli stessi territori di competere ai livelli sia nazionali che internazionali.
Di immediato impatto, per quanto riguarda l’area territoriale di Taranto, permane la vertenza ex Ilva sulla quale auspichiamo urgente chiarezza da parte del Governo, un coinvolgimento esigente delle Organizzazioni sindacali ed una accelerazione dei processi di rilancio della siderurgia italiana, coniugati con l’esigenza della salvaguardia, dell’ambientalizzazione e della sicurezza interna ed esterna allo stabilimento ionico, della garanzia occupazionale per i lavoratori diretti, dei sistemi appalto e indotto e della ripresa produttiva del sito garantendone la sostenibilità ambientale.
Quanto all’area territoriale di Brindisi tiene banco la questione della decarbonizzazione della Centrale Enel unitamente ai nuovi investimenti, alla garanzia della sostenibilità ambientale dei processi ed alla salvaguardia occupazionale diretta e indotta.
In entrambe le aree altre priorità rivendicate si confermano il rilancio dei rispettivi sistemi portuali, con il settore del turismo, dell’agricoltura di qualità, i Contratti istituzionali di sviluppo, l’accelerazione sulle Zone economiche speciali (Zes), l’infrastrutturazione, il potenziamento senza più perdita di tempo dei sistemi di trasporto via terra, ferro, aria, mare.
Occorre, in tutti i casi, portare al centro della discussione, in quanto non più rinviabile, il patrimonio dei giovani e quindi le prospettive della presente generazione, investendo su di loro di più e meglio affinché approdino ad un futuro umano e professionale rimanendo a Taranto e a Brindisi, contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi decenni,
Su questi temi la Cisl Taranto Brindisi continuerà ad offrire il proprio contributo di idee e di proposte, confidando in immediati confronti costruttivi.