BRINDISI.No-Tap:proposte e idee per riscattare la nostra città dalla logica industriale sfruttatrice.Sabato manifestazione e assemblea sotto la Centrale ENEL Federico II
manifestazione e assemblea sotto la Centrale ENEL Federico II a Cerano, Brindisi.
sabato 24 ottobre 2020, ore 15.00
Il Movimento NO TAP/Snam della provincia di Brindisi invita associazioni, comitati, movimenti, lavoratori, cittadini a partecipare al sit con assemblea in che si svolgerà sabato 24 ottobre con inizio alle ore 15.00 davanti alla centrale Enel “Federico II” per dare un contributo attivo in termini di proposte e idee per continuare il dibattito per riscattare la nostra città dalla logica industriale sfruttatrice che per decenni ha causato devastazioni del territorio, ingenti danni all’ambiente, alla salute della popolazione e che non ha mai portato compiuti benefici in termini economici e sociali a questa terra.
Il Movimento NO TAP/Snam della provincia di Brindisi, nell’ambito del percorso tracciato dalla Campagna Nazionale “per il clima, fuori dal fossile”, ha raccolto idealmente il testimone dopo la manifestazione del 4 luglio scorso davanti la centrale Enel di Civitavecchia per proporre una analoga iniziativa a Brindisi per sabato 24 ottobre che metta al centro il tema del lavoro in vista delle imminenti dismissioni delle centrali a carbone.
Siamo, come Movimento NO TAP/Snam della Provincia di Brindisi, tra i promotori della Campagna “Per il clima, fuori dal fossile”, che aggrega varie realtà impegnate nella difesa dei propri territori dalle grandi opere inutili e dannose, in particolare quelle relazionate all’estrazione, trasporto e utilizzo dei combustibili fossili.
Le dismissioni delle centrali a carbone in Italia, compresa ovviamente la centrale Enel Federico II di Brindisi, portano con sé tutte le contraddizioni di una eventuale conversione a gas metano sia sotto l’aspetto dell’utilizzo di una fonte fossile chiaramente climalterante sia sotto l’aspetto sociale che vedrebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro tra diretti e indiretti.
Il piano Energia e Clima 2030 in Italia prospetta solo una transizione dal carbone a un altro combustibile fossile, ovvero il metano.
Si tratta di una proposta vecchia e pericolosa, essendo il metano un gas che contribuisce significativamente all’aumento di concentrazione di gas serra nell’atmosfera.
Inoltre, anche quella del metano è una gestione centralizzata e monopolizzata dai grandi gruppi, in Italia soprattutto Snam, Eni ed Enel, e quindi saldamente interna alla logica del capitale.
Oggi, approfittando della pandemia, il governo sta cogliendo l’occasione per passare una serie di provvedimenti – come l’approvazione di grandi opere e del Decreto Semplificazioni – che vanno nella direzione opposta a quella da noi voluta.
Va sottolineato che il Decreto Semplificazioni, appena approvato dal parlamento, abbia cercato di dar mano libera al mercato e regalare alle multinazionali petrolifere più spazi di manovra.
Tuttavia, le pressioni esercitate dalla Campagna “Per il clima, fuori dal fossile”, che ha visto aggregate oltre 170 importanti realtà ambientaliste nazionali, tra le quali anche il Movimento NO TAP/Snam della provincia di Brindisi, sono riuscite a far cadere alcuni punti del Decreto tra i più problematici dimostrando così che è possibile ottenere dei risultati anche nelle difficili condizioni create dalla pandemia.
Le parziali vittorie dei movimenti si basano su spazi, su territori in cui i cittadini cominciano a lottare, spesso a partire da problemi concreti e immediati legati alla dimensione locale.
Nonostante i risultati positivi, le industrie inquinanti hanno una forte egemonia, tanto che ci sono lavoratori impiegati per esse che ritengono che piuttosto è “meglio morire di cancro che di fame”.
A Ravenna, per esempio, alcuni sindacati c.d. “rappresentativi” e l’Eni hanno addirittura manifestato assieme per i posti di lavoro.
I sindacati, non tutti per la verità, hanno anche difeso alcuni provvedimenti dannosi contenuti nel Decreto Semplificazioni.
Ma quando le nocività si abbattono sui loro territori, anche i lavoratori delle industrie nocive sono spesso coinvolti dalle problematiche ambientali.
Non si può far finta che non esistano oggi tensioni fra ambiente e lavoro, quindi bisogna affrontare il tema coinvolgendo i lavoratori.
Per questo va messo assolutamente in evidenza che questo modello di transizione energetica è insufficiente sotto il profilo ambientale, climatico e soprattutto sotto il profilo dei diritti sociali.
Abbiamo voluto accendere i riflettori su Brindisi perché la città si sta candidando a diventare un mega HUB energetico in Italia e in Europa con il crocevia di gasdotti, con mega impianti di produzione e stoccaggio di idrogeno, con mega impianti eolici e fotovoltaici e chi più ne ha più ne metta.
Bisogna scardinare tutte le contraddizioni di questo modello di sviluppo che rievoca tristemente quel modello di sviluppo dei tempi della prima rivoluzione industriale.
Abbiamo voluto realizzare una iniziativa come il sit in sotto la centrale Enel di Cerano che cominci a mettere al centro il tema dell’ambiente e del lavoro al tempo di questi cambiamenti epocali che rischiano di andare verso la direzione della desertificazione sociale ed economica dei territori ad esclusivo vantaggio delle lobbies dell’energia che sfrutteranno la spinta verso quella “green economy” ipocrita che a tutto servirà tranne a ciò che veramente deve servire.
Siamo a Brindisi, una città con 11 impianti a rischio di incidente rilevante ed un petrolchimico enorme che ha lasciato nel corso dei decenni un enorme fardello di danni all’ambiente e alla salute.
La presenza di due grandi centrali a carbone sul nostro territorio nel corso di questi anni – Enel Brindisi Sud Cerano da 2640 MW e la centrale di Brindisi Nord, già prima Enel, poi Edipower ed adesso A2A – lo aveva fatto diventare il più grande polo energetico italiano con il consumo annuo di ben 8 milioni di tonnellate di carbone.
A queste si sono aggiunte anche le tre centrali turbogas di ENI di 1300 Mw complessive, ubicate all’ interno del petrolchimico di Brindisi.
Brindisi ora si appresta a diventare HUB del gas con il gasdotto Tap e gli altri gasdotti in arrivo in Salento, uno fra tutti l’ IGI Poseidon, il cui snodo è ubicato a pochi chilometri dalla città, tra Brindisi e Mesagne, in contrada Matagiola.
Qui oltre alla ipotesi della riconversione a gas di Enel ed A2A si vuole sperimentare anche la produzione del c.d. Idrogeno Blu con il conseguente stoccaggio della CO2 in quel di Ravenna, neonato progetto di Edison assolutamente da contrastare.
Vogliamo porre l’attenzione sull’ importanza di contrastare questi progetti che interessano il nostro territorio e sulla necessità di respingere il ricatto sul lavoro.
Il ricatto occupazionale è ritenuto il migliore alleato di sempre dei padroni del fossile ed è diventato in questi ultimi tempi argomento di dibattito che sta imperversando da mesi sui giornali locali.
E’ come se stessero tornando i fantasmi del passato della metà degli anni 2000, proprio quando a qualche ben pensante balenò l’idea di poter cavalcare il ricatto occupazionale dalle dismissioni degli impianti EVC e MDI del petrolchimico per le evidenti questioni ambientali e danni alla salute dei lavoratori per infilare il rigassificatore di 8 milioni di tonnellate di gas della LNG British Gas all’ingresso del porto di Brindisi e affianco agli altri 11 impianti ad alto rischio di incidente rilevante.
Sappiamo tutti come andò a finire la storia del rigassificatore, la cronaca giudiziaria della vicenda riempì per lungo tempo le pagine dei giornali, non solo quelli locali.
E Solo la battaglia portata avanti con determinazione dalle Istituzioni locali e dalla popolazione brindisina evitò il peggio ovvero la costruzione di una enorme “bombola” di gas a meno di un Km in linea d’aria dalla città.
La nostra ambizione è di introdurre questi temi a Brindisi, non solo per dare un respiro locale ma per dare un respiro nazionale affinché le stesse dinamiche di approccio a questi temi siano replicabili ovunque dovessero servire.
Abbiamo fortemente voluto l’appuntamento di Brindisi perché la nostra città è uno degli snodi principali per tutte le future scelte in materia di Energia.
Nel tentativo di contrastare questi programmi anacronistici vorremmo avviare in città, assieme alle altre associazioni, enti, sindacati ecc., un dibattito che stimoli proposte da condividere con lavoratori e cittadini per sviluppare un nuovo ragionamento intorno alle energie rinnovabili in funzione della realizzazione delle comunità energetiche, in modo da coinvolgere la città di Brindisi e la provincia, utilizzando i fondi già disponibili che altrimenti sarebbero spesi per una inutile e mai auspicata conversione a gas delle centrali.
Per questo poniamo particolare interesse nella lettura della situazione nazionale e locale per avere e/o costruire strumenti significativi di contrasto al ricatto sul lavoro in funzione dell’abbandono del fossile e di lotta ai cambiamenti climatici che in questo importante momento storico sta interessando tutti gli Stati a livello mondiale.
Al sit in, per il quale continuano ad arrivare adesioni da tutta Italia, interverranno rappresentanti di realtà regionali e nazionali che porteranno la loro testimonianza e il loro contributo alla discussione.
Movimento NO TAP/Snam della provincia di Brindisi
Campagna Nazionale “Per il clima, fuori dal fossile”