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PENSIONATI CISL: UN PATTO SOCIALE CHE RISCRIVA I MODELLI DI SANITÀ E DI WELFARE di Piero De Giorgio – Segretario Generale

Il protrarsi dell’emergenza pandemica, ovvero la cosiddetta Fase 2, sta determinando nella popolazione anziana nel nostro Paese ed in particolare nel nostro territorio Taranto Brindisi, situazioni di ulteriore, profondo malessere sociale ed economico, che non sono stati in grado di prevenire né il Governo, avendone avuto tempo mentre continua a tergiversare in maniera stucchevole circa l’utilizzo del Mes, né le istituzioni regionali e locali cui pare sia concesso, con gli ultimi DPCM, l’unico mandato di poter chiudere quasi tutto sia pure a macchia di leopardo.

Dallo scorso marzo, la cronaca di situazioni a volte raccapriccianti, come le morti negli ospedali o nelle Rsa di anziani soli e non meno dolorose quelle scaturite dal distanziamento imposto che li ha isolati nelle loro case, ha messo a nudo le disuguaglianze territoriali e, specialmente al Sud, la non appropriatezza di sistemi sanitari e socio-sanitari fatti oggetto, negli anni, di tagli indiscriminati, rimodulandoli – quasi fosse più un costo che servizio alla persona costituzionalmente garantito – per far quadrare i conti anziché per garantire a tutti effettivi livelli essenziali di assistenza.

Al riguardo, la carenza di operatori sanitari e la recentissima frettolosa apertura delle procedure per l’individuazione di 1500 unità tra personale medico e sanitario e di 500 addetti all’attività amministrativa da impiegare, su base territoriale, per il rafforzamento dell’attività di ricerca e la gestione dei contatti dei casi, è una tra le prove evidenti di una sanità pubblica non rispondente oggi ai bisogni dei concittadini.

Sul versante sanitario, oltretutto, se appare più che evidente che le aspettative di vita, bene primario e non negoziabile, si allungano, si impone un ridisegno di sistema non più disarticolato per regioni, procedendo invece lungo la direzione che l’esperienza pandemica ha chiaramente suggerito, così da istituire in tutto il territorio nazionale un modello unico e non duale come è oggi e ristorare la popolazione anziana, specialmente non autosufficiente, con una offerta analoga per tutto il Paese.

I nostri pensionati rivendicano, dunque, vicinanza, prossimità, solidarietà, attenzione, possibilità di interazione anche mediante la rete, con un distanziamento sociale prudente ma virtuoso, che consenta anche a loro di non essere mai più soli.

Su sanità e non autosufficienza bisognerà,pertanto, investire maggiormente anche in direzione della coesione sociale, attraverso un rafforzamento del welfare nazionale e territoriale, per traguardare un modello moderno, inclusivo, fondato sui principi di uguaglianza, di solidarietà e sull’universalità di accesso alla globalità delle prestazioni.

E’ oltremodo fondato che permanga ancora l’emergenza contagi e, nella situazione data, il richiamo alla responsabilità da parte di tutti è doveroso, affinché ci si impegni nel distanziamento sociale, nell’uso delle mascherine e nella continua igiene delle mani ma al contempo non si giunga mai, anche nei nostri ospedali di Taranto e di Brindisi a dover scegliere chi curare e chi lasciar morire, se concentrare tutta l’attenzione sull’epidemia da Covid-19 e non anche sulla cura di ogni altra patologia anche grave.

Per noi, l’orizzonte di lungo termine rimane un modello di sviluppo complessivo e sostenibile dei nostri territori, in cui gli anziani non vengano considerati componenti residuali ma risorse ancora spendibili.

Risorse in grado di implementare idee di cambiamento di mentalità, che portino a guardare a nuove iniziative sociali e sanitarie verso le generazioni più avanti negli anni, considerando che rendere strutturale tali cambiamenti è interesse anche delle attuali giovani generazioni.

I pensionati della Cisl, su questi temi, sono per una rivoluzione etica che porti ad un cambiamento virtuoso, grazie ad un patto sociale che di concerto con la politica e con le Istituzioni e gli Enti locali a tutti i livelli, sappia riscrivere i paradigmi della cura e dell’assistenza, non consideri un peso le generazioni vulnerabili ma persone titolari di diritti e non solo di doveri e che, non per ultimo, implementi inclusione e solidarietà tra generazioni come elementi basilari per ricostruire, fin da adesso, una convivenza civile e sociale finalmente affrancata dalla pandemia.

 

Pietro De Giorgio

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