La storia lo insegna: quando l’intera società va in sofferenza, quelli che pagano il prezzo più alto sono i soggetti fragili. La pandemia e il lockdown stanno mettendo tuttora a dura prova le fondamenta delle nostre comunità a tutti i livelli e l’onda d’urto delle criticità derivante dalla potenza distruttiva del Covid è tanto più intensa quanto più esposte sono le fasce sociali che ne sono investite.


Fragili tra i fragili sono i soggetti con problemi di salute mentale che hanno pagato uno dei prezzi più alti nella pandemia e che continuano, anche dopo il lockdown, a patire per le carenze di strutture e di personale di supporto, già prima del Coronavirus insufficienti e ora drammaticamente mancanti, quasi del tutto.

Gli effetti del lockdown sulla salute mentale degli italiani sono stati devastanti: secondo alcuni studi, si stima che i 264 milioni di persone affette da depressione nel mondo siano raddoppiate, passando dal 6% del totale di persone con depressione al 13%.

A Brindisi, nonostante nei mesi della chiusura totale sia stato attivato un progetto di supporto psicologico attraverso il raggiungimento via filo della cittadinanza che ne faceva richiesta, il ridimensionamento del centro Salute mentale di Brindisi – San Vito, un servizio che rientra nei Lea, ha aggravato la situazione, lasciando molti soggetti fragili privi di un indispensabile sostegno psicologico e medico.

Non bisogna pensare, però, che tutti i problemi siano esclusivamente riconducibili alla pandemia, che sicuramente ha contribuito a ingrossarli considerevolmente: assistiamo da anni al progressivo smembramento delle équipe medica, infermieristica e psicologica del centro. I pochi professionisti rimasti hanno più volte manifestato la sempre più concreta probabilità di non riuscire a farsi carico di tutti i casi meritevoli di attenzione, specie quelli più delicati, per l’impossibilità di garantire un servizio all’altezza del compito.

Da più parti si chiede un intervento rapido per garantire adeguata assistenza e il completamento della pianta organica del sistema di tutela della salute mentale: servono infermieri, psicologi, psichiatri e assistenti per fronteggiare quella che, oggi più che mani, assume i contorni di un’emergenza sociale e sanitaria.

Sabato 10 ottobre si celebrerà la giornata mondiale della salute mentale e, approfittando di questa occasione, la Cgil di Brindisi intende chiedere un incontro, un confronto, l’apertura di un canale di dialogo col servizio sanitario pubblico, ovvero con la ASL BR, per progettare una riorganizzazione condivisa e basata sui bisogni attuali dell’intero circuito psichiatrico: ogni iniziativa ritenuta utile a contrastare questa deriva riduzionistica, imprudente e fuori dal tempo, qualora non arrivassero le risposte necessarie alle domande poste, non può essere esclusa.

Il Segretario Generale

Antonio Macchia