BRINDISI. Adoc:Oggi, Domenica 15 novembre, ricorre la “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada”, proclamata dall’Onu (Organizzazione delle nazioni unite) nel 2005.
Un appuntamento annuale con l’analisi, la riflessione e la sensibilizzazione sulla problematica in memoria delle vittime della strada ma anche per diffondere la cultura dei comportamenti corretti alla guida.
Il settore della mobilità vive momenti di grande trasformazione e pericolosità legati a diversi fattori. Dall’uso dei nuovi mezzi di trasporto come city car, bici e monopattini su percorsi non adeguati, per l’assenza di una regolamentazione ed una progettazione e di risorse. Sono i comportamenti, però, a fare la differenza! Mettersi alla guida violando le norme del codice della strada dopo aver adottato stili di vita errati, considerato il sempre più diffuso uso di sostanze alcooliche e stupefacenti e l’uso del cellulare alla guida sono solo alcuni esempi di cause di incidente.
Solo nel 2019, sono state 3.173 le vittime di incidente stradale a seguito dei 172.183 incidenti registrati a cui si aggiungono anche 241.384 feriti. Non sono bastate al momento le pregevoli campagne di prevenzione ed informazione e l’obiettivo di riduzione fissato dall’unione europea del 50% in 10 anni della “mortalità su strada”. I dati del 2020, in flessione rispetto agli anni passati, non ancora ufficiali non devono far abbassare la guardia in quanto risentono del periodo di lockdown e quindi della scarsa mobilità dei mezzi e delle persone. Da un monitoraggio effettuato dall’ADOC di Brindisi si evidenzia nella nostra realtà un diffuso non rispetto delle regole del codice della strada: dall’utilizzo del cellulare alla guida, al mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, all’uso di sostanze psico – alteranti sino ad arrivare alla violazione dei limiti di velocità specie nel centro abitato ed in misura minore il mancato rispetto dello stop agli incroci semaforici e della precedenza. Pressoché disattese le regole attinenti la corretta circolazione pedonale e mediante l’uso di bici e monopattini considerato il non rispetto dei sensi di marcia, dei semafori e l’uso dei marciapiedi e zone pedonali per la circolazione. Preoccupa, inoltre, la sicurezza passiva, lo stato delle infrastrutture considerato il manto stradale dissestato in più punti della città, la regolarità della segnaletica orizzontale, relativamente ai passaggi pedonali a ridosso degli incroci, e la mancata realizzazione di dossi di rallentamento in “zone critiche”.
Su questi punti si auspica un attento monitoraggio a cura della Polizia Locale e degli uffici preposti.