La firma tra l’AdSPMAM e la Sogesid Spa – società d’ingegneria del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture – per la redazione del Piano Regolatore del Porto (PRP) di per sé non è garanzia di scenari futuri innovativi.
Infatti, la realtà ci offre progetti che nulla hanno a che fare con la sostenibilità dall’ipotizzata colmata fra Costa Morena Est ed il molo del petrolchimico che non offre concreti presupposti per immaginarne uno nuovo, al passo coi tempi e che abbia una visione del futuro molto chiara.
L’essenziale obbiettivo della polifunzionalità è contenuto già nel PRP esistente ma, sotto alcuni aspetti, negato nei fatti da scelte che portano a sovrapposizioni di funzioni e di usi delle banchine disponibili.
In realtà, il problema non è tanto quello della carenza di banchine quanto quello della inadeguatezza dei servizi che possano rendere il porto sempre più competitivo ed anche ambientalmente sostenibile (si pensi soltanto ai servizi logistici, a quelli offerti ai passeggeri ed alla elettrificazione delle banchine e degli stessi collegamenti delle navi all’ormeggio da parte di fonti rinnovabili).
Ci auguriamo che si rediga un PRP che, partendo dalle impostazioni di polifunzionalità dell’attuale, riveda e annulli alcune previsioni, in esso contenute, come qualsiasi restringimento dello specchio acqueo del porto, oramai “datate” di quasi mezzo secolo e che oggi sono da considerarsi obsolete non solo concettualmente e culturalmente, ma soprattutto non più organiche rispetto a una configurazione funzionalmente moderna ed efficace per le attività che si vogliono accogliere e a cui si vogliono offrire servizi.
Contestualmente, è nella fase di preparazione il Piano Urbanistico Generale (PUG) della città, un’occasione unica affinché i due piani s’interfaccino per creare quella sintonia progettuale e urbanistica indispensabile in una città-porto come Brindisi che possiede delle peculiarità molto particolari.
Siamo convinti che tale aspetto debba rappresentare una indicazione politica imprescindibile e costituire una inderogabile necessità.
Non farlo, eludendo questa esigenza e opportunità, significherebbe comprometterne il futuro sviluppo.
L’integrazione porto-città è una sfida complessa che, se non affrontata con le giuste modalità, può costituire un serio problema giacché incide su molteplici aspetti strettamente legati fra loro. E’ essenziale, oltre che doveroso, evitare il pericolo che il porto sia percepito come un corpo estraneo, staccato dalle dinamiche di sviluppo della città e, viceversa, che i porti o, per maggiore chiarezza, gli enti portuali che li gestiscono, considerino lo sviluppo urbano come un ostacolo per la loro crescita.
Abbiamo fatto presente anche nelle osservazioni trasmesse sul documento programmatico preliminare del PUG che consideriamo lo stesso PUG concettualmente lo strumento urbanistico sovra ordinato a cui dovrebbero richiamarsi i piani riguardanti il porto e la stessa area industriale ed è negativamente significativo che l’Autorità Portuale abbia assunto una posizione formalmente contraria al documento programmatico preliminare.
E’ noto che il primo parere del Comune, espresso a gennaio, sia stato ritenuto tardivo dall’AdSPMAM e si presume non tenuto in conto proprio perché giunto fuori termine.
Si vuol far notare quanto sia singolare che l’Ente comunale abbia dovuto esprimere i propri rilievi e proposte nella fase di osservazione, quasi fosse una comparsa e non una figura protagonista del futuro del territorio, osservazioni e pareri dovevano essere offerti nella fase di condivisione/intesa.
Percorso di condivisione/intesa considerato tanto importante da essere richiamato e richiesto dalla legge 84/94, come passaggio indispensabile almeno per la parte di interazione Porto-Città.
Brindisi ha molti punti d’interazione Porto-Città, e tutti di particolare importanza per la modellazione di un suo sviluppo nuovo e moderno. Questi nodi di interfaccia hanno un ruolo centrale non solo per la trasformazione della morfogenesi urbana, ma anche, e non di secondario interesse, occasioni per innescare e predisporre una accelerazione economica della nostra comunità.
Ciononostante crediamo che al di là degli obblighi di legge e del rispetto delle norme esista, al disopra di tutto, una priorità politica, un obbligo nei confronti della collettività, affinché si dia luogo ad un serrato confronto collaborativo per raggiungere quei risultati di esclusivo interesse della città di Brindisi e del suo porto, per non ridurre il tutto a semplici programmi di opere marittime e infrastrutturali. Anche per questo chiediamo che il percorso avviato sia offerto alla massima partecipazione della città nell’ambito, però di una visione organica e di un esame complessivo sul futuro della città e del suo territorio e, quindi, nell’ambito di una pianificazione urbana sostenibile in cui l’Amministrazione comunale e gli stessi cittadini non siano relegati al ruolo di semplici presentatori di osservazioni e pareri e che l’Amministrazione comunale sia soggetto copianificatorio del PRP nel rispetto degli obiettivi del PUG, anche attraverso conferenze tematiche ad hoc.
Forum Ambiente Sviluppo e Lavoro
Fondazione “Tonino Di Giulio”
Italia Nostra
Legambiente
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Salute Pubblica
No al carbone
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