Dall’Unsic una nota sul “Decreto Ristori”: le categorie “dimenticate”
Sono attualmente tre – e potrebbero essere quattro a gennaio – i “Decreti Ristori”, pacchetti di provvedimenti che interessano milioni di imprese e lavoratori colpiti dall’emergenza Covid.
A “fare le pulci” ai tre decreti (n. 137 del 28 ottobre, n. 149 del 9 novembre e n. 154 del 23 novembre) sono gli esperti dell’Unsic, organizzazione datoriale con oltre tremila uffici in tutta Italia, tra Caf, Patronati e Caa.
Innanzitutto una sintesi dei tre provvedimenti:
– il primo prevede bonus una tantum da mille euro per i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo e indennità da 800 euro per i lavoratori del settore sportivo; due nuove mensilità di Reddito di emergenza; proroghe di 6 settimane per Cigo, Cigd e Ao alle imprese colpite da limitazioni di attività e che abbiano esaurito le settimane di cassa integrazione, proroga di cassa integrazione e indennità speciali per il turismo, cassa integrazione gratuita alla riduzione del fatturato del 20%, aliquota contributiva differenziata per imprese con calo del fatturato inferiore al 20%; esonero contributivo al 50% per imprese con riduzione del fatturato inferiore al 20% e totale per imprese con perdita di fatturato pari o superiore al 20% (la decontribuzione è per un quadrimestre entro il 31 maggio 2021). Infine contributi a fondo perduto e fondi di sostegno ad imprese colpite dalle restrizioni, erogati in automatico a chi avesse fatto domanda per aiuti precedenti, o su nuova domanda. Tra le altre categorie sostenute: agenzie di viaggio, fiere e congressi, editoria, alberghi e terme. Altre misure: credito d’imposta sugli affetti, cancellazione seconda rata Imu, semplificazione procedure di deposito atti, collegamento da remoto alle udienze;
– il secondo decreto prevede bonus per le spese di baby sitter; indennizzo per congedi straordinari in casi di impossibilità di smart working; ampliamento dei contributi a fondo perduto e delle decontribuzioni per settori non previsti dal decreto precedente (tipo agricoltura, pesca, terzo settore). Tra le misure fiscali, rinvio del secondo acconto Ires e Irap, sospensione versamenti Iva, secondo una grande varietà di casi;
– il terzo aumenta le disponibilità finanziarie dei diversi fondi, integrando anche i negozi di calzature;
– il quater, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe estendere gli indennizzi già previsti a favore delle attività colpite a tutte le aziende e le partite Iva che hanno subito perdite di fatturato consistenti.
L’Unsic, pur valutando positivamente gli interventi, rileva tra i beneficiari l’inspiegabile “dimenticanza” delle seguenti categorie:
1) agenti di commercio (inquadramento Enasarco), ignorati forse per un equivoco con i venditori a domicilio, invece coperti;
2) partite Iva iscritte alla gestione separata e “generiche”, quasi sempre non coperte;
3) fioristi;
4) alcuni settori dell’agricoltura;
5) collaboratori domestici.
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