Quando la politica non fa politica, la collettività ne paga profondamente le conseguenze.

Crediamo che proprio questo stia accadendo nella città di Brindisi, dove personalismi e scontri istituzionali stanno ribaltando sulla collettività, anzi proprio sui più deboli socialmente, tutto il disagio di una politica che invece di realizzare condivisione e partecipazione intorno a progetti e idee per lo sviluppo del territorio, produce esclusivamente scontri e divisioni.

La testimonianza di tutto ciò è emersa con la necessità di nominare un commissario ad acta per l’approvazione dello schema di bilancio di previsione del Comune, attesa l’incapacità della politica di far fronte alle proprie responsabilità.

Incapacità che si ripercuoterà sui ceti più deboli, atteso che i tagli di spesa e l’aumento delle tasse previsti da quella approvazione colpiranno proprio chi ha più bisogno, ovvero la stragrande maggioranza delle persone che rappresentiamo come sindacato e come Cisl.

Ebbene sì, proprio quelle “persone” che tutti affermano di voler mettere al centro di un nuovo modello economico e sociale, salvo poi dimostrare il contrario.

Brindisi necessita di una riappacificazione sociale e, aggiungiamo, istituzionale, indifferibile, perché la fine dell’emergenza epidemiologica non produrrà automaticamente la fine di tutti i problemi economici e sociali che affliggono da tempo la città e il territorio, anzi, le fragilità esistenti esploderanno maggiormente se strategie, idee e fatti compiuti con un lavoro di squadra non conquisteranno le doverose attenzioni della politica e delle istituzioni, nessuna esclusa.

Papa Bergoglio ha ricordato il 21 novembre u.s. ad Assisi ad oltre duemila giovani: “Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina”.

Questo è il sentimento che al momento proviamo verso una bella e straordinaria città come Brindisi, la quale a nostro parere non merita ciò che sta subendo,.

Certamente, non attendiamo l’arrivo di un miracolo per salvare questa “casa”, perché sentiamo la responsabilità di continuare a fare la nostra parte, ancor più di prima, perché tutela dell’occupazione e occupazione aggiuntiva, sono i nostri principali obiettivi che, però, si possono realizzare solo con un sano sviluppo economico condiviso e partecipato del territorio.

Sarebbe una sconfitta irrimediabile attendere la fine dell’emergenza epidemiologica senza attrezzarsi con strategie specifiche che possano valorizzare, al più presto, le tante opportunità che il territorio può esprimere.

Lo abbiamo ribadito più volte: energia, portualità, nuove tecnologie, digitale, ricerca, agroalimentare e agroindustria, servizi, turismo, sono i tanti settori nei quali il territorio di Brindisi è in grado di intercettare occasioni di sviluppo se la classe dirigente locale decidesse di remare nella stessa direzione.

Abbiamo bisogno di aprire le porte ad una economia civile, che sappia coniugare opportunità del mercato col benessere delle lavoratrici e dei lavoratori, per uno sviluppo teso al bene comune, che tutti reclamano ma che stenta a conquistare proprio le coscienze di chi dovrebbe governare questi processi.

E come ripeteva Don Tonino Bello “accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità”.

Ancora una volta è ciò che intendiamo fare con questo nostro appello.

 

Francesco Solazzo