In più occasioni, come Cisl territoriale, abbiamo rilanciato temi a noi molto cari come la partecipazione e la contrattazione sociale, considerandoli ineludibili affinché si possa instaurare un corretto rapporto del sindacato con le istituzioni e con le altre parti sociali e puntare ad uno sviluppo, ad una sostenibilità ambientale dei nostri sistemi produttivi e ad un’occupazione aggiuntiva come risultanza progettuale di una visione condivisa e corresponsabile.
In ambito UE quei principi valoriali sono presenti da tempo al punto da considerare fondamentale, nella produzione legislativa comunitaria, il confronto con il sindacato, indicandolo come condizione necessaria per cofinanziare i progetti elaborati ai livelli nazionali o regionali.
Brindisi, come è noto, si è candidata al Fondo UE per una transizione giusta (Just transition fund) che sarà finanziato con 17,5 miliardi e, pertanto, oggi è territorio che deve sfidarsi, mostrandosi capace, insieme con la Regione Puglia, di poterne beneficiare.
Va ricordato che l’Unione Europea avendo assunto l’obiettivo di conseguire entro il 2050 la propria neutralità climatica, punta proprio sul Just transition fund per ridurre i costi economici, ambientali e sociali di detta transizione, dando ristoro ai territori maggiormente danneggiati, come lo è quello di Brindisi appunto, finanziando misure di riconversione economica, riqualificazione professionale dei lavoratori interessati e di assistenza nella ricerca di lavoro.
Ebbene, questo è il tempo di scongiurare centralismi decisionali che sarebbero impropri e in ogni caso inaccettabili, di decidere su come usare parte di quei fondi ovvero quale progettazione di qualità elaborare dal basso, così come evidenziato di recente dalla Commissaria Europea alla Coesione, Elisa Ferreira.
La Cisl Taranto Brindisi sarà inflessibile da questo punto di vista e fin da ora dichiara la propria volontà di voler operare, impegnando la totalità del proprio Gruppo dirigente, all’interno di un progress progettuale che dovrà essere inclusivo, il più vasto e democratico possibile, che dovrà consentire il dialogo sulle sue direttrici coinvolgendo la politica, le istituzioni regionali e territoriali, le organizzazioni professionali ma anche i cittadini, la Scuola, l’Università, gli Enti pubblici strumentali del territorio, i Centri di ricerca, il sistema del credito, per coglierne le sensibilità, le proposte, le esperienze, gli interessi legittimi.
Sarà un’opportunità da cogliere, questa, in funzione di una strategia partecipativa che potrà e dovrà, aggiuntivamente, focalizzare l’interesse del nostro territorio sulle ulteriori opportunità finanziarie derivanti dal Next Generation Eu, dal bilancio pluriennale europeo e dalla legge di bilancio nazionale.
Gianfranco Solazzo