Ad Assisi dal 19 al 21 novembre si è svolto il grande evento The Economny of Francesco che ha coinvolto oltre duemila imprenditori e studenti under 35, con interventi di accademici ed economisti di fama mondiale che si sono confrontati sui temi di una economia inclusiva, generativa, che sappia creare un equilibrio tra produzione e ambiente, tra efficienza economica e giustizia sociale, tra investimenti in tecnologia e quelli nelle persone; una economia, insomma, che riporti al centro del proprio modello di sviluppo la persona e la sua dignità.
Tal genere di economia ha annoverato tra i suoi precursori il grande Santo di Assisi, Francesco, il quale si spogliò di ogni cosa per darla ai fratelli poveri ed è oltremodo cara a Papa Francesco il quale ha voluto fortemente l’evento, invitando tutti a guardare all’altro, appunto, come un fratello e non come un concorrente.
Un cammino semplice? Non tanto! Necessario ? Certamente!
Un cammino comunque possibile, se anziché continuare ad enfatizzare non senza ipocrisia lo slogan “non lasceremo indietro nessuno” si iniziasse a riformularlo in modo più umile ma vero con “abbiamo bisogno di tutti”.
Nella Caritas in Veritate di Benedetto XVI questo principio era stato già affermato, proponendo una visione diversa di una economia “a quattro mani” dove al ruolo tradizionale del mercato e delle istituzioni si aggiungeva quello esclusivo delle imprese responsabili e della cittadinanza attiva oltreché delle organizzazioni sociali.
Ebbene, la Cisl di Taranto Brindisi intende essere una delle “quattro mani”, soggetto di un processo di sviluppo economico e sociale in rappresentanza di migliaia di associati.
La pandemia ancora in corso ha causato una crisi economica senza precedenti, i cui effetti nefasti, come da più parti evidenziato, certamente non spariranno con l’arrivo del vaccino.
Il Covid-19, insomma, ha amplificato tutte le fragilità del Paese, ancor di più con la seconda fase emergenziale e sarebbe un errore non intervenire immediatamente con strategie ed investimenti opportuni, approfittando anche delle risorse finanziarie che l’Europa mette a disposizione, attraverso anche il Next Generation EU che dovrebbero tradursi in investimenti per le nuove generazioni.
E l’investimento più importante che va fatto per le nostre città, Taranto e Brindisi, è proprio sui giovani per riconoscere loro il diritto di non scappare via ma di restare e, persino, di ritornare.
Recenti studi sulle evoluzioni delle città e delle aree urbane sostengono che, per essere attrattivi e avere forza propulsiva di sviluppo, i territori hanno bisogno di essere sede di poli di conoscenza, di ricerca e di innovazione, connessi attraverso reti materiali e immateriali con il resto del mondo.
La Legge di bilancio prevede 50 ML di stanziamento per le regioni del Sud che intendono investire in questa direzione e sarebbe l’ennesima occasione perduta non approfittarne.
Ed allora, nuove tecnologie, digitalizzazione, transizione energetica, economia circolare, aprono ad un mondo pieno di opportunità ma anche al rischio di maggiori diseguaglianze professionali se la riqualificazione delle competenze e la creazione di nuove non accompagnasse una formazione capace di creare più sintonia tra la scuola, impresa e territorio.
Entro il 2022 il 42 per cento degli attuali lavori sarà totalmente diverso e molti degli indirizzi di studio attuali non risponderanno più alle nuove esigenze delle imprese.
Ecco, allora, come il confronto a “quattro mani” diventa sempre più una necessità così che tutti i portatori di un interesse, a condizione che traguardino il bene comune, possano offrire il proprio contributo allo sviluppo economico e occupazionale del nostro territorio.
Taranto e Brindisi saranno oggetto di processi di riconversione industriale che, nel tempo, porranno certamente il problema della riqualificazione dei lavori a meno che non si intenda procrastinarne, irresponsabilmente, la soluzione.
Con l’ingresso dello Stato nella proprietà ex-Ilva auspichiamo una riappacificazione tra istituzioni ed un processo risolutivo che coniughi ambiente, salute, sicurezza e occupazione dei lavoratori diretti e indiretti di questa realtà industriale; per Brindisi il tema della decarbonizzazione e della transizione energetica interroga tutti sulla modalità con cui si intendono affrontare i cambiamenti per non subirli.
In particolare, come Cisl Taranto Brindisi invitiamo le istituzioni ed in primis quelle nazionali, a riaprire un tavolo di confronto che rimetta al centro il tema dello sviluppo di Brindisi intesa come città capoluogo e come territorio, da tempo fortemente in sofferenza nonostante le tante e diversificate potenzialità produttive che qui insistono ed alle quali da tempo facciamo riferimento, dopo aver promosso con Cgil e Uil una vertenza territoriale, con l’apporto di tutte le rispettive federazioni di categoria.
Crediamo sia il caso di ripartire da quella vertenza, aggiornandone i temi, perché il passare del tempo ha peggiorato la situazione .
Rilanciamo, perciò, la proposta di un Patto sociale territoriale per dare corso ad una vera unità di intenti tra istituzioni e parti sociali, per lo sviluppo e l’occupazione aggiuntiva e per dare coerenza al monito universale di Papa Francesco “nessuno si salva da solo”!
Gianfranco Solazzo