“In Italia l’edilizia scolastica versa in una situazione disastrosa, le strutture hanno un’età media di 52 anni e non garantiscono la sicurezza né dal punto di vista sismico né da quello della prevenzione del contagio da Covid-19, e nemmeno nel rispetto delle misure antincendio.
Partendo da queste priorità, è urgente ripensare a una nuova idea di scuola come spazio polifunzionale, hub di servizi sostenibile, con aree reversibili e riutilizzabili. E’ il progetto futuro dell’architettura, che lancia l’allarme scuola e si propone come strumento di coordinamento per i prossimi decenni, in una integrazione strategica nella gestione delle risorse economiche con l’incontro tra il pubblico e il capitale privato, in sinergia con i fondi strutturali europei”.
E’ quanto emerso dalla ricerca dal titolo ‘Scuola Social Impact’, condotta dallo studio internazionale Atelier(s) dell’architetto Alfonso Femia, con sedi a Parigi, Milano e Genova e curata dall’amministratore delegato della società di consulenza Iniziativa, Ivo Allegro.
Lo studio è stato presentato in un webinar organizzato dalla Fondazione per l’Architettura e dall’Ordine degli Architetti di Torino, con gli interventi di esponenti delle istituzioni, delle Fondazioni “Agnelli”, “Scuola della Compagnia di San Paolo” e “Architettura”, oltre a professionisti del settore energetico.
I dati del Miur, sui quali si è focalizzato il dibattito dei relatori, offrono una panoramica desolante: degli oltre 40mila edifici scolastici presenti in Italia più di 3mila sono inattivi e 34 a causa di calamità; quasi 22mila non hanno il certificato di agibilità e più di 23mila quello di prevenzione incendi; 35mila sono fuori regola antisismica; oltre 15mila sono privi del collaudo statico; circa 8mila non possiedono il documento di valutazione rischi.
“E’ evidente che serve una riqualificazione economicamente sostenibile delle strutture scolastiche – ha sottolineato Allegro – per cui bisogna modificare le logiche gestionali attivando l’energia imprenditoriale e le risorse finanziarie dei privati mediante Partenariato Pubblico-Privato (PPP) e strumenti di ingegneria finanziaria”.
“Occorre trasformare la scuola nel motore infrastrutturale, funzionale, economico della rigenerazione urbana” ha evidenziato Alfonso Femia, precisando che “la scuola è città e deve essere ripensata come luogo che integri alla dimensione spaziale quella temporale, analizzando le esigenze complessive della comunità nel breve e nel medio periodo e l’osservazione dell’andamento demografico, in un’ottica di flessibilità e trasformabilità dell’edificio”.
“E’ necessario affrancarsi da una concezione ormai datata di edilizia scolastica. La scuola deve uscire dall’emergenza per accreditarsi come occasione di rilancio culturale ed economico del Paese, concretizzando il luogo in grado di abilitare lo “sviluppo della persona umana” costituzionalmente garantito ma spesso, nei fatti, negato” ha concluso l’ad di Iniziativa, Allegro.