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BRINDISI.interrogazione parlamentare

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MURONI e PALAZZOTTO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al
Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

Legambiente, Italia Nostra, WWF, Forum Ambiente salute e sviluppo, Isde (Medici per  l’ambiente). No al carbone, Salute Pubblica, hanno inviato due lettere aperte al Presidente del  Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro dell’ambiente e della tutela  del territorio e del mare, rappresentando le permanenti criticità ambientali nel territorio di Brindisi,  riconosciuto area di elevato rischio di crisi ambientale e Sito di interesse nazionale, ai fini delle  bonifiche di aree inquinate ed hanno evidenziato come progetti in corso di esame risultino in pieno  contrasto con gli obiettivi carbon free (uscita dalla combustione del carbonio e non soltanto del  carbone Cool) e con quelli della riconversione ecologica alla base del Green New Deal; 

soltanto per citare alcuni esempi, si fa riferimento alla bonifica della discarica micorosa che  ospita ancora pericolosissimi rifiuti industriali e che ha visto l’assegnazione dell’appalto, con un  incredibile ribasso del 74 per cento ed, oggi, la revoca dell’affidamento, lasciando il sito privo dei  minimi interventi di messa in sicurezza; 

presso la commissione ministeriale Via-Vas è in corso la valutazione di impatto ambientale di  una nuova centrale termoelettrica alimentata a gas che Enel vorrebbe realizzare in sostituzione della  centrale Br-Sud alimentata a carbone che è uno dei maggiori produttori di gas climalteranti in Europa; 

la nuova centrale impiegherebbe appena cinquanta-settanta posti di lavoro avrebbe, come  documentato anche dall’Arpa Puglia, addirittura un incremento delle emissioni climalteranti e  creerebbe nuovi rischi idrogeologici e danni ambientali; 

nel porto di Brindisi, sono previste ingenti opere portuali attualmente sottoposte al giudizio di  compatibilità ambientale da parte della commissione Via-Vas che, come si legge sul sito del Ministero  dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel mese di agosto del 2019 ha respinto l’istanza  dell’Autorità di sistema portuale del basso adriatico a causa della mancata integrazione inerente le  caratterizzazioni di sedimenti da dragare; 

il progetto prevede il dragaggio di fondali interessati da sversamenti di sostanze inquinanti e  dalla presenza di un relitto e di reperti archeologici e la realizzazione di una enorme colmata con  escavazione fino a meno 27 metri rispetto al livello del mare; 

senza alcuna comunicazione ufficiale dell’apertura di un riesame del provvedimento emesso,  sono stati acquisiti successivi pareri e la commissione Via-Vas si è espressa soltanto su  caratterizzazioni non validate da un ente certificatore; 

nella stessa area interessata dalla colmata e da un nuovo banchinamento è stato presentato un  progetto di realizzazione di un deposito costiero di gnl da parte di Edison e si è prevista una capacità  di deposito per l’impianto di 19.950 mc3 equivalenti, appena cinquanta metri cubi al di sotto della  soglia prevista (20.000 mc3), in base al decreto legislativo n. 152 del 2006, per cui è prevista la Via  nazionale e, conseguentemente, non si è consentita alcuna vera possibilità di partecipazione al  procedimento e di esame dell’impatto ambientale; 

le opere portuali previste non possono avere valutazioni condizionanti ed eventualmente  pregiudiziali rimesse a semplici prescrizioni: valutazione di incidenza ambientale in riferimento alla  foce di fiume grande, sottoposta a vincolo ambientale, di cui si prevede addirittura una canalizzazione  artificiale; condizioni insufficienti riguardanti l’esame a maglie strette dei fondali da caratterizzare e  validazione delle caratterizzazioni; interferenze rispetto a caratteristiche ed attività presenti o previste  nell’area nel Pug in itinere e nel piano triennale dei trasporti –: 

se per i Ministri interrogati la realizzazione della centrale termoelettrica a Gas proposta da Enel  rispetti la giusta transizione energetica indicata più volte dal Governo; 

se non intendano avviare uno studio di fattibilità e la procedura della Via nazionale sul progetto  Edison di cui in premessa per verificare le ricadute ambientali su un territorio già fortemente  compromesso. 


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