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Agorà della Sinistra di Brindisi:È il tempo della trasparenza e della condivisione

Il porto di Brindisi, come molti porti, è parte vivente della città cui è collegato , una città che vive anch’essa del porto su cui si affaccia; anzi  per Brindisi possiamo dire che lo abbraccia.

Peraltro i porti da secoli operano al servizio  dell’attività del territorio in cui sono inseriti ma sono nel contempo alimentati da movimentazioni che vanno oltre quel limitato ambito territoriale e che sempre più sono governate da grandi vettori di livello internazionale.

Anzi oggi i porti hanno vita e futuro se sono inseriti e sono attrezzati per le rotte e le navi che fanno capo ad una programmazione, ad  interessi ed  holding sovranazionali.

Di contro quei traffici e quelle navi sono ecologicamente impattanti per i contesti urbani che si affacciano sui porti e per l’intero ambiente mondiale.

Coniugare queste due principali esigenze non è facile ma è doveroso altrimenti si determina o la morte dei porti o il degrado ambientale urbano.

 Brindisi vive da tempo questa dicotomia e purtroppo ha subito un incontrollato impatto ambientale anche su questo fronte  per il tipo di merci movimentate (prodotti petroliferi, chimici e carbone) e per la non adeguata gestione del relativo traffico marittimo.

Negli ultimi venti anni l’attività del porto di Brindisi si è andata via via riducendo anche a causa della ingente quantità di carbone movimentata e degli interessi che hanno girato intorno allo stesso nonchè per la assenza di lungimiranza da parte della maggioranza delle istituzioni e degli operatori.

In questo contesto di ritardo  strutturale e di movimentazione esiste comunque uno sforzo per rialzare la testa.

Questo sforzo ha senso e concretezza se:

  • si opera in una adeguata ed accelerata infrastrutturazione che risponda alle nuove esigenze delle navi e dei traffici,
  • si opera perché Brindisi rientri nelle rotte internazionali e nazionali in una logica di servizio per l’intero territorio salentino e pugliese,
  • si interviene sullo stesso porto e sulla movimentazione avendo presente la collocazione  della città sia tra le Aree ad alto rischio di incidente rilevante sia tra le Aree ad elevato inquinamento e quindi soggetta a norme ben precise di bonifica e per impianti da allocare.

Inoltre, per disposizioni legislative nazionali ed internazionali ma soprattutto per tutto quello che Brindisi ha sofferto, è sempre inderogabile il coinvolgimento della cittadinanza, dei soggetti sociali rappresentativi e delle Istituzioni 

A tali condizioni , sia di prospettiva sia di sviluppo funzionale e sostenibile, deve rispondere anche il Progetto di investimento della Edison.

Ci appaiono pertanto fuori luogo ed improduttivi i comunicati e le prese di posizione assunte negli ultimi tempi rispetto a questo tipo di investimento presentato pubblicamente diversi mesi fa, il quale peraltro rientra nell’esigenza nazionale di dotarsi di tali infrastrutture di servizio.

Secondo noi vanno serenamente ed in modo trasparente messe sul tavolo 

  • le esigenze nazionali,
  • le esigenze e le modalità di sviluppo del porto e del Territorio
  • le garanzie rispetto all’impatto ambientale presente e futuro nelle condizioni date per il territorio di Brindisi sopra accennate.

Si possono e si devono coniugare tutte le esigenze purchè il percorso sia chiaro e trasparente, il progetto sia sottoposto allo studio di fattibilità ed alla Valutazione di Impatto Ambientale, come fatto presente da tutte le Associazioni ambientaliste brindisine, insieme alla valutazione delle condizioni di sviluppo del Porto nella sua prospettiva più ampia possibile.

Il che vuol dire che questo,  come altri auspicati investimenti nel porto, non va studiato in una ottica meramente localistica da parte nostra nè tanto meno colonialistica da parte di chi vuole utilizzarlo.

L’Amministrazione Comunale dovrebbe  farsi parte attiva per aprire un confronto ad ampio raggio con tutti i Soggetti interessati promuovendo un progetto di sviluppo condiviso e quindi  capace di avere ascolto ed attenzione presso i livelli politici e soprattuto presso quelli programmatori e decisionali che hanno specifiche responsabilità.

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